lettere a Salvarore Carruba, Il Sole 24 Ore 05/06/2009, 5 giugno 2009
Quello che impressiona più favorevolmente di Kakà è la sua faccia da bravo ragazzo. Piace anche la sua spiritualità e il suo ringraziare l’Altissimo dopo ogni gol
Quello che impressiona più favorevolmente di Kakà è la sua faccia da bravo ragazzo. Piace anche la sua spiritualità e il suo ringraziare l’Altissimo dopo ogni gol. Alcuni mesi fa disse che non voleva andare a Manchester, che i soldi non gli interessavano. Ora si fa avanti il Real Madrid e l’affare pare sia stato concluso in un baleno a colpi di milioni. L’ottavo comandamento vieta di dire falsa testimonianza, il Dio al quale è così tanto affezionato non sarà molto felice di vedere un suo discepolo così pio caduto in tentazione tanto facilmente inseguendo il vil denaro. Sandro Lone E ora riescono pure a fare scappare i calciatori. Quell’eldorado del mondo del pallone che da sempre è stata l’Italia non ha più l’appeal di pochi anni fa. Lo afferma Kakà in persona, questo mondo è diventato improvvisamente noioso, gli stadi sono vecchi e, dulcis in fundo, troppo fisco. Quando tutto sarà stato demolito, quando gli unici rimasti a lavorare (e a pagare le imposte) in Italia saranno i dipendenti pubblici, quando queste imposte costituiranno una mera partita di giro, trattenute dallo Stato sugli stipendi erogati e usate perpagare glistessi stipendi,il collasso sarà completo. Mario Moreggi email Se guadagnare tanto fosse di per sé un peccato, l’anima di Kakà rischierebbe grosso già a Milano. E si potrebbe allora pensare che, peccato per peccato, il devoto attaccante stia riflettendo in queste ore sul Lutero del "si peccas, pecca fortiter". Oppure, che manager meno sensibili ai richiami della fede stiano facendo a loro volta i propri conti, per verificare se il proprio bilancio valga bene un Kakà.