Emilio Gioventù e Paolo Silvestrelli, ItaliaOggi 2/6/2009, 2 giugno 2009
SOGNAVANO IL NOEMI-GATE HANNO TROVATO UN TOPOLANEK
Ecco i trentasei giorni di caccia-flop del giornalismo d’inchiesta italiano
Trentasei giorni che avrebbero potuto fare impallidire Bob Woodward e Carl Bernstein, i giornalisti che dalle colonne del Washington Post condussero l’inchiesta giornalistica che svelò i retroscena dello scandalo Watergate. Trentasei giorni durante i quali il giornalismo d’inchiesta italiano dà la caccia a tutto ciò che, invece, possa incastrare il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, sul caso Noemi. Trentasei giorni al termine dei quali non viene trovato nulla da costringere il premier alle dimissioni. Eppure non si è badato a spese pur di trovare tre indizi che facessero uno straccio di prova. Alla fine soltanto un magro bottino. E pensare che alla battuta di caccia partecipano i segugi migliori, quelli cresciuti a pane e inchieste.
Un ex pregiudicato nella rete di Repubblica
Chi si lancia a testa bassa nell’avventura, fiutando il colpo grosso, è il quotidiano La Repubblica. Dopo aver circoscritto il terreno di caccia, ovvero il ristorante a Casoria dove Berlusconi si presenta alla festa dei 18 anni di Noemi, entra in campo Giuseppe D’Avanzo, il giornalista che naviga a suo agio tra le fonti dei servizi segreti. Il 24 maggio scorso D’Avanzo pensa di avere la preda nel sacco. Si tratta di Gino Flaminio, l’ex findanzato di Noemi, al quale il giornalista di Repubblica concede lunghe colonne di piombo del quotidiano per raccontare come «papi Berlusconi entrò nella vita di Noemi». Si verrà a scoprire che Flaminio è stato, sì, fidanzato con Noemi, peccato soltanto che il quotidiano di Largo Fochetti sorvoli sul fatto che Flaminio ha un peccato di gioventù: una rapina. Che lui stesso ammetterà in una lettera consegnata e pubblicata ieri dal Corriere della Sera: « stato detto che sono un pregiudicato, cosa vera, ma è stato un unico episodio».
Anche Gino fiuta l’affare il mercato, bellezza
La saga di Gino Flaminio è comunque un filone da seguire. Il Giornale, diretto da Mario Giordano, per legittima difesa vista la proprietà, decide di entrare nel terreno di caccia battuto dai segugi del giornalismo d’inchiesta. Lo fa per dire che l’ex di Noemi ha capito che dove c’è richiesta c’è offerta: è il mercato bellezza. E sostiene che l’ex di Noemi rilascerebbe interviste a pagamento. Gino smentisce di aver preso soldi da Repubblica per l’intervista con D’Avanzo, ma dice, invece, che «con Novella è diverso». Anche il direttore del settimanale, Candida Morvillo smentisce. Ma il Giornale pubblica pezzo e foto in cui sostiente che un suo giornalista ha dovuto consegnare 500 euro a Flaminio «per il disturbo», ovvero per un’intervista comunque non andata a buon fine .
Repubblica non molla e si alza in volo
Il quotidiano diretto da Ezio Mauro non si arrende e vira la sua attenzione sui voli di stato che avrebbero fatto la spola con Villa Certosa, la residenza sarda di Berlusconi. Nel mirino finisce Mariano Apicella, praticamente la colonna sonora vivente del premier. Di certo lo chansonnier non potrà essere la testa d’ariete per detronizzare Berlusconi visto che per una faccenda simile Clemente Mastella se la cavò con una alzata di spalle.
Arrivano i fuochi d’artificio Quel Capodanno in villa
Se le chiacchiere stanno a zero, allora meglio passare alle fotografie. E qui scatta la caccia al fotografo che avrebbe ben 1.200 scatti della festa di Capodanno a Villa Certosa alla quale avrebbero preso parte ospiti illustri, ma anche un esercito di belle ragazze tra le quali anche Noemi. Le foto vengono sequestrate dopo un esposto di Berlusconi al garante della privacy. Il premier farebbe intendere che il materiale fotografico sarebbe stato offerto al migliori offerente. Panorama di Maurizio Belpietro dice che dopo aver visionato le foto capì che non c’era nulla di giornalisticamente appetibile. Il settimanale Gente, che il fotografo Antonello Zappadu dice di aver contattato, smentisce in toto l’avvio di trattative.
A fine caccia resta un Topolanek in mano
Chiusa la stagione autunno-inverno, meglio passare alla collezione estiva. E il book che il fotografo cerca di piazzare sul mercato è quello dell’estate a Villa Certosa. Precisamente dell’anno in cui Berlusconi ospita l’ex premier della Repubblica Ceca, Mirek Topolanek. Il catalogo viene spacciato per un book di tutto rispetto con tanto di foto di belle figliole in topless, alle prese con docce in giardino e coperte da mini-abiti. L’unico nudo che sembra finire nel teleobiettivo del fotografo è quello di Topolanek. Il settimanale L’Espresso avrebbe anche provato a corredare le inchieste sull’«harem di Berlusconi» con qualche foto, ma le casse della casa editrice non hanno permesso di acquistare neppure una foto di quelle che, comunque, in parte finirono già sulla prima pagina di Oggi un anno fa.
A lezione dagli anglosassoni Il Times sale in cattedra
Vuoi vedere che tocca prendere lezione di giornalismo d’inchiesta ancora una volta dagli anglosassoni. Sembrava di sì quando sulla vicenda Noemi scese in campo addirittura il Times di Rupert Murdoch. Sale in cattedra il corrispondente dall’Italia, Richard Owen, con un’intervista con la madre di Noemi, Anna Palumbo: «Dovrà fare per mia figlia quello che non ha fatto per me». Owen, messo alle strette, deve scrivere un secondo articolo per confessare che l’intervista con la Palumbo non c’è mai stata e che quelle frasi erano copiate da un giornale.
E Michele Santoro resta fuori dal ristorante
In questi 36 giorni ci prova anche un segugio di razza come Michele Santoro. Ma le telecamere di «AnnoZero» non hanno l’ordine di varcare la soglia del ristorante di Casoria dove si svolse la festa di Noemi. Sono trascorsi così i 36 giorni da leone del giornalismo d’inchiesta italiano, terminati con una caccia flop.