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 2009  maggio 28 Giovedì calendario

LA BANCAROTTA? UN AFFARE PER GLI AVVOCATI


GLI ALTRI BENEFICIARI - Oltre agli studi legali coinvolti si attendono grossi guadagni anche gli alberghi e i ristoranti della città che ospiterà il delicato dossier
Anche la più colossale bancarotta della storia americana potrebbe avere rilevanti risvolti economici. Secondo un reportage condotto dal «New York Times», il fallimento pilotato di General Motors, uno dei Chapter 11 più complessi mai affrontati, se da un lato porterà alla perdita di migliaia di impiegati nell’industria dell’auto, dall’altro lato potrebbe tradursi in una mole imponente di lavoro per gli studi legali.
Allo stato non è ancora possibile definire i contorni chiari della vicenda, lo stesso quotidiano non si è azzardato a fare previsioni sul numero di avvocati che verrà coinvolto nella gestione dell’amministrazione controllata di Gm, tuttavia, quello che sembra certo è che non molti studi legali hanno l’esperienza per gestire un caso simile a questo. Anche perché la maggior parte degli avvocati più accreditati nel settore è già impegnata: vuoi perché sta seguendo da vicino la bancarotta di Chrysler, vuoi perché è già stata assunta dal governo americano per seguire i Chapter 11 delle due case automobilistiche di Detroit. Pochi, selezionati e costosi, dunque.
Non a caso, lo studio Weil, Gotshal & Manges, ossia quello a cui appartengono i legali che rappresenteranno direttamente Gm, si è appena vista approvare una fattura da 55 milioni di dollari per i tre mesi di lavoro spesi nella bancarotta della più piccola Lehman Brothers.
Peraltro, Gotshal & Manges non sarà di certo l’unico studio legale impegnato nell’amministrazione controllata del gruppo di Detroit. Centinaia di avvocati, delle principali law firm statunitensi, si sono già concentrati sul dossier qualche mese fa per fare in modo di arrivare alla bancarotta con tutti i documenti pronti. E si sta parlando di una mole veramente rilevante di carte. Non foss’altro perché la bancarotta travolgerà un colosso che solo lo scorso anno ha registrato oltre 150 miliardi di dollari di ricavi. Quanto basta per far capire che il Chapter 11 di Gm sarà certamente più grande di quello, già storico, della Enron. In un’intervista del 1995 Stephen P. Yokich, un vecchio segretario della United Automobile Workers (Uaw), dopo che nel 1992 Gm aveva dribblato il rischio di amministrazione controllata, aveva previsto ironicamente che per affrontare il Chapter 11 del gruppo ci sarebbero voluti «10 milioni di avvocati a un costo di 10 milioni l’uno». C’è da chiedersi a quanto potrebbero corrispondere oggi i 100 milioni di diciassette anni fa. Anche perché, non va dimenticato, che l’aula sarà veramente affollata considerate le innumerevoli parti coinvolte: oltre alla società saranno in tribunale anche il Tesoro Usa, il sindacato attraverso la Uaw, i fornitori, i venditori e chiunque ritenga di meritare una rappresentanza legale.
Il maggior giro d’affari, sempre secondo il «New York Times», non sarà però ad appannaggio esclusivo della macchina legale. Il quotidiano arriva anche a chiamare in causa alberghi e ristoranti della città che ospiterà il delicato dossier. Tanto che il New York Times fa cenno al fatto che Detroit stia scalpitando per assicurarsi la partita.