Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  giugno 01 Lunedì calendario

UN TAGLIO DA 5 MILIONI DI EURO L’ANNO

Con la nuova legislatura arriva anche la nuova busta paga targata Ue. Prodecura automatica per i neo eletti, procedura a scelta per chi è già stato a Strasburgo e potrà quindi decidere se continuare a ricevere lo stipendio dallo Stato italiano – la deroga è applicabile per due legislature, quindi dieci anni – o diventare dipendente della Ue. L’unica certezza è il risparmio per le casse statali, nella peggiore delle ipotesi 130mila euro netti annui, ovvero lo stipendio medio (6mila euro mensili netti) dei 18 neofiti che metteranno piede a Strasburgo per la prima volta a luglio. Ma dei 72 eurodeputati italiani – con la nuova legislatura il loro numero si è ridotto (prima erano 78) – anche tra i "veterani", che sono la maggioranza (54), la scelta non è del tutto scontata. Se da un lato, infatti, è ormai accertato che i parlamentari italiani sono tra i più "viziati" e i meglio pagati, insieme a tedeschi e austriaci, è anche vero dall’altro che, in base al diverso trattamento fiscale applicato ai funzionari comunitari, il "passaggio" alla busta paga Ue non è così penalizzante. In tutto si tratterebbe di un paio di centinaia di euro in meno ogni mese.
Insomma, la notizia ha fatto più scalpore sui giornali che nei corridoi delle istituzioni europee e in molti, tra quelli interpellati, si dicono favorevoli a uno stipendio unico e comune. Ma c’è un piccolo dettaglio:per l’Italia questo passaggio significherebbero un risparmio di oltre 5 milioni di euro all’anno.