Paolo Conti, Corriere della sera 3/6/2009, 3 giugno 2009
LA RANA CHE STUPISCE VENEZIA
Ecco la statua di Charles Ray: un inno alla curiosità umana
La Venezia del nuovo Millennio ha il suo nuovo simbolo contemporaneo: un candido e gigantesco ragazzino, in acciaio inossidabile e poliuretano acrilico, alto due metri e mezzo. Lo sguardo del ragazzo è stupefatto: la sua mano solleva una rana. La scultura-installazione di Charles Ray (classe 1953, californiano, uno dei più affermati artisti contemporanei) cambierà il panorama di Venezia, proprio di fronte a San Marco. Perché l’opera di Ray troneggerà da oggi sulla Punta della Dogana, la sottile lingua di terra triangolare che divide il Canal Grande dal Canale della Giudecca. Il «Ragazzo con la Rana» è da oggi il simbolo dell’approdo di François Pinault all’edificio seicentesco della Punta: lì il miliardario francese, padrone dei marchi di moda più prestigiosi al mondo (da Gucci a Yves Saint Laurent) e appassionato di arte contemporanea, aprirà al pubblico la sua immensa, ricchissima collezione. E lo fa proprio nelle ore in cui a Venezia si inaugura la Biennale d’Arte.
Volutamente, quasi con sfrontatezza, il «Ragazzo con la Rana» farà da contrappunto contemporaneo ai due eleganti Atlanti che sorreggono la sfera in bronzo dorato sovrastata dalla Fortuna. Il Seicento accanto al Duemila, un evidente dialogo tra memoria e innovazione, uno slogan caro al sindaco Massimo Cacciari, nemico dichiarato di una visione della città ancorata al concetto di museo immobile, statico, rivolto al passato. Charles Ray parla della sua opera come di un inno alla curiosità umana: la meraviglia della scoperta, il candore di chi ammira per la prima volta «qualcosa».
Il gioco dei rinvii rispetto all’arte contemporanea immaginata come motore di rinnovamento per la Venezia del domani, è fin troppo ovvio. E le radici del «Ragazzo con la Rana», assicura Ray, affondano nel profondo della scultura classica: per esempio «Lo spinario», il ragazzo che si toglie la spina dal piede, primo secolo avanti Cristo, opera ellenistica nota in varie versioni. Aggiunge in un suo scritto Francesco Bonami, curatore della mostra Pinault che apre a Venezia nelle sue due sedi, Palazzo Grassi e Punta della Dogana: «Per la scultura pensata esclusivamente per Punta della Dogana, Charles Ray parte dall’antichità greca, dalla figura del Kouros, il giovane dio che sta compiendo il primo passo dalla pubertà arcaica dentro la maturità classica. E c’è anche il David di Donatello, oltre a ’Lo spinario’ ».
Ha detto ancora Ray: «Questa scultura vuole mostrare la connessione fra la mente, il corpo e il mondo, creando una narrativa fra la luce, il tempo e lo spazio attraverso gli occhi di questo ragazzo che osserva la piccola rana. La meraviglia del giovane sulla punta si trasmette attraverso l’acqua alle barche che passano in laguna e riflette quella dei tanti turisti che visitano Venezia». Una città che non finisce di stupire. Nemmeno nel 2009, in queste ore in cui l’antico sembra quasi lasciare il passo all’arte del nuovo millennio: Biennale, collezione Pinault nelle due sedi, il nuovo museo Vedova «animato » da Renzo Piano, gli appuntamenti alla Fondazione Cini e alla Collezione Guggenheim. Il «Ragazzo con la Rana» fa bene a stupirsi.