Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  giugno 10 Mercoledì calendario

Il Governo investirà 1,471 miliardi di euro per potenziare la banda larga ed estendere la rete di nuova generazione su tutto il territorio nazionale

Il Governo investirà 1,471 miliardi di euro per potenziare la banda larga ed estendere la rete di nuova generazione su tutto il territorio nazionale. Lo ha detto Paolo Romani, viceministro allo Sviluppo economico con delega alle tlc, durante un’audizione alla commissione Traporti della Camera. Romani ha spiegato ai deputati presenti che si può superare il digital divide - cioè, il divario esistente tra chi può accedere alle nuove tecnologie e chi, invece, non ha questa possibilità - investendo circa un miliardo e mezzo di euro nello sviluppo della banda larga. Ha spiegato romani: «Entro la fine del 2012 tutti gli italiani avranno la possibilità di connettersi a Internet a una velocità compresa tra 2 e 20 Mbit al secondo». Il Governo prevede di investire in opere civili 763,85 milioni di euro, a cui si aggiungeranno 617,66 milioni per la fornitura di softwere e hardwere e altri 89,81 milioni sull’attività di progettazione. Analizzando la copertura finanziaria di massima, Romani ha spiegato che 800 milioni sono già previsti dal disegno di legge "Sviluppo" che sarà sottoposto all’esame del Parlamento a fine giugno: le risorse provengono principalmente dai fondi per le aree sottoutilizzate (Fas) e vanno a integrare finanziamenti pubblici già stanziati per circa 264 milioni. Comunque, ha spiegato il vicemistro, «investire quasi un miliardo e mezzo potrebbe portare a un incremento del Pil di circa 2 miliardi. Studi Ocse - ha continuato - fissano infatti a 1,45 il moltiplicatore congiunto del settore comunicazione sull’intera economia». L’onorevole leghista Jonny Crosio, con questo investimento «si corre il rischio di agevolare esclusivamente l’operatore incumbent e di compromettere la concorrenza». Nella stessa audizione è intervenuto anche il consulente di Palazzo Chigi per le tlc, Francesco Caio (che ha redatto e consegnato il 12 marzo scorso al Governo, un rapporto sullo stato dell’arte della banda larga in Italia). Secondo Caio «senza un intervento pubblico c’è il rischio reale che il Paese si trovi indietro rispetto alle esigenze crescenti della popolazione». Caio, infatti, ha mostrato perplessità sulle capacità di Telecom Italia e degli altri gestori a sostenere la mole di investimenti necessari allo sviluppo di una rete tlc di nuova generazione e ad altà velocità: «Obiettivamente è difficile - ha spiegato - non penso che Telecom accelererà gli investimenti e penso che nessun altro gestore accelererà gli investimenti in fibra».