varie, 10 giugno 2009
DIAMANTI PER VOCE ARANCIO
«Il principe d’Orange: ”Mi hanno detto che il vostro amore dava le vertigini”. La cortigiana: ”E a me, Monsignore, che il vostro amore dava dei diamanti”» (Giuseppe Scaraffia, Cortigiane. Sedici donne fatali dell’800, Mondadori 2008).
Il mercato dei diamanti, da sempre in costante crescita, sta attraversando un periodo di forte disorientamento. Anversa, capitale mondiale delle pietre preziose, ha registrato nei primi tre mesi del 2009 un calo del 64,6% nell’esportazione dei diamanti grezzi (è un calo del valore di 1,5 miliardi di euro) e una flessione del 35,7% per quelli lavorati rispetto allo stesso periodo del 2008. Gli americani hanno comprato il 41% in meno, le richieste dei gioiellieri italiani (in passato primi in Europa per volume d’acquisti) si sono dimezzate. Le vendite della Diamond Trading Company (costola distributiva di De Beers, leader del settore) sono scese del 76%. Per superare la crisi, i broker belgi hanno chiesto la riduzione del 30% dell’affitto dei loro uffici. Alcune banche si sono dette pronte a soccorrere il settore attraverso prestiti supplementari. In due anni, i diamantaires fiamminghi dovrebbero ricevere un miliardo di euro. L’ultimo scossone del settore risaliva alla crisi petrolifera del 1975, quando i prezzi diminuirono del 70%. Da luglio 2008 a oggi c’è stata una flessione delle vendite del 75%. La previsione di perdite nel 2009 è di almeno 12 miliardi di dollari.
Diamante deriva dal greco ἀδάμας, incorruttibile. Formata da carbonio puro che ad altissime temperature si cristallizza, questa pietra ha una forza strutturale in grado di sopportare un peso pari a tre volte quello dell’Empire State Building di New York.
For the love of God di Damien Hirst. Realizzata nel 2007, questa scultura è formata da 8.601 diamanti, incluso un diamante rosa a forma di pera, posto proprio sulla fronte del teschio. Non esistono notizie certe sul primo diamante mai ritrovato. A questa gemma si accenna in epoche molto antiche. Al versetto 18 del XXVIII capitolo dell’Esodo si racconta dell’alto sacerdote degli ebrei che indossava il pettorale del giudizio adornato da 12 pietre preziose. Tra queste, uno yahalom, un diamante. Esiodo usa la parola ”adamas” per descrivere una gemma «di straordinaria robustezza»; Plinio il Vecchio, nove secoli dopo, nella Naturalis Historia definisce adamantinum una pietra «dalle bellezze immense e di durezza invincibile».
Il giro d’affari legato al mercato dei diamanti nel 2007 è stato di 13 miliardi di dollari. Complessivamente due anni fa sono stati estratti 26mila chili di diamanti, 130 milioni di carati (50 soltanto da De Beers). Di questi, 110 milioni sono stati usati per l’industria, il 20% è stato impiegato in gioielleria.
Le trivelle usate nelle miniere hanno la testa in diamante. Lo stesso discorso vale per le testine dei grammofoni, per alcune parti del motore a scoppio ecc. La Nasa usa i diamanti nelle apparecchiature che attraversano lo spazio.
«Il 2009 sarà un anno molto difficile. Alla luce dei trend storici, la ripresa ci sarà solo dal 2010» (Sheila Khama, direttore generale di Debswana, la controllata De Beers che gestisce le miniere africane). Secondo la banca d’investimenti Barclays Capital, per tornare ai livelli di due anni fa si dovrà aspettare il 2012.
A mancare al mercato internazionale sono stati i compratori nordamericani, russi e mediorientali. Alla Fiera di Basilea del marzo scorso i più importanti acquirenti di diamanti (Tiffany, Cartier, Bulgari ecc.) hanno annunciato una riduzione degli acquisti compresa tra il 30 e il 60%.
I maggiori produttori di diamanti al mondo sono: De Beers (sudafricano, ha una quota di mercato del 40%); Alrosa (russo, monopolizza il 95% della produzione del proprio Paese e si accredita il 20% di quella mondiale); Bhp Billiton (anglo-australiano, nel 2008 ha prodotto 3,34 milioni di carati grazie alle miniere di Ekati, in Canada); Rio Tinto (sudamericano, ha giacimenti in Australia, Canada e Zimbabwe); Lev Leviev (ebreo nato in Uzbekistan, estrae diamanti in Angola) ecc.
Per salvaguardare il livello dei prezzi, tra gennaio e marzo De Beers ha ridotto la produzione di diamanti del 90,8% nelle miniere canadesi e in quelle di Botswana e Namibia, dove ha provocato grossi problemi di occupazione. Alrosa, invece, ha continuato a estrarre gemme e le ha immagazzinate.
Gli Stati da cui vengono estratti la maggior parte dei diamanti sono: Botswana, Namibia, Sud Africa, Angola, Zaire, Australia, Canada. Da soli, questi Paesi garantiscono il 90% dell’approvvigionamento mondiale. L’India gestisce il 55% del mercato della pulitura e del taglio dei diamanti, importati soprattutto dal Belgio e acquistati da De Beers, Alrosa, Bhp Billiton ecc. Degli 800mila indiani impiegati in questo settore, 250mila hanno perso il lavoro negli ultimi sei mesi. Da quando la recessione ha cominciato a farsi sentire, una settantina di lavoratori si sono uccisi. Delle oltre 4000 aziende riunite nella Surat Diamond Association, oltre la metà è stata costretta a chiudere.
Per il Botswana i diamanti rappresentano un terzo del prodotto interno lordo nazionale.
Dopo il blocco della produzione avviato da De Beers, a febbraio i diamantaires fiamminghi hanno cominciato a percepire la mancanza di alcune La Bentley Continental GT rosa di Paris Hilton. Il cruscotto dell’auto è stato ricoperto di diamanti. Valore: 400.000 dollari.categorie di grezzi. La tendenza si è rafforzata e ora la domanda sta ricominciando a superare l’offerta. Anche i prezzi, da aprile in poi, sono saliti del 3-5%. La maggiore domanda ha riguardato i diamanti grezzi tra i tre e i cinque carati. Una prima stima delle vendite della Diamond Trading Company a maggio è di 250 milioni di dollari, il 25% in più di marzo e aprile, il 62% in meno dello stesso periodo 2008. L’equilibrio raggiunto dal mercato in questo momento rischia di essere presto messo in discussione. Russia e Angola nei mesi scorsi hanno immagazzinato grezzi per sostenere la produzione delle compagnie di Stato. Se ora Alrosa e Endiama immettessero velocemente nel mercato gli stock accumulati, l’eccesso di offerta impedirebbe il recupero dei prezzi.
La prospettiva più probabile nel breve e nel medio periodo è che il prezzo dei diamanti possa stabilizzarsi o scendere. Si tratta, per chi vuole investire, di una circostanza favorevole.
Il mercato dei diamanti è piuttosto complesso. De Beers vende le sue gemme attraverso un sistema di sights e sightholders. Dieci volte l’anno la Diamond Trading Company propone i suoi diamanti a un centinaio di clienti selezionati in tutto il mondo. L’acquirente non può rifiutare per più di due volte l’acquisto dei pacchetti proposti, pena l’essere cancellato dalla lista dei compratori. Dalla centrale De Beers le pietre migrano verso i centri di taglio: Anversa, Amsterdam, New York, Tel Aviv, Mumbay, Jaupir ecc. Il tagliatore, poi, vende al grossista di tagliato, al fabbricante o allo stesso gioielliere.
Le borse di diamanti più importanti al mondo si trovano a Londra, New York e Anversa. Al loro interno si muovono: venditori, compratori, broker. I primi due affiggono in apposite bacheche gli annunci della merce che vogliono vendere o comprare. I broker, con una commissione ufficiale dell’1%, cercano compratori per conto dei venditori.
Mazal u’brancha, fortuna e benedizione. Quando broker e compratore pronunciano questa frase, l’affare è fatto.
Per valutare il prezzo dei diamanti all’ingrosso, gli intermediari usano il listino Rapaport. Pubblicato su internet ogni giovedì a mezzanotte, può essere consultato solo a pagamento. Il Sole 24 Ore il venerdì e il sabato ne pubblica piccole estrapolazioni autorizzate nel settore commodities.
Valori medi in dollari per carato al 29 maggio 2009:
DIAMANTI TAGLIO BRILLANTE QUALITA’ IF
COLORE 0,50 ct 0,75 ct 0,90 ct
D (bianco extra eccezionale +) 8200 10200 12700
E (bianco extra eccezionale) 6100 7500 10500
F (bianco extra +) 5500 6700 9900
G (bianco extra) 4900 6000 8400
H (bianco) 4400 5400 6800
DIAMANTI TAGLIO BRILLANTE QUALITA’ VVS2
COLORE 0,50 ct 0,75 ct 0,90 ct
D (bianco extra eccezionale +) 5500 6700 9200
E (bianco extra eccezionale) 5100 6000 8400
F (bianco extra +) 4700 5600 7800
G (bianco extra) 4200 5000 6600
H (bianco) 3600 4500 6000
(La valutazione si riferisce a pietre corredate da certificazione di validità internazionale).
Prima della crisi l’apprezzamento annuo del diamante era del 7% al netto del cambio in dollari (la valuta usata per questo tipo di transazioni). Il prezzo di un diamante può cambiare anche in base ai periodi dell’anno: di solito sale tra settembre e dicembre, quando la richiesta, in vista delle feste natalizie, aumenta.
Prima di investire in diamanti bisogna capire che cosa si vuole. Se si desidera usare un gioiello come tale e poi venderlo in futuro per guadagnarci, si dovrà scegliere una pietra montata che soddisfi anche i Particolare del casco con il decoro in diamanti che lo sponsor Steinmetz ha regalato a Lewis Hamilton. Valore del dono: 227.000 eurogusti personali. Se la destinazione dell’acquisto è la cassaforte, si potranno scegliere una o più pietre non montate.
Chi acquista gemme, a differenza di chi investe in titoli, non si vede corrispondere alcun interesse.
Il prezzo di un diamante cambia anche in base al mercato in cui lo si compra o lo si vende. In Cina le gemme da quattro carati non hanno mercato perché la parola quattro in cinese ha lo stesso suono dell’ideogramma che rappresenta la parola morte. Stesso discorso per i diamanti con imperfezioni nere: si pensa portino sfortuna.
Il diamante Koh-i-Noor, originario di Golconda, in India. Si ritiene porti male a qualunque maschio lo indossi. invece di buon auspicio per le donne.
Chi vuole investire in diamanti può rivolgersi a:
1) Banche. Alcune offrono un servizio comprensivo del finanziamento e una consulenza completa (soprattutto ai clienti di fascia medio- alta).
2) Intermediari specializzati. Offrono la possibilità di investire in diamanti con un budget di quattro - cinquemila euro. La società raccoglie le somme e le investe in un acquisto che nessuno dei singoli partecipanti potrebbe altrimenti permettersi. In questo modo ci si ritrova tra i fruitori dell’acquisto senza però poterne seguire personalmente tutte le fasi. Tra queste: Intermarket diamond business e Diamond private investment. Tiffany taglio brillante
3) Gioielliere. In questo modo si diventa protagonisti dell’operazione. Budget minimo: almeno 50mila euro per finanziare i diversi passaggi previsti. I primi tre (produttore, tagliatore, grossista) effettuano rincari contenuti (5 - 10% al massimo). Il gioielliere, invece, aumenta il prezzo di almeno il 65% per pagare anche le spese aggiuntive (il viaggio per andare a vedere e comprare la pietre in una delle borse autorizzate, la consulenza di un grossista locale ecc.). Se l’acquirente vuole vedere la pietra prima di comprarla, bisognerà pagare anche le spese di spedizione (se il diamante circola nell’UE) o quelle di sdoganamento.
4) Internet. Alcuni siti permettono di comprare diamanti on line.
In tutti i casi, i tempi di disinvestimento dei diamanti non sono brevi, occorrono come minimo due anni.
Prima dell’investimento l’acquirente deve controllare:
1) Qualità del diamante: la pietra deve essere certificata da un istituto gemmologico che ne analizza colore, purezza, taglio e peso.
2) Commissioni: chi compra attraverso un intermediario deve considerare anche questa spesa. Il gioielliere che vende la pietra in valuta estera e senza Iva commette un reato.
3) Cambio: le quotazioni del diamante sono espresse in dollari. Al momento dell’acquisto l’investitore deve tenere presenti i possibili rischi che derivano dal cambio.
Colour, clarity, carat weight e cutting sono i criteri che determinano il prezzo di un diamante.
1) Il diamante puro è colorless, senza colore. Il metodo più semplice per valutare a occhio la purezza di un diamante è appoggiarlo su un cartoncino bianco: se è puro, non avrà ombre. Alla fine degli anni Settanta il Gia americano (il più famoso istituto di certificazione del settore), il Consiglio Superiore del diamante di Anversa e tutti i maggiori laboratori di analisi gemmologica del mondo hanno realizzato una scala di riferimento comune. D è il diamante più puro. E ed F sono pietre extrabianche o dal bianco eccezionale. G e H sono pietre bianche. I, J e K sono pietre con sfumature di colore visibili a occhio esperto. L, M ed N sono gemme la cui colorazione comincia a essere evidente anche per una persona non esperta. O e Z hanno un giallo evidente. I diamanti con meno sfumature sono montati in oro bianco e platino, quelli più colorati sono valorizzati da lavorazioni in oro giallo o rosa.
L’ultimo diamante di classe D ritrovato è la Promessa del Leshoto. Grande come una palla da golf, Reggiseno Victoria Secret’sritrovato il 22 agosto 2006, è stato rivenduto pochi mesi dopo a 12,4 milioni di dollari.
I diamanti in natura possono essere di qualsiasi colore, in base all’elemento presente insieme al carbonio. Le pietre colorate più comuni sono gialle e brune. Le più rare sono blu, rosa, verdi e nere.
Il black diamond miracle bra, il reggiseno più caro del mondo (foto a destra, ndr). Firmato Victoria’s Secret, è formato da 3900 pietre preziose, di cui 117 diamanti da un carato, 34 rubini e due grossi diamanti neri da 100 carati. Costo: quattro milioni di euro.
Il diamante blu, 25,68 carati, venduto da Sotheby’s a Ginevra il 12 maggio scorso a 10,5 miliardi di franchi svizzeri (9,49 milioni di dollari), il prezzo più alto mai pagato per una gemma all’asta. La pietra era stata trovata nel 2008 in Sudafrica. Il compratore, anonimo, l’ha acquistata per telefono.
2) Clarity, purezza. Alcuni minerali possono rimanere intrappolati nelle pietre durante il processo di cristallizzazione del carbonio in diamante. Questi fenomeni naturali condizionano la purezza della gemma, che sarà maggiore quante meno inclusioni e imperfezioni presenta. Per vederle bisogna usare una lente a dieci ingrandimenti.
La scala della purezza dei diamanti è compresa tra IF e I3.
• IF indica una pietra del tutto priva di inclusioni.
• VVS1 – VVS2 una gemma con imperfezioni molto piccole.
• VS1 – VS2 diamanti con più imperfezioni difficili da individuare a occhio nudo.
• SI1 – SI2 pietre con inclusioni facilmente individuabili.
• I1- I2- 13 diamanti con imperfezioni visibili a occhio nudo.
3) Carato deriva da κεράτιον, nome dei semi della pianta del carrubbo, omogenei e simili tra loro. Già nell’antichità erano usati come unità di misura per pesare le pietre preziose. Il carato corrisponde a 0,20 grammi ed è diviso in 100 unità (o punti): un diamante di 0,75 carati può essere indicato anche come un diamante di 75 punti o di ¾ di un carato. I diamanti più grandi sono più rari. Per questo, a parità di colore, purezza e taglio un diamante da un carato costa più del doppio di un diamante da mezzo carato.
3.106,75, i carati del diamante Cullinan, trovato in Sudafrica il 26 gennaio 1905. il più grande diamante grezzo di cui si abbia notizia.
4) Cutting, taglio. I criteri in base ai quali la pietra deve essere tagliata per farla risplendere al massimo sono stati individuati nel 1919 dal tagliatore di diamanti Marcel Tolkowsky. I diamanti possono avere diverse forme: cuore, goccia, marquise, smeraldo, princess, radiante ecc. Il taglio che permette al diamante di esprimere al massimo le sue proprietà è quello brillante, formato da 57 faccette.
Diadema decorato con 250 carati tra diamanti e smeraldi realizzata dal designer tailandese Riwin Jirapolsek per il suo cane con i gioielli appartenuti alla madreDiamante e brillante non sono sinonimi. Il diamante è la materia prima, il brillante è un tipo di taglio. Anche un pezzo di vetro può essere tagliato a brillante.
Se, con un budget minimo di 50mila euro, si decide di acquistare una sola pietra, sarebbe meglio orientarsi verso un diamante di ottima qualità (colore F, purezza PURA) da due carati, taglio brillante. Iva compresa, questa gemma dovrebbe costare circa 55mila euro. A 49mila invece si potrebbe acquistare una pietra colore D e purezza VS1.
Se, con lo stesso budget, si vuole comprare un mix di pietre, una buona scelta potrebbe essere una pietra da un carato D PURA e sei da mezzo (sempre D PURA). Costo del pacchetto: 57mila euro.
I diamanti sono un bene al portatore di libera circolazione. Non ci sono tasse sull’acquisto o sulla plusvalenza che eventualmente si ottiene al momento del disinvestimento.
«Diamonds are a girl’s best friend» (Marilyn Monroe in Gli uomini preferiscono le bionde).