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 2009  giugno 05 Venerdì calendario

Il più influente ayatollah del Libano consegna al Riformista un messaggio per l’islam d’Italia

Il più influente ayatollah del Libano consegna al Riformista un messaggio per l’islam d’Italia. Abed al-Alamir Kabalan, il principale esponente dello sciismo libanese, oggi presidente del Consiglio Islamico Superiore della Comunità Sciita del Libano di cui fu tra i fondatori nel 1967, ha concesso una intervista esclusiva al Riformista e a Radio Radicale. "In Occidente l’Islam è la seconda religione. Mi rivolgo alle comunità musulmane che vivono in Occidente e in particolare in Italia. Siate la vetrina dell’Islam e non un peso per le società in cui vivete. Interagite con la gente, con sincerità e onestà. Tenetevi lontani dalla violenza e condannate il terrorismo. Cooperate e collaborate con i Paesi e con gli Stati che vi ospitano, rispettando le loro leggi e le loro tradizioni, integratevi nelle loro società. Comportandovi con alta moralità, possiate presentare con le vostre azioni il volto umano e civile dell’Islam, sempre aperto agli altri". Alla domanda se la scarsa conoscenza dell’islam da parte degli occidentali sia causa di incomprensione, l’ayatollah risponde: "Assalaamu alaykum, la Pace sia con voi. [...] Purtroppo le tante pressioni esistenti spingono a ignorare l’Islam, che è una religione saggia nei principi, come nel testo. Noi chiediamo solo il riconoscimento dell’Islam, del suo credere nel dialogo tra le civiltà, le religioni. [...] L’Islam è al fianco della società e noi musulmani vorremmo realizzare la giustizia e la libertà. Vorrei invitare gli occidentali a non vedere quello che nell’Islam non esiste. L’Islam si basa sui valori fondamentali dei diritti umani e noi musulmani dobbiamo occuparci dell’altro, essere aperti e riconoscere la diversità". Su Obama: "...mi aspetto che sia lui a portare la bandiera della giustizia. E’ il Presidente di una grande potenza e credo tocchi a lui difendere i diritti dell’uomo, i diseredati, gli oppressi, per spazzare via l’ingiustizia. Su Khomeini, l’ayatollah che guidò la rivoluzione islamica in Iran: "Ho conosciuto l’Imam Khomeini attraverso la sua dottrina. Il suo pensiero ha rotto gli equilibri, ha cancellato l’oppressione, esteso la giustizia". Gli sciiti in Libano e il loro rapporto con l’Iran: "Hezbollah e Amal sono partiti islamici, partiti sciiti. Non dimentichi però che viviamo in Libano, il paese delle diverse religioni. Tutti insieme, cristiani e musulmani, lavoriamo e operiamo per difendere la nostra patria. [...] Finora abbiamo dovuto difenderci solo dall’entità israeliana, l’unica entità nemica". "Noi siamo legati all’Iran per amicizia e religione. Siamo sciiti come loro, seguiamo la stessa dottrina e veneriamo gli stessi Imam. Anche se le assicuro che l’Iran non vuole mettere le mani su nessuno stato, noi, come loro del resto, siamo rispettosi della nostra autonomia". La comunità internazionale è preoccupata che le vicine elezioni in Libano e in Iran possano fare di Hezbollah il primo partito e riconfermare Ahmadinejad, rafforzando l’asse sciita fondamentalista. "Il Libano è un ponte tra Oriente e Occidente e continuerà ad esserlo chiunque si affermi alle prossime elezioni. I libanesi sono convinti di questo e vogliono rapporti forti con l’Occidente e in particolare con gli Stati Uniti d’America. Non cambierà niente, vedrà...vogliamo solo avere rapporti fondati sull’amicizia e il rispetto reciproco. Sono convinto che anche in Iran, una nuova affermazione di Ahmadinejad non provocherebbe nulla di particolare".