Stefano Carrer, ཿIl Sole-24 Ore 3/6/2009;, 3 giugno 2009
DESIGNATO L’EREDE DI KOM JONG-IL
successo proprio il giorno del secondo e più potente test atomico della Corea del Nord: il 25 maggio scorso il parlamento, le forze armate e forse anche le missioni all’estero sono state sollecitate a garantire la loro fedeltà all’ultimo rampollo dell’unica dinastia familiare di un regime comunista: Kim Jong-un - il 25enne terzo figlio di Kim Jong-Il - designato come successore in pectore dell’attuale dittatore. Lo hanno indicato ieri prima un parlamentare sudcoreano dell’opposizione, membro del comitato sulla sicurezza - informato dai servizi segreti - e poi altre fonti citate dai media sudcoreani, che hanno evidenziato il risvolto non solo internazionale, ma anche interno al regime, delle recenti provocazioni militari.
Secondo le ultime informazioni, Pyongyang starebbe preparando il lancio di altri missili, compreso uno potenzialmente in grado di colpire il territorio Usa: c’è chi ipotizza che il test a lunga gittata sarà effettuato il 16 giugno, giorno dell’incontro tra il presidente americano Obama e quello sudcoreano Lee Myung- bak. Missili a corto o medio raggio potrebbero essere lanciati in tempi più brevi. Pyongyang potrebbe cercare anche uno scontro navale limitato in una zona marittima dai confini contestati nel Mar Giallo, dove già in passato ci sono state schermaglie pericolose.
La Corea del Sud ha rafforzato il suo dispositivo navale nell’area per tenersi pronta a ogni evenienza. I mercati finanziari di Seul hanno cominciato a dare segni di nervosismo e il governo ha deciso di costituire una task force destinata a monitorare le possibili conseguenze negative sull’economia - dagli investimenti stranieri all’eventuale cancellazione di ordini per export - che potrebbero derivare da un aggravamento della tensione e da sanzioni internazionali contro il Nord.
però la notizia della designazione dell’erede della dinastia fondata da Kim Il- Sung a essere giudicata una svolta. Dopo l’ictus che avrebbe colpito il 67enne dittatore (già sofferente di diabete) nell’agosto scorso, era emersa come una debolezza strategica del regime l’incertezza sui meccanismi e i volti della successione. Kim JongIl aveva cominciato a "studiare" da leader a 32 anni attraverso una prima designazione informale, circa vent’anni prima della morte del padre (avvenuta nel 1994). Nel frattempo aveva potuto seguire un cursus honorum progressivo,
la cui replica ora dovrà giocoforza seguire tempi e modi più bruschi. Con un upgrading delle capacità belliche spendibili in termini propagandistici «Kim JongIl intende facilitare il processo di successione, che non è determinato solo da lui ma anche da alti esponenti del governo, del partito e delle forze armate», ritiene Paik Hang-Soon, analista al Sejong Institute.
A Tokyo, intanto, il governo ha deciso di sviluppare nell’ambito della nuova politica di utilizzo dello spazio anche per fini di difesa - un sistema satellitare in grado di monitorare tempestivamente il lancio di missili: il via libera è stato dato da una commissione presieduta dalla stesso premier Taro Aso, ieri in camiciola bianca di Okinawa (kariyushi) per promuovere l’annuale campagna ”Cool Biz” (abitileggeri estivi per risparmiare energia tenendo più bassa l’aria condizionata negli uffici pubblici). I venti da Nordovest arroventano il clima politico: Tokyo dà segni di insofferenza per il protrarsi delle discussione al Consiglio di sicurezza sul tema delle sanzioni, che Cina e Russia intendono annacquare. Il ministro degli Esteri cinese Yang Jeichi, in una telefonata al collega Hirofumi Nakasone, ha detto che le sanzioni non risolvono il problema Corea del Nord: occorrerebbe una risoluzione Onu «bilanciata», che non precluda il ritorno di Pyongyang al tavolo dei negoziati a sei.