Gian Antonio Stella, Corriere della sera 5/6/2009, 5 giugno 2009
IL RITORNO DI COSIMO MELE «DOPO LA NOTTE BRAVA RIPARTO DALLA MIA TERRA»
Candidato a Brindisi: io triste senza politica
Ma ne gira di droga, a Montecitorio? «Euh!» Vuol dire sì? «Euh!» Sì o no? «Pure in bagno. Una volta ne ho trovata anch’io. Una striscia lunga lunga che ho pulito con un asciugamano». E sesso? «Euh!» Vuol dire sì? «Di più! Di più!» Colleghi? «Colleghi, colleghe... Appena eletto c’è sempre chi ti indirizza a quelli che sono lì da qualche legislatura e hanno l’agendina piena di numeri. C’è tutto un giro di signorine…» Lui no, assicura. Basta: «Uno spavento vale cento. Ho sbagliato, ho pagato. Mai più». Giura? «Giuro». Con la politica, invece, il leggendario Cosimo Mele, che un paio di anni fa finì su tutte le prime pagine per una notte brava passata all’hotel Flora di via Veneto con due squillo, una delle quali si era poi sentita male, ha deciso di riprovarci. Una candidatura piccola piccola: alle provinciali di Brindisi. Così, tanto per tornare: «Mi candido con l’Alleanza di centro di Francesco Pionati. Me l’ha chiesto lui. Gli sono grato. Sinceramente, avrei potuto candidarmi anche nel Pdl. Ho sempre avuto un ottimo rapporto con Raffaele Fitto. Raffaele! Grande risorsa del paese!». Gliel’hanno offerto? «No. Ma penso che non avrei avuto problemi. Sa, in quattro e quattr’otto ho messo su una lista che comunque prenderà tra gli otto e i diecimila voti». Sicuro? Abbozza una smorfia e dalla loggetta del magnifico ristorante che si affaccia sulla piazza di Carovigno, vicino a Ostuni, traccia col dito una linea nell’aria per abbracciare il paese e la piana, come un reuccio abbraccia il suo reame: «Conosco tutti i miei elettori. Quasi tutti, diciamo. E so. Anche se ho tutta l’amministrazione comunale, pidiellina, contro. Li ho creati io, li ho cresciuti io, ma da quella notte famosa mi hanno voltato le spalle. Peggio per loro. Non sanno cosa li aspetta». Addirittura? «Carovigno si ribellerà. sempre stata con me. Sempre. Alla gente non interessa cosa faccio nella mia vita privata. Vuole che io risolva i problemi. Le strade di campagna, l’acqua, il turismo...».
Dice che proprio non poteva campare, senza politica: «Mia moglie (donna bellissima, ancora più bella dentro che fuori e vorrei che lo scrivesse) mi ha detto: ’Hai fatto bene, eri un uomo triste, senza’.». Ma l’obiettivo finale qual è: tornare a Roma? «Non so, non credo». Mai messo piede a Montecitorio, da allora? «Mai. Ho sbagliato ad andare a Roma. Ero consigliere regionale, stavo bene qui. Nella mia dimensione. I sapori della terra… Avevo già rifiutato un seggio al Senato nel 2001. Avrei dovuto rifiutare anche nel 2006. Sa, Roma è una città tentacolare...». Corruttrice? «Tentacolare.... Non c’è la semplicità delle nostre campagne. E poi, diciamolo, in Parlamento non si fa un cazzo».
Questa poi! «Voglio dire che per uno che è abituato a lavorare come me, che ho sempre fatto l’imprenditore nei calcestruzzi, star lì è spesso così noioso...». Bruxelles sarebbe meglio? «Per carità, forse peggio». Certo, lassù ci vorrebbe una «indennità tentazioni » superiore a quella del «ricongiungimento familiare» proposto da Cesa… «Eh…», sospira, «L’amico Lorenzo voleva darmi una mano, quella volta, invece con quella sua battuta mi inguaiò ancora di più. Vede, non ci crederà, ma io avevo già deciso che da settembre mia moglie (che è una donna assolutamente straordinaria, lo scriva) sarebbe venuta a vivere a Roma. Proprio quel pomeriggio le avevo comprato un anello. Ma sa, la lontananza…». Dopo quattro giorni… «Non voglio giustificarmi. Ho fatto un grandissimo errore. Però...».
Però? «Insomma, con me hanno esagerato. Un giorno apro il giornale: ’La Zenobi è incinta: sarà Mele?’ Lì è stata proprio brutta. Anche mia moglie (che è una donna stupenda, vorrei lo scrivesse) ha detto: mo’ stanno esagerando. La mossa successiva era chiara: la Zenobi avrebbe detto di aver abortito. Allora ho scritto: sono pronto a fare qualsiasi test del Dna. Figurarsi: io quella non l’ho manco toccata!».
E questa che storia è? «Giuro: manco toccata! » Ma dai! «Non mi piaceva. Quella faccia... ». Colpo di scena! «Sul serio. Io ho fatto sesso con l’altra. L’ucraina. La Maria Zdrenik. Proprio come ha raccontato anche lei in un’intervista a Visto. Quella è la verità. Non è vero che non le chiesi di fare dei giochetti lesbo, ma il resto sì... Lei sì, non posso negare che mi piacesse. Ma la Zenobi... ». Magari nega anche della coca… «Certo che nego. Ho chiesto più volte al magistrato di interrogarmi e farmi fare i test. Mai risposto. Allora sono andato a farmeli per conto mio. A Bologna e a Milano. Test speciali che dicono se una persona si è drogata anche una sola volta in vita sua». Risultati? «Zero. Io la coca manco l’ho vista, quella sera. Del resto il referto medico della Zenobi fa capire che anche lei non stava male: ’Paziente vigile e orientata…’».
Non dirà che è stato un trappolone! «E invece quello è il dubbio mio: un trappolone ». E perché mai? «Una settimana prima mi avevano detto che diventavo segretario regionale dell’Udc». Quindi il misterioso amico che quella sera diede buca all’ultimo momento era un deputato?» «Sì». Nome e cognome? «No. Per ora no. Per ora». L’ha rivisto? «Sì». E allora? «Dice che all’ultimo momento si era sentito poco bene. Mah… Era stata sua, l’idea». Con Casini ha parlato? «Di Casini non parlo». Eppure.... «Di Casini non parlo. Mi hanno ucciso loro. Un partito dovrebbe difendere i suoi deputati... ». Anche se la fanno così grossa? Un deputato cattolico con le squillo… «Francesco Caruso disse che Marco Biagi era un assassino ma non fu linciato come me. Ricordo una battuta di Ignazio La Russa sui test antidroga ridicoli dell’Udc: ’Sono test che passerebbe anche Mele’, dando per scontato che io fossi drogato. Meno male che è un garantista». L’ha più rivista, Francesca Zenobi? Diceva che voleva mandarle «una mille », cioè una e-mail… «No, più vista. venuta due o tre volte a Telenorba mandandomi a dire: ’ci dobbiamo vedere’. Figurarsi. Mi è bastato».
Dice che anche il prete, a Carovigno, l’ha perdonato: «Don Giovanni mi è stato molto vicino. Mi conosce, sa che la storia della droga era assurda. D’altra parte, se non c’è peccato non può esserci pentimento. Se non ci fosse il ’prima’ di Maria Maddalena non ci sarebbe neanche il ’dopo’». Quanto al paese… «Nessun problema. Al massimo mi dicono: ’Onorevole, gliel’hanno fatta...’ O mi fanno l’occhiolino. Capirà, dopo aver letto come mi hanno descritto la Zenobi e la Zdrenik… Da un certo punto di vista ci avrei pure guadagnato. Pensi che su Facebook è nato perfino un club ’ammiratori di Cosimo Mele’. Con 500 iscritti». Nooooo! «Mi scrivono: sei un mito! Oppure: ’con tutti ”sti transessuali in giro, finalmente un uomo con i…». Lettere di focose ammiratrici ne arrivano? «Sì, ma… Non so se ha preso nota ma mia moglie, che è meravigliosa e vorrei tanto che lo scrivesse…».