Ignazio Ingrao, Panorama, 11 giugno 2009, 11 giugno 2009
L’immigrazione divide i vescovi italiani. Nel corso della recente assemblea della Cei, svoltasi in Vaticano a porte chiuse, è stata battaglia all’ultimo voto per l’elezione del presidente della Commissione episcopale per le migrazioni
L’immigrazione divide i vescovi italiani. Nel corso della recente assemblea della Cei, svoltasi in Vaticano a porte chiuse, è stata battaglia all’ultimo voto per l’elezione del presidente della Commissione episcopale per le migrazioni. Due i presuli in lizza, secondo quanto appreso da Panorama: Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone, già rettore della Pontificia università urbaniana, vicino alla Comunità di Sant’Egidio, decisamente favorevole a una politica di accoglienza verso gli immigrati; e Bruno Schettino, arcivescovo di Capua, meno noto ma vigorosamente sostenuto dai vecovi meridionali, particolarmente preoccupati da ordine pubblico e tutela della legalità. Dopo una prima votazione favorevole a Spreafico, al ballottaggio ha avuto la meglio Schettino, mettendo in luce le diverse sensibilità dell’episcopato in tema di immigrazione. Vivace anche il dibattito seguito alla relazione del presidente, Angelo Bagnasco. Diversi presuli sono intervenuti a proposito di respingimenti di clandestini e politiche migratorie. Il vescovo di San Marino, Luigi Negri, vicino a Comunione e liberazione, ha chiesto con forza di tener conto delle ragioni della legalità. A difesa di un’intelligente apertura verso l’immigrazione si è espresso invece il vescovo di Terni, Vincenzo Paglia, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Un fatto è certo, a due anni dalla fine dell’era Ruini, anche nella Cei si affacciano le correnti.