Mario Baldassarri, Corriere della sera 5/6/2009, 5 giugno 2009
L’INFLAZIONE E LA TRAPPOLA DEL SUPERCAMBIO
evidente il paradosso di una banca centrale che ha come responsabilità quella di decidere la politica monetaria per guidare ex-ante il sistema economico e non quello di commentare ex-post andamenti pesantemente negativi della crescita economica, senza chiedersi se i suoi errori abbiano influito e quanto su quegli stessi andamenti. Basti ricordare infatti che soltanto nove mesi fa, ai primi segnali di crisi, la Bce addirittura aumentò i tassi d’interesse. E solo dallo scorso ottobre iniziò uno stillicidio di mini riduzioni arrivando dopo otto mesi all’attuale 1%, svuotando di qualunque efficacia le stesse manovre via via adottate.
Questo errore di politica monetaria ha prodotto due gravi ’effetti collaterali’. Da una parte, un evidente eccesso di frenata sull’inflazione che, contrariamente all’obiettivo posto al 2%, viaggia ora verso lo 0%! Dall’altra si è verificato il super apprezzamento dell’ euro che veleggia a 1,40 rispetto al dollaro. E poiché, molto furbescamente la Cina ha agganciato la sua moneta al dollaro, l’Europa ha regalato a Pechino un vantaggio competitivo via cambio di quasi il 50%, che va ad aggiungersi a tutti gli altri vantaggi cinesi in tema di veri e propri dumping, sociale economico e politico. consapevole la Bce che ogni 20 centesimi di apprezzamento dell’euro significa per l’Europa un -1% di PIL, a parità di ogni altra condizione? consapevole la Bce che con un euro ’guidato’ attorno alla parità rispetto al dollaro, la sua previsione di oggi del -5% di crescita in Europa sarebbe stata almeno del -3%? A questo punto la Bce potrebbe replicare chiedendo quale sarebbe stata però l’inflazione. facile capire che oggi, invece di una inflazione tra lo 0 e lo 0,5%, avremmo potuto avere un indice a circa l’1,5%, comunque al di sotto dell’obiettivo del 2% posto sempre dalla stessa Bce.
In realtà questa è la controprova che in Europa l’uso sbagliato della politica monetaria per combattere una ipotesi di inflazione da costi delle materie prime e non certo da eccessi di domanda, determina il seguente trade- off: per ogni 1% di inflazione in meno, l’Europa subisce un 2% di crescita in meno. Ma c’è un ulteriore paradosso. La Bce inonda le banche di liquidità cadendo in una classica ’trappola della liquidità’: le banche, non fidandosi tra loro, ridepositano questa liquidità presso la stessa Bce negandola al sistema produttivo e provocando la strozzatura del credito.
Pertanto, dopo lo stillicidio delle mini riduzioni dei tassi, la Bce rischia di commettere un secondo errore rimanendo ferma, come l’asino di Buridano, tra la trappola della liquidità e il credit-crunch. Non si potrebbe pensare di dare una garanzia della stessa Bce sul mercato interbancario, almeno per un certo periodo, in modo tale da riattivare i prestiti tra le banche al fine di far arrivare il credito a chi ne ha bisogno, cioè a imprese e famiglie? Così si frenerebbe in parte la caduta del reddito di quest’anno e si sosterrebbe in modo più concreto la ripresa dell’anno prossimo.