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 2009  giugno 03 Mercoledì calendario

FUORI DAI RADAR IL SETTANTA PER CENTO DEI CIELI


MILANO – L’Airbus 330 di Air France dissolto tragica­mente nel nulla in un punto del cielo non ben definito: non è un caso. Dove volano gli aeroplani sui quali ogni anno si imbarcano 680 milioni di passeggeri, non lo si conosce per il 70% della loro rotta intor­no alla Terra. Perché sopra gli oceani, i grandi mari come il Mediterraneo o sulle zone de­sertiche dell’Africa o del Suda­merica non esistono radar che mostrino dove si trovano i veli­voli. Quando un jet si allonta­na oltre 350 chilometri dalle coste si proietta in uno spazio nel quale solo i piloti hanno co­gnizione della posizione gra­zie agli strumenti di bordo. A Terra lo sanno sulla carta per­ché prima del decollo la rotta è rigorosamente pianificata. appunto per avere margini di sicurezza sufficienti che i veli­voli in rotta, dove non c’è co­pertura radar, sono distanziati fra loro di 130 chilometri. Esi­stono, ovviamente, comunica­zioni radio, ma queste non in­dicano il luogo della traietto­ria seguita.

Proprio per affrontare que­sta situazione insostenibile, so­prattutto in prospettiva, si la­vora alacremente – anche se siamo agli inizi – per intro­durre un sistema che cambie­rà in meglio il mondo della na­vigazione aerea.

Il traffico, nonostante le va­rie crisi, cresce in media del 5-6% l’anno ed entro il 2025 si prevede un raddoppio rispetto ad oggi. Lo sviluppo, però, si potrà materializzare solo ridu­cendo gli spazi di separazione nei corridoi aerei facendo così viaggiare più aeroplani. Ma per compiere questo passo è necessario sapere con esattez­za dove si trovano al fine di ga­rantire loro l’indispensabile si­curezza. Ciò è consentito dalla nuova tecnologia Ads-B (Auto­matic Dependent Surveillan­ce- Broadcast). « una vera ri­voluzione – spiega Nadio Di Rienzo, direttore generale del­l’Enav, la società di assistenza al volo – perché finalmente a terra e in cielo conosceremo senza incertezze la posizione dei jet quando sorvolano terri­tori privi di copertura radar». Il sistema utilizza innanzitutto i satelliti di navigazione Gps con i quali gli strumenti a bor­do calcolano la posizione. Que­sta viene automaticamente ela­borata e trasmessa agli altri ae­rei in volo e alle stazioni terre­stri che a loro volta la rilancia­no ad altri velivoli. «Tutto av­viene automaticamente – pre­cisa Di Rienzo – in un dialogo tra i computer che rivelano con esattezza ciò che voglia­mo sapere in ogni momento, cioè dove ci si trova». In gen­naio il sistema è entrato in fun­zione in Canada e Groenlan­dia, ma sperimentazioni sono già state effettuate in Florida, in Alaska e in Australia. In Eu­ropa sono state coordinate dal­l’Enav, in particolare per razio­nalizzare i movimenti nel­l’area mediterranea. Questi strumenti sono costruiti in Eu­ropa da Thales e Selex-Finmec­canica e sono meno costosi (circa un decimo) rispetto ai radar.

La Federal Aviation Admini­stration ha stabilito il comple­tamento della rete terrestre per il 2015 mentre tutti i veli­voli dovranno essere dotati del sistema a bordo entro il 2020. Uguale obiettivo si è da­ta l’Europa con il programma Cesar che prevede già la realiz­zazione di una prima fase en­tro il 2013. Tutti i nuovi aero­plani prodotti oggi sono dota­ti degli apparati adeguati men­tre quelli in servizio dovranno essere aggiornati (ciascuno con un costo di circa 7 mila dollari). «Il traffico entro dieci anni – nota Paul Takemoto, portavoce della Federal Avia­tion Administration – sarà ta­le da non poter essere governa­to in sicurezza solo con i radar a terra».