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 2009  maggio 28 Giovedì calendario

MARINA: SUPERATA OGNI DECENZA SONO ORGOGLIOSA DI MIO PADRE


«Da Franceschini arrivano scuse? Le respingo. Disegno politico contro il premier»

ROMA – Da settimane tace, «sono set­timane che soffro senza dire una parola per quanto sta capitando a Silvio Berlu­sconi », così lo chiama. «Ma stavolta non posso più tacere». E stavolta non è la pre­sidente di Fininvest e Mondadori a parla­re, non è la donna che la rivista Forbes de­finisce «la più influente d’Italia», non è la signora che siede a Mediobanca.

 Marina Berlusconi, una figlia che in­tende difendere l’onore del padre con le unghie, e con un tono di voce che ha fatto letteralmente ribaltare dalla sedia il fratel­lo: «Hai sentito cos’ha detto l’onorevole Dario Franceschini?», ha urlato al telefo­no a Pier Silvio. Il Tg1 aveva appena tra­smesso lo stralcio di un comizio del lea­der democratico: «Agli italiani e alle italia­ne vorrei chiedere una cosa. Fareste edu­care i vostri figli da Berlusconi?».

 pomeriggio inoltrato e Mari­na è ancora arrabbiata. «Arrab­biata? Sono indignata. Furiosa.

Eh no, basta. Ora basta davvero.

Il signor Franceschini – così lo chiama – non può permet­tersi di insultare Silvio Berlu­sconi. Ma chi si crede di esse­re? Si rende conto della gra­vità della sua dichiarazio­ne? Dovrebbe vergognarsi, v-e-r-g-o-g-n-a-r-s-i».

Al telefono si avverte il rumore di un pugno che si abbatte sulla scriva­nia, si sente il respiro af­fannoso di chi ha deciso di svestirsi del proprio ruolo in nome del padre: «Le parole di Franceschini sono un insulto, e non sol­tanto per Berlusconi. Per­ché insultando mio padre ha insultato anche me, la donna che sono, la madre che sono, e che sta trasferendo ai propri figli i valori che a loro volta mi hanno trasmesso i miei genitori».

Si è sempre detto e scritto del le­game particolare che unisce Marina al padre. Eccone la prova. «Si è supera­to ogni limite di decenza», protesta ad alta voce: «Questa non è libertà di paro­la, non è una semplice caduta di stile in campagna elettorale, questa è un’infa­mia ». Perciò non accetta la puntualizza­zione del segretario del Pd, dispiaciuto per il fatto che «le mie dichiarazioni so­no state male interpretate». «Se si tratta di scuse, sono respinte. la marcia indie­tro di chi si rende conto di aver sbagliato. Ma le sue parole al telegiornale le hanno sentite tutti. E penso che, come dirigente di partito, stia trascinando questa vicen­da su un piano che con la battaglia politi­ca, anche quella dei colpi bassi o bassissi­mi, non c’entra nulla».

«Ma quale diritto ha di dire anche una parola, una sola, su Berlusconi padre? Io questo diritto ce l’ho e stavolta non inten­do restar zitta. Vuol fare una domanda agli italiani? Gli rispondo da italiana, che è mamma e che ha avuto la fortuna di ave­re un genitore come Silvio Berlusconi. E parlo di fortuna non per il cognome che porta o per quello che ha fatto, ma per il padre che è stato e che è. Mio padre ha sempre lavorato tanto, ma non c’è stata una volta, una volta sola, in cui io non l’abbia sentito vicino quando ne avevo bi­sogno.

E vicino nel modo giusto, a secon­da delle situazioni: una presenza forte, se di quella avevo bisogno; o discreta, sfu­mata, se era la cosa giusta. Mi ha fatto sen­tire sempre molto amata, rispettata come figlia e come donna. Ha sempre compre­so e sostenuto le mie scelte. Ma cosa ne sa Franceschini di me, di noi...».

Le regole della lotta politica le sono chiare, è la lezione morale che non accet­ta: «Il segretario del Pd parla di valori? Al­lora sappia che ho fatto dei valori che i miei genitori mi hanno trasmesso la spi­na dorsale della mia vita. Ed è grazie a tut­to l’amore che mi hanno dato, e a quello che mi hanno insegnato, che oggi, a 42 anni, posso dire di essere una donna con­tenta, soddisfatta e fiera della mia vita, della mia famiglia, di mio marito, dei miei figli».

Non intende parlare del «caso Noemi», «anche perché si tratta di una montagna di infamie costruite sul nulla», ed è la pri­ma volta nel corso della conversazione che il tono cambia e si incrina: «Verrà il momento in cui mi toglierò i sassolini dal­le scarpe, per restituire al mittente quei macigni fatti di parole che sono stati pog­giati sul mio cuore di figlia. Verrà il mo­mento. Non è ancora arrivato».

Vive il dolore del padre, ne condivide lo stato d’animo dopo l’annuncio del di­vorzio da parte di Veronica Lario: «Ma quello che ho dentro preferisco tenerlo per me». Difende la privacy della fami­glia, Marina, e racconta che «questo perio­do difficile sta, se possibile, rafforzando il legame tra fratelli e sorelle. Ci sentiamo ancor più uniti».

Ma oggi il «Berlusconi» da difendere è il padre, che certo è an­che il premier. «E co­me si fa a negare che ci sia un disegno politico contro di lui?», com­menta. « un disegno portato avanti da chi non sa più nemmeno cosa sia la politica. evidente: dopo tanto tempo c’è un governo stabile, che fa il suo la­voro, che dà soluzioni concrete, che ha restitu­ito autorevolezza alle istituzioni. Si pensi per esempio a come ha ge­stito l’emergenza dei ri­fiuti in Campania e il terremoto in Abruz­zo. Ci sarà un motivo se gli italiani oggi dicono che ’finalmente lo Stato c’è’. E ora il tentativo di distruggere Berlusconi ri­schia in realtà di distruggere la dignità re­cuperata dalla politica, e il ritrovato senso di una presenza utile ed efficace delle isti­tuzioni ».

Ma non è il premier che Marina vuole difendere. Il Cavaliere ci penserà da sé. l’onore del padre che le preme: «Io sono orgogliosa di mio padre come uomo e co­me genitore. Auguro sinceramente ai fi­gli di Franceschini di avere un padre co­me il mio».