Paola Setti, Il Giornale 10/06/2009, 10 giugno 2009
«Io, la Obama del Carroccio, spiegherò i neri a Borghezio» - «Voi giornalisti mi state assediando»
«Io, la Obama del Carroccio, spiegherò i neri a Borghezio» - «Voi giornalisti mi state assediando». il suo momento di gloria... «Se mai un prezzo da pagare, vi rendete conto che devo anche lavorare?». Ma è appena stata eletta... «Appunto: secondo lei l’ufficio anagrafe come le rilascia le carte d’identità senza la mia firma?». Vabbè, si rassegni: Sandy Cane, che si legge Cheine, è la prima donna di colore sindaco in Italia, e a Viggiù, Varese, è stata eletta con la Lega Nord. Fa notizia. «Adesso mi chiederà anche lei se a Varese ho avuto difficoltà a integrarmi». Beh, non è una zona facile. «Ho avuto la fortuna di arrivare qui nel 1971». La gente era ancora più spaventata all’epoca. «Ma era anche più povera. Io venivo dal Massachussets, avevo le Nike e la bicicletta. Gli altri bambini non le avevano e tutti volevano giocare con me». Magari qualche problema in più lo avrà avuto a salire sul Carroccio. «Milito da 15 anni, mi hanno accolta benissimo». Mario Borghezio i neri li chiama negri e non ne parla benissimo... «Si figuri che a me infastidisce esser chiamata donna di colore. Io sono italo-afro-americana». Quindi come la mettiamo con Borghezio? «Magari è stato male interpretato». Veramente non lascia molti spazi di interpretazione... «Ognuno è libero di pensare ciò che vuole. Comunque lo chiamerò e ne parleremo». L’hanno definita la Obama italiana. «Ho messo lo slogan ”yes we Cane” sui manifesti. Il paragone mi onora, Barack è il mio idolo». Quindi lei è di centrodestra, ma negli Usa è democratica? «Certo, per nascita». Per nascita? «In America la politica non è viscerale come da noi, la gente è democratica o repubblicana per tradizione». Lei e Obama siete entrambi abbronzati. «Gli americani non capirono il polverone che suscitò la battuta del premier. Per loro sono Berlusconi e Armani gli abbronzati». Sarebbe a dire? «Armani è sempre abbronzatissimo. Loro pensano che per noi l’abbronzatura sia una fissa». Suo padre, da soldato, partecipò alla liberazione dell’Europa dal nazifascismo. «Se Obama richiamasse al servizio militare il mio anno, il 1961, partirei, sento molto la patria». Si sente più americana che padana? «Metà e metà. A Springfield, dove ho vissuto fino a 10 anni, dico: home. Poi però a Malpensa dico: casa». Padano-americana. Dica You Tube. «Iu Tiube». Dica tègn dür. «Tègn dur». Eh no, la ü lombarda non è così, riprovi. «Sono negata, lo so. Però sto studiando il dialetto, è importantissimo e invece si sta perdendo». Roberto Maroni, che è delle sue parti, ha detto che la sua elezione dimostra che la Lega non è razzista. «Sono la prova vivente che la Lega è multietnica». Non si sente un po’ usata, tipo la Luxuria di Rifondazione? «L’etichetta ce l’hanno affibbiata e non ce l’hanno più tolta, quindi se la mia elezione serve anche a questo va bene così. Del resto io non sono un bluff, la mia elezione e il lavoro che farò per il mio paese sono veri». Si aspettava l’elezione? «Non avrei fatto tanta fatica giorno e notte se non avessi pensato di farcela». Ha preso 814 voti sui 2.280 disponibili a Viggiù. «Ho vinto per 38 voti. La gente ha premiato la mia squadra, siamo tutti giovani». Lei ha 47 anni, veramente. «L’età media della mia lista è di 30 anni». Avrà una giunta giovane? «Il vicesindaco ha 25 anni. Ma avrò bisogno di due esterni che mi spieghino il lavoro». Perché, lei non ha esperienza? «Zero. Ma faccio funzionare gli alberghi a cinque stelle». Ah, beh, allora. «Se metto d’accordo i cuochi siciliani e il personale di sala sardo posso fare tutto». Metterà i cartelli di Viggiù in lumbard, Vigiü? «Prima devo pulire il paese. Abbiamo il calco originale dell’Alberto da Giussano qui, vorrei valorizzarlo. Ma come fai a invitare ospiti se la casa è sporca?».