STEFANO LORENZETTO, IL GIORNALE 3/6/2009, 3 giugno 2009
Circoscrizioni, l’inutilità a peso d’oro - Davanti alla scuola hanno scritto «merde» su un palo della luce
Circoscrizioni, l’inutilità a peso d’oro - Davanti alla scuola hanno scritto «merde» su un palo della luce. Da intendersi non come francesismo, che quantomeno denoterebbe la conoscenza della lingua di Cambronne e della storia, bensì comesostantivo plurale.Nonmiscandalizzo: potrebbe anche essere stato mio figlio (mai dimenticare il motivo per cui Indro Montanelli rinunciò alle gioie della paternità: «Non sai chi ti metti in casa»). Mia moglie ha chiesto al personale dell’istituto per quale motivo la scurrilità non viene cancellata. La spiegazione cheharicevutoè stata magrittiana: «Non è stato ancora deciso a chi tocchi coprirla, se alla circoscrizione oppure all’Azienda municipalizzata di igiene ambientale». Pare che i due enti si siano così suddivisi i compiti: le offese e le volgarità sono di competenza della circoscrizione; gli slogan politici dell’Amia. Direte voi: più volgare di «merde»! Eh no, perché lì vicino si legge anche «odio Napoli». Il combinato disposto maleducazionerazzismo ha prodotto una delicata impasse. Il conflitto di attribuzioni appare inestricabile: a chi tocca lavorare di bianchetto? Nel frattempo la scuola chiuderà e la deiezione spray seccherà al sole d’estate. La circoscrizione dista in linea d’aria 750 metri dal luogo del misfatto, l’Amia quasi 9 chilometri. Parrebbe logico che un omino fosse già arrivato dalla sede più vicina a tagliare col pennello il nodo gordiano. Una volta m’è capitato di visitarla, la sede della circoscrizione. L’hanno appena rimessa a nuovo. Il presidente dispone di un ufficio grande due volte quello del direttore del Giornale. Tre o quattro bandiere, ora non ricordo bene, piantate dietro la poltrona: Europa, Italia, Regione, Comune. La scrivania in noce massello, o legno equipollente, m’è parsa un ragionevole compromesso fra la Enterprise e la Nimitz. Desolantemente vuota la pista di atterraggio: qualche foglio e un tagliacarte. Il computer, spento, era di ultima generazione: immagino che sia collegato con l’Adsl al resto del mondo. Il parlamentino - grande profusione di legno anche lì - non ha nulla da invidiare, fatte le debite proporzioni, all’aula del Senato, con tanto di microfoni e amplificatori, assolutamente indispensabili quando i 18 consiglieri (presidente incluso) devono rivolgersi a chi gli sta a contatto di gomito. Completano il quadro il vicepresidente, l’ufficio di segreteria e le commissioni permanenti di lavoro. Quest’ultime sono talmente dedite alla loro ragione sociale, il lavoro, che un apposito regolamento ha stabilito di considerare valide le sedute allorché, trascorsa mezz’ora dall’orario fissato nell’avviso di convocazione, vi intervengano almeno tre componenti. Mancherebbe il quarto per la briscola. Nell’ipotesi che pochi volenterosi abbiano voglia di schiodarsi dal divano di casa dopo cena, le commissioni constano di 11 membri. Ne sono state istituite ben 12. Stiamo parlando di 132 commissari, circa il triplo del Consiglio comunale. Non ho nulla contro le circoscrizioni. Ma qua dobbiamo deciderci, per coerenza: se decentriamo, bisogna chiudere i municipi; se centralizziamo, bisogna chiudere le circoscrizioni. Abito in un paesino che fino al 1927 era Comune. Adesso è frazione. Nel 1981, quando vi ho fatto le pubblicazioni matrimoniali, c’era ancora un ufficio distaccato dell’anagrafe. Oggi che conta il doppio degli abitanti non hanemmenoil salumiere e l’edicola. Però i contribuenti devono finanziare sia ilComuneche la circoscrizione (tralascio la Provincia, la Regione e lo Stato). Che senso ha? Allora ridatemi la mia anagrafe. Per una volta tanto sono d’accordo con Fabio Mussi: bisogna deprofessionalizzare una parte degli incarichi pubblici. L’avventura capitata all’ex ministro dell’Università è illuminante: «Incontro un ragazzo in procinto di laurearsi. ”E dopo, cosa vuoi fare?”, gli chiedo. ”Il consigliere di circoscrizione”, mi risponde il ragazzo. Non nascondo una certa meraviglia: ”E perché proprio quello?”. Il ragazzo mi guarda come fossi tonto: ”Perché si guadagna più di 1.000 euro, e resta il tempo di fare ciò che si vuole”. Ma per quale partito? Il ragazzo mi riguarda come se fossi tonto: ”Per quello che mi candida, no?”. Non desisto. ”Di destra o di sinistra?”. Nessuna risposta. La domanda viene ritenuta priva di senso». Ho cercato invano di sapere con esattezza quanto guadagnano presidente e consiglieri di circoscrizione. Se le cifre sono pubbliche, bisogna riconoscere che le hanno occultate bene. Da un resoconto stenografico della Camera apprendo che per un Comune di 150.000 abitanti «realizzare cinque circoscrizioni significa impegnare non meno di 6 miliardi di vecchie lire l’anno», e stiamo parlando del 2005.Dueanni dopo, a Bari un presidente di circoscrizione portava a casa 2.874 euro mensili, quanto un medico ospedaliero di prima nomina, il doppio rispetto a un professore (fonte: La Repubblica). Il Trentino-Alto Adige e la Regione Siciliana, autonomi nello spendere e spandere, sono addirittura riusciti a raddoppiare le indennità. A Trento, 12 circoscrizioni e 195 consiglieri, il costo complessivo dei gettoni è salito a 1,5 milioni di euro l’anno; a Rovereto, 37.000 abitanti e sette quartieri, a 800.000 euro (fonte: Panorama). Una cosa è certa: più di 10.000 italiani sono stipendiati per occuparsi dell’orticello di casa, con un esborso di 120 milioni di euro annui per i soli emolumenti. Il guaio è che questi signori non stanno mai fermi. Continuano a scialare che è una bellezza. Uscendo di casa per la passeggiata serale, mi sono accorto che davanti alla croce di legno, posata nel 1951 in ricordo della missione predicata dai Redentoristi, era stato eretto il nuovo totem della circoscrizione: un enorme pannello a messaggio variabile. Vorrei proprio telefonare alla ditta Aesys di Seriate (Bergamo), che lo produce: ma quanti ve ne hanno fatti piazzare, i munifici circoscritti, dalle Alpi a Capo Passero? Ormai non si sa più dove posare l’occhio. Il tabellone elettronico luminoso mi ha reso edotto delle seguenti novità, una più sensazionale dell’altra: passeggiata ecologica; conferenza su «Il disagio giovanile nella riflessione di Umberto Galimberti»; conferenza sulle tecniche di giardinaggio; incontro di calcio del campionato di terza categoria; corso di telecamera e computer. Sai quanto gliene frega ai contadini impegnati a tirar giù ciliegie? Ma siccome la provvidenza c’è, ho appreso da altra fonte che Mario Valducci, deputato del Pdl, ha presentato un disegno di legge per la soppressione degli enti territoriali intermedi, a cominciare dalle 344 circoscrizioni comunali, e che una bozza predisposta dai ministri Calderoli, Maroni, Bossi e Brunetta dopo l’approvazione definitiva al Senato del federalismo fiscale va nella stessa direzione: gli organismi di governo dei quartieri resteranno solo nei Comuni capoluoghi di regione e in quelli con più di 250.000 abitanti. Onorevoli, fate un ultimo sforzo: via tutti.