Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  giugno 02 Martedì calendario

Arte accessibile, l’Europa fa boom - Spettatori ad Art Basel acquirenti all’Affordable Art Fair

Arte accessibile, l’Europa fa boom - Spettatori ad Art Basel acquirenti all’Affordable Art Fair. Se la maggior parte dei comuni mortali guarda l’arte soprattutto da visitatore, tra una presentazione e un cocktail in piedi, è altrettanto vero che le opere a portata dei più continuano a muovere business e spettatori grazie alle (poche) fiere di settore che richiamano ciò che l’arte dovrebbe sinceramente essere senza il marketing e l’instancabile macchina di critici e gallerie: possibile. Da 10 anni il road show dell’arte accessibile, così rassicurante in tempi di crisi, tocca le maggiori piazze europee e mondiali. Da giovedì 4 giugno e fino a domenica la tappa parigina dell’Affordable art fair, di ritorno da Londra, Sydney e Amsterdam, tenterà ancora una volta di spazzare via il luogo comune che comprare opere è roba da elite e va oltre le tasche della massa. Come? Allestendo una piazza di 600 artisti con budget dai 100 ai 5 mila euro per giovani collezionisti e operatori non professionali alla ricerca di nuovi talenti. Secondo Art price è proprio il Vecchio continente (a eccezione di Londra) a muovere i maggiori affari in questo settore, mentre le i lavori più cari sul mercato vengono battuti all’asta sulle rive del Tamigi o a New York. Fra le nazioni leader nella classifica per vendite di lavori a meno di 5 mila euro nel 2008 spicca la Germania (86%), seguita dalla Francia (83%) e dall’Italia (76,4%). Poco male se i più dicono che l’arte accesibile è zeppa di riproduzioni che con il loro moltiplicarsi fanno crollare automaticamente il prezzo. I dati dimostrano il contrario: sono pezzi unici, su tela o carta, il 65,7% delle opere vendute sotto i 5 mila euro, mentre sotto tale cifra parte la segmentazione di materiali e epoche. Qui spopolano i longevi Pablo Picasso (nel 2008 oltre il 63% delle transazioni a suoi riguardo sono state sotto i 5 mila euro) e i Salvador Dali (battuto all’80% sotto la soglia dei cinquemila). Con l’arte moderna cambia il registro. Andy Warhol è il maestro dell’affordable art, con pubblicità in prestito all’arte (oggi da milionari). Chi ha ben capito la lezione (anche in termini di prezzi) sembra essere la scuola asiatica, con il giapponese Takashi Murakami in testa. Molto noto per le collaborazioni con Louis Vuitton, l’artista ha attinto a piene mani dal modello Warholiano mettendo su la Kaikai Kiki corporation con cui commercia la sua arte che include bambole Manga da non più di 100 euro, ma anche opere che superano il milione di euro. Tra gli artisti contemporanei, infine, in molti hanno capito l’approccio di comunicazione e marketing col pubblico. Fra tutti Jeff Koons, Damien Hirst e Wim Delvoye. Dimostrando grande acume hanno lanciato un sistema di produzioni gemelle: una per l’elite danarosa, l’altra molto più accessibile.