fr. mi., ཿIl Sole-24 Ore 1/6/2009;, 1 giugno 2009
L’ULTIMATUM: 60 GIORNI PER ALLINEARE I REQUISITI - A
Bruxelles tutte le attenzioni, ora, sono concetrate sulle prossime elezioni europee.
Una volta chiuse le urne, però, per l’Italia non ci sarà scampo: l’avviso di procedura di «messa in mora» – già pronto su una scrivania della Commissione Ue – arriverà a destinazione, e da quel giorno scatterà il conto alla rovescia.
L’Europa dà all’Italia un ultimatum: 60 giorni di tempo per allinearsi ai requisiti imposti dalla sentenza della Corte di giustizia del 13 novembre 2008 in tema di età pensionabile (65 anni, come per gli uomini) delle donne del settore pubblico.
La soluzione prospettata dal ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta prevede l’introduzione di cinque scalini (il primo a partire dal 1° gennaio 2010) che elevano gradualmente l’età pensionabile dagli attuali 60 anni ai 65 imposti dalla Ue. Gli scatti di un anno in avanti avverranno ogni 24 mesi: l’allineamento al limite previsto per gli uomini avverrà, quindi, entro il 2018.
Nel percorso di adeguamento si terrà conto dei diritti acquisiti dalle lavoratrici fino allo scatto dello scalino successivo. Inoltre, dovrebbe essere confermata – previo accordo con i sindacati – la possibilità di scegliere il posticipo del ritiro a 65 anni.
La soluzione alternativa potrebbe prevedere l’incorporazione dell’Inpdap all’interno dell’Inps. Tale ipotesi non è, però, mai stata sottoposta all’attenzione della Commissione Ue.
Intervistato dal Sole (si veda Il Sole 24 Ore del 23 maggio), il ministro Brunetta ha assicurato che «prima dell’estate interverremo per equiparando la pensione di vecchiaia tra uomini e donne». Il tempo stringe, e sull’Italia incombe la minaccia dell’avviso di apertura della procedura.