Alessandro Sallusti, Libero 31/5/2009, 31 maggio 2009
E se Silvio Berlusconi avesse un enorme segreto? E se questo segreto fosse doloroso al punto da preferire il sacrificio personale e politico allo svelarlo? E se la storia che stiamo leggendo giorno dopo giorno fosse esattamente il contrario di quello che appare? Non sono domande inutili
E se Silvio Berlusconi avesse un enorme segreto? E se questo segreto fosse doloroso al punto da preferire il sacrificio personale e politico allo svelarlo? E se la storia che stiamo leggendo giorno dopo giorno fosse esattamente il contrario di quello che appare? Non sono domande inutili. Nelle ultime settimane ci sono stati due indizi che qualche cosa non torna nella vicenda Silvio-Veronica-amori vari. Il primo è l’atteggiamento dei figli del premier. Si sono schierati al fianco del padre, senza se e senza ma. Strano no? Ma come, ogni mattina leggi interviste e gossip che fanno passare il tuo genitore per un impenitente libertino, ogni giorno leggi del dolore della mamma tradita e abbandonata e tu scegli di stare col primo senza neppure una parola di solidarietà per la seconda? Che cosa sanno loro che noi non sappiamo? Il secondo indizio sono le parole pronunciate da una donna, Daniela Santanchè. Che il giorno dopo lo sfogo della signora Veronica contro il marito è stata la prima a schierarsi in difesa del premier: «Veronica ha detto cose inopportune come moglie, come madre e come italiana, ha tradito il suo ruolo». Strano, perché la Santanchè non solo è sempre stata al fianco delle donne, ma pur essendo in buoni rapporti col Presidente non ha mai fatto parte della sua scuderia. Anzi, i due se le sono date di santa ragione nel corso dell’ultima campagna elettorale e la signora è l’unico politico del centrodestra che non ha voluto portare se stessa e il suo Movimento per l’Italia al comodo approdo del Popolo della Libertà. Onorevole Santanché, perché quell’uscita così, per il suo movimento non sarebbe stato più utile cavalcare l’onda del Silvio mascalzone? «Con quelle dichiarazioni pubbliche, Veronica è venuta meno al suo ruolo di moglie del premier, ha messo i suoi interessi personali davanti a quelli del Paese, come italiana non posso accettarlo». Concetto nobile, ma non basta, siete pur sempre dei politici, e la politica… «Capisco cosa intende dire, ma guardi che non sempre è così. Da anni mi batto al fianco delle donne, ma ancora prima credo e pretendo il rispetto della verità e dei patti. Nessuna causa che parte dalla menzogna o dal non detto merita di essere difesa». In che senso? Non fu lei a dire che Berlusconi preferisce le donne in orizzontale più che in verticale? « vero. Eravamo in campagna elettorale, io prima donna candidata premier. Berlusconi mi aveva promesso la non ostilità ma, probabilmente mal consigliato, cominciò ad attaccarmi con la storia del voto utile. Dovevo difendermi, (...) (...) come politico e come donna. Era un modo di dirgli, guarda che io sono diversa. Mi venne quello slogan, che aveva due chiavi di lettura, una pubblica che le ho detto e una privata». Quella privata? «Era un modo di dirgli: guarda presidente che delle donne puoi tornare a fidarti». Perché tornare? «Perché una donna lo aveva ferito». Chi? «Guardi, le questioni personali non si possono prendere a cuore leggero. Lo dico per esperienza personale. Anche io ho vissuto situazioni delicate e dolorose. Ci vuole rispetto. Ringrazio il cielo di essere riuscita a tenerle nella sfera della vita privata. Non è stato facile, credo che la forza ce l’abbia data l’amore per nostro figlio, ma ora, onestamente…» Onestamente cosa? «Ogni mattina apro i giornali e leggo di Berlusconi di qua e Berlusconi di là. E ogni mattina spero di trovare quella verità che io so e che ribalterebbe tutto, ogni giorno spero che il Presidente abbia la forza di farlo, di dire. E invece niente. Il Paese poteva essere travolto da un finto scandalo, l’immagine internazionale sta per essere compromessa. Non è più accettabile, sopportabile. Sono certa che la misura è colma, che il gioco è truccato». E allora? «E allora è venuto il momento che gli italiani sappiano». Che cosa? «Che il presidente non ha sfasciato nessuna famiglia ma è Veronica Lario che ha un compagno». Anche lei col gossip, qualcuno su questo ha già fatto e scritto allusioni «Nessun gossip. Qui c’è di mezzo il futuro del Paese. Veronica Lario da molto tempo ha al fianco un suo compagno. Si chiama Alberto Orlandi, ha 47 anni, è capo del servizio di sicurezza di Villa Macherio e con lui condivide progetti, interessi e vacanze». Si rende conto di che cosa sta dicendo? «Certo». Il presidente lo sa? «Sì che lo sa. Non solo, ma ha tentato di tutto per tenere ugualmente in piedi la famiglia. Ha rinunciato ad avere al fianco la sua donna, ha accettato che l’Italia non avesse una first lady, ha messo da parte il suo orgoglio di uomo. Con la moglie ha fatto un patto». Che patto? «Andiamo avanti, non sfasciamo tutto, ha pensato ai figli, ai nipotini. Insomma, ha fatto quello che pochi uomini, soprattutto nelle sue condizioni, avrebbero il coraggio di fare. Ha accettato ciò che pochi uomini accettano. Cosa gli sarebbe costato divorziare e rifarsi una famiglia, un amore? Il battito di un ciglio e la questione era risolta. E invece nulla». Come ha potuto mantenere un simile segreto per anni? «Non lo so, ma lo ha fatto. Poi Veronica ha rotto l’accordo, presumo consigliata da qualcuno interessato a gettare fango sul marito» Qualcuno chi? «Non so ma mi sembra strano che nessuno si sia posto il minimo dubbio, fatto la domanda più banale. Giornalisti, politici e intellettuali si sono gettati a scandagliare e commentare la vita privata di Silvio e nessuno, dico nessuno che abbia fatto un minimo di indagine su quella della moglie. Le pare normale? Di Berlusconi è stato esaminato ogni centimetro quadrato, nessuno ha buttato un occhio nel giardino di Veronica. Qui non ce la raccontano giusta». E la verità quale sarebbe? «Che la signora Veronica è stata strumentalizzata da qualcuno che le è vicino. Ci avevano già provato una prima volta con la famosa lettera a Repubblica. Ora sono tornati all’attacco. Hanno usato lei di nuovo come apripista, poi ci hanno infilato il caso Mills, ora sta per arrivare l’inchiesta sul pattume napoletano con una tempistica perfetta. Non mi sembrano coincidenze, l’orologio è regolato con precisione sulle elezioni». E la festa a Casoria, i capodanni nella villa in Sardegna, tutte invenzioni? «Non sono un investigatore. So che il presidente ama circondarsi di persone, anche ragazze, certo. E’ un uomo solo e mi sono fatta l’idea che bisogno di sentirsi amato. Anni fa andai anche a una di quelle feste nelle villa in Sardegna. Fuochi di artificio, musica, decine di ospiti di ogni età. Mi ha colpito l’allegria, non altro che non ho visto e che credo non ci sia mai stato». Che cosa pensa che dirà Berlusconi di tutto questo? «Non lo so. Spero mi perdoni, spero che serva a rileggere tutta questa vicenda nella sua giusta luce. Dovevo farlo perché amo questo Paese».