Corrado Augias, la Repubblica 10/06/2009, 10 giugno 2009
LO STUDENTE CON LA MAGLIETTA DI FATIMA (+ 2
lettere)-
Caro dott. Augias, un fatto triste per un ragazzo di 13anni, in una scuola media di un’importante città della Sardegna. E’ arrivato in classe indossando una T-shirt dono della nonna dal santuario di Fatima dove campeggiava appunto la scritta ’Fatima’. In piccolo, la Madonna con i tre pastorelli. L’insegnante di Storia ha costretto il ragazzo a toglierla e non potendo lasciarlo a petto nudo ha chiesto ad un compagno di prestare una felpa. Alcuni compagni hanno riferito che la prof aveva inveito contro lo studente chiamandolo «bigotto» e aggiungendo che i «cristiani non sanno più pensare con la propria testa ma ripetono come pappagalli ciò che sentono da quel tedesco vestito in bianco». Il padre va dal Preside che chiama l’insegnante. Questi spiega che voleva «dare una lezione di educazione civica», che l’Italia è un paese laico che «l’errore è stato fatto da chi fa doni diseducativi per un ragazzo». Mentre continuavano a discutere, la provvidenza («p» minuscola?) è venuta in aiuto: è passato un ragazzo della stessa classe con una T-shirt dove campeggiava un bimbo che mostrava il pugno chiuso dal quale fuoriusciva un solo dito: il medio. Nel retro una scritta irriferibile. Non si sta esagerando con la laicità di stato?
Lettera firmata sineddoke@jumpy.it
L’ episodio, minimo, può essere considerato esemplare del grado di esasperazione del dibattito nel nostro paese e di una certa confusione nelle menti. Che l’insegnante abbia avuto torto è evidente e non vale la pena di parlarne. Per bilanciare, ricordo comunque che pochi giorni fa un altro insegnante è stato ammonito perché aveva chiesto ai suoi allievi se avrebbero preferito (o no) alla tradizionale ’ora di religione’ insegnamenti analoghi; per esempio storia delle religioni. Se il primo comportamento è censurabile, il secondo è assolutamente legittimo; riprende per analogia l’indirizzo della legge che appunto prevede insegnamenti alternativi all’ora di religione. Allarghiamo però il discorso. La legge francese vieta nelle scuole simboli ’ostentatori’ della propria fede, per esempio il velo per le ragazze musulmane così come la kippah per gli ebrei. Il presidente Obama nel suo recente discorso ha invece difeso l’uso di questi simboli identitari. Anche se la norma varata in Francia si basa sulla celebre legge del 1905 sulla laicità dello Stato, io credo che sia molto più ’laico’ l’atteggiamento di Obama. La vera laicità correttamente intesa non è una fede, è solo un metodo, la sua essenza consiste nella tolleranza e rispetto degli altri. Il solo limite è quando l’ostentazione diventa aggressiva o provocatoria o tenta di imporre a tutti una stessa ’verità’.
Ho finito ora gli scrutini dispensando il 6 politico
Pia Simonetti
Milano
Mi allontano dal tavolo dove ho appena terminato di fare gli scrutini con queste strane e pasticciate normative che abbiamo ricevute nelle ultime settimane. Ho la sensazione di aver partecipato ad una squallida messinscena. Mai in tanti anni di carriere (sono prossima alla pensione) mi sono sentita così umiliata e disgustata nell’esercitare le mie funzioni di docente.
Le espressioni delle mie colleghe mi dicono la stessa cosa. Serie di 4 e 5 trasformati in 6. Sulle pagelle non appariranno né 4 né 5 ma solo dei 6 con un piccolo asterisco che rimanda alla dicitura "per voto di consiglio". Molti si chiederanno cosa significa, magari penseranno al famoso 6 politico del ’68?
La scuola dell’obbligo deve formare e non selezionare, sono abbastanza vecchia da ricordare Don Milani, ma cosa c’è di formativo ed educativo per i ragazzi in questa ipocrisia ufficializzata? Che messaggio riceverà l’alunno che dopo aver preso una serie di 4 e 5 si ritroverà sulla pagella tanti 6? e quello che invece ha lavorato tutto l’anno che si troverà con gli stessi voti? Cosa credeva di dimostrare la ministra Gelmini rimettendo i voti, se di tutto il nostro valutare alla fine non resterà che una menzogna? Si mostra solo una facciata di cartapesta dove dietro c’è il nulla. Non sarebbe più utile conoscere la verità come accadeva negli anni passati dove pur con qualche insufficiente si veniva ammessi alla classe successiva?
Il valore oggi di avere la fedina penale pulita
Daniela Delfino
dadelfi@tiscali. it
Una mia conoscente mi ha detto ieri: «Sono preoccupata per mio figlio (17 anni) che ha rubato un paio di jeans al supermercato ed è stato scoperto e portato dai carabinieri. Non so come fare, non so come diventerà mio figlio, che cosa farà, come farò io a fargli capire quello che è giusto e quello che è sbagliato. La sua fedina penale rischia di sporcarsi per una cretinata da ragazzi. .. «. Ma qui si è fermata e ha detto «Ma sì, tanto la fedina penale sporca ormai ce l’hanno anche i parlamentari».