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 2009  maggio 28 Giovedì calendario

LONDRA, LADY ECONOMIST ALLA GUIDA DEGLI INDUSTRIALI


La nomina avverrà il 2 giugno, ma l’indicazione non lascia spazio a sorprese. Lady Economist sarà la prima donna a guidare Cbi, la Confederazione dell’industria britannica. Helen Alexander, 51 anni, 3 figli, è stata scelta nei giorni scorsi, ma solo martedì prossimo l’assemblea dei soci la eleverà per un primo periodo di due anni alla postazione numero uno del mondo industriale inglese, allineando Londra a Parigi e Roma, già pilotate da presidenti al femminile. Helen Alexander infatti è destinata a seguire le tracce percorse prima da Laurence Parisot e poi da Emma Marcegaglia. Il suo arrivo - sostituisce Martin Broughton, presidente uscente di Cbi e guida di British Airways - compensa, metaforicamente, l’uscita dalla prima linea della vita economica finanziaria britannica di Clara Furse, fino alla scorsa settimana Ceo del London Stock Exchange.
La storia professionale di Helen Alexander è però diversa da quella di dame Clara, che dopo gli studi alla London school of economics si è dedicata prevalentemente al mondo finanziario. L’editoria è, invece, il core business di Helen Alexander. O meglio il santuario dell’editoria britannica quale continua ad essere il settimanale The Economist, posseduto al 50% dal gruppo Pearson (Financial Times) e per l’altra metà da investitori privati. Nelle stanze di quello che è considerato il più influente magazine al mondo, Helen Alexander ha trascorso ventitré anni, di cui undici da Ceo, contribuendo al raddoppio della diffusione del settimanale, che oggi vende 1,3 milioni di copie, di cui 1,1 milioni all’estero. Impermeabile alle crisi, di credito ed editoria, sulla scia di un’inattaccabile qualità che continua a spingere le vendite.
Due decenni a cui lei stessa ha messo fine lasciando l’azienda editoriale un anno fa per dedicarsi alla Cbi (per qualche giorno ancora è vice presidente) una consulenza con Bain Capital e i consigli di amministrazione di Rolls Royce e Centrica dopo aver frequentato quelli di British Telecom e Northern food. Le voci della City dicono si sia fermata qualche tempo in attesa, quando capiterà se mai capiterà, di puntare alla poltrona numero uno di Pearson, occupata da Marjorie Scarandino. Null’altro che ipotesi, piuttosto inevitabili vista la carriera di Helen Alexander. In un’intervista al Financial Times nei giorni scorsi ha sottolineato la necessità di aprire di più le società al management femminile e ad executive con background diversi per uscire da logiche chiuse e monoculturali. La prossima leader degli industriali inglesi ha anche indicato la sua priorità per rilanciare un’economia che soffre più del resto d’Europa: ristabilire il flusso di credito alle imprese. «Tasse e regole - ha aggiunto - sono importanti, ma la priorità per dare prospettiva e consistenza alla ripresa è garantire circolazione al credito». Che pure, negli ultimi mesi è migliorato rispetto alla stretta di dicembre-gennaio. Ma non abbastanza per la complessa congiuntura economica, ma anche politica culturale che fa della Gran Bretagna la realtà più intricata da sbrogliare e più difficile da rilanciare, sbilanciata com’è sul fronte dei servizi finanziari e debole su quello manifatturiero.