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 2009  giugno 03 Mercoledì calendario

sottratto nella notte fra il 30 e il 31 maggio nel cimitero di napoli Totò, ritrovato lo stemma trafugato Era destinato a una villa del Nord La Mobile lo ha trovato con altri arredi, tra cui quelli sottratti nella cappella di Caruso

sottratto nella notte fra il 30 e il 31 maggio nel cimitero di napoli Totò, ritrovato lo stemma trafugato Era destinato a una villa del Nord La Mobile lo ha trovato con altri arredi, tra cui quelli sottratti nella cappella di Caruso. Il grazie di Iervolino La tomba di Totò (Pressphoto) NAPOLI - Torna a casa, nell’ultima dimora del «principe della risata». Lo stemma nobiliare rubato dalla tomba di Totò, sottratto da ignoti nella notte fra il 30 e il 31 maggio, è stato ritrovato nella zona di Marianella, un quartiere della periferia di Napoli, in piena campagna. Gli agenti della squadra mobile hanno trovato lo stemma in un nascondiglio ricavato nel terreno e celato da arbusti: oltre allo stemma, presenti anche oggetti sacri, alcuni in marmo. probabile, ma sono in corso accertamenti su questo punto, che alcuni oggetti ritrovati possano appartenere ad altre tombe che vennero vandalizzate assieme a quella di Totò: fra queste quella del tenore Enrico Caruso dal quale furono asportati due candelabri preziosi. Lo stemma era quasi sicuramente destinato ad arredare una lussuosa villa del Nord Italia. Secondo quanto stato sottolineato dal questore, Santi Giuffrè, era, dunque, su commissione il furto dello stemma nobiliare. Lo stemma ha riportato pochissimi danni, solo uno piccolo in un angolo, e potrebbe essere collocato davanti alla tomba anche in giornata. Il furto, dunque, secondo quanto anche spiegato dal capo della Squadra Mobile, Vittorio Pisani, era inserito «nel mercato illegale delle opere d’arte che da Napoli va al Nord Italia per arredare ville antiche». Un mercato dove i napoletani hanno il ruolo di ladri per poi trasferire gli oggetti a commercianti e antiquari. Il cimitero del Pianto dove è sepolto Totò, ma anche altri illustri napoletani fra cui Nino Taranto e, appunto Enrico Caruso, è gestito dal Comune di Napoli, ma versa in una situazione di degrado con erbacce, strade sconnesse e una assoluta carenza di controlli. Per questo i ladri dello stemma e delle suppellettili nella tomba del tenore hanno potuto agire tranquillamente e indisturbati per molte ore. La figlia dell’attore, Liliana de Curtis, minacciò di chiudere la tomba, meta di continui pellegrinaggi da parte dei napoletani e di grande devozione. «Mio padre ha amato Napoli più della sua vita, ha lottato per difenderla – dichiarò subito dopo l’atto vandalico - quella tomba se l’è costruita con le sue stesse mani, ha scelto i marmi, persino il luogo dove riposare per sempre. Chiuderò la cappella perché temo anche il trafugamento delle sue spoglie». Lo stemma trafugato (ph. G. Capodanno) Ora il ritrovamento potrebbe far cambiare idea alla figlia dell’artista (che si trova attualmente in Sud Africa) visto che la polizia proprio a Diana De Curtis, nipote prediletta del «principe della risata» e figlia di Liliana, ha riconsegnato lo stemma ritrovato. «Vivissima gratitudine» è stata espressa dal sindaco di Napoli, Rosa Iervolino Russo, «agli agenti della squadra mobile della Questura di Napoli che hanno prontamente recuperato lo stemma nobiliare sottratto nei giorni scorsi dalla Cappella di Toto». «Naturalmente sarà cura dell’amministrazione comunale provvedere immediatamente al ripristino in loco dello stemma», ha aggiunto la Iervolino. 03 giugno 2009