Michele Calcaterra, ཿIl Sole-24 Ore 3/6/2009;, 3 giugno 2009
SENZA LAVORO 21 MILIONI DI EUROPEI
Sono ormai circa 21 milionii disoccupati dell’Unione Europea. Lo ha annunciato ieri Eurostat specificando che ad aprile il tasso è stato del 9,2%, rispetto all’8,9% di marzo, vale a dire il peggior dato dal settembre 1999. Ad aprile 2008, i senza lavoro erano al 7,3 per cento. Dei circa 21 milioni (556mila in più rispetto a marzo, 4,6 milioni in più rispetto a un anno prima) di disoccupati, circa due terzi, cioè 14,6 milioni, appartengono alla zona euro. Del resto non c’erano dubbi se si considera che accanto a paesi virtuosi come l’Olanda ( 3%) ci sono stati in crisi come la Spagna (18,1%).
Il raffronto tra aprile 2009 e lo stesso mese dell’anno precedente mostra la convergenza tra il tasso di senza lavoro uomini (8,9% rispetto al 6,6%) e donne (9,4% contro 8,2%), ma soprattutto la gravità della situazione dei giovani che evidenzia un aumento dal 14,7% al 18,7. Come a dire che per le persone al di sotto dei 25 anni, il posto di lavoro è un miraggio difficilmente realizzabile. Anche in questo casocon forti discrepanze tra la realtà olandese (tasso del 6%) e quella spagnola (36,2%).
Proprio la Spagna ieri ha reso noto il dato della disoccupazione a maggio, che evidenzia una riduzione di circa 25mila unità rispetto ad aprile. Finalmente una buona notizia per il governo Zapatero, dato che si tratta del primo calo da 14 mesi a questa parte. Questo dato da solo, però, non basta a dire che ci sia stata una concreta inversione di tendenza nel mercato del lavoro. Bisogna infatti attendere la verifica dei prossimi mesi, perché senza una ripresa dell’economia, difficilmente si può avere creazione di posti di lavoro.
Non a caso tutti i principali osservatori (Zapatero in prima persona) sono cauti. Tanto più che la proiezione di alcuni istituti per fine anno indica un severo deterioramento della situazione e quindi un livello di disoccupati che dovrebbe passare dai 3,6 milioni di maggio (+54% rispetto allo stesso mese del 2008) a oltre 4 milioni dopo l’estate per arrivare a 5 milioni agli inizi del 2010.
Un quadro apocalittico che si spiega con il fatto che i settori immobiliare, turismo e automobilistico sono alle corde e che il ricorso alla cassa integrazione, anticamera del licenziamento, è più che abbondante. Basti pensare che lo stock di case invendute si avvicina al milione, che quest’estate è prevista un’affluenza di turisti del 10% inferiore al 2008 e che le vendite di auto sono crollate negli ultimi mesi del 40 per cento.
Alcune misure di sostegno varate dal governo, in particolare il fondo di 8 miliardi di euro per le opere pubbliche nelle piccole comunità, stanno dando frutti e hanno permesso di creare circa 200mila nuovi posti. Tutto questo mentre l’esecutivo sta pensando di riformare il mercato del lavoro per renderlo più efficiente e flessibile. D’accordo coi sindacati, il governo lavora su un progetto che introduce incentivi fiscali per le aziende che si impegnano a mantenere l’occupazione o ad assumere a tempo indeterminato. Una proposta che non accontenta gli imprenditori, che da tempo chiedono contratti di lavoro meno onerosi in caso di licenziamento.