varie, 3 giugno 2009
Rosaria Perricone, 67 anni. Originaria di Palermo, vedova, madre di tre figli, «brava donna, molto curata, piuttosto riservata», per una vita aveva fatto la cuoca e da un paio di anni era diventata la titolare dell’albergo a due stelle Leon d’Oro a Casteldelfino, 190 anime tra i boschi di Cuneo
Rosaria Perricone, 67 anni. Originaria di Palermo, vedova, madre di tre figli, «brava donna, molto curata, piuttosto riservata», per una vita aveva fatto la cuoca e da un paio di anni era diventata la titolare dell’albergo a due stelle Leon d’Oro a Casteldelfino, 190 anime tra i boschi di Cuneo. Nel paesino era solito trascorrere le vacanze, coi genitori e il fratello maggiore, un Fabrizio Roasio di anni 31, originario di Saluzzo, mingherlino, biondastro, «ladro di polli, un po’ ingenuo, strano di testa, forse depesso». Costui, appena uscito di galera dopo aver scontato qualche mese per furto, domenica scorso entrò nell’albergo della Perricone, le urlò di aprirgli la cassa, lei lo accontentò ma lui, colto da rabbia per aver trovato solo 50 euro, afferrò un coltello da cucina e glielo infilò trenta volte nella pancia, nel torace, nella schiena e nel collo. Il cadavere, trovato un paio d’ore dopo, in una pozza di sangue vicino al bancone dell’ingresso, da un tale che era andato a prenotare un tavolo per la cena. Verso le 15 di domenica 31 maggio nell’albergo Leon d’Oro, struttura immersa nei boschi a Casteldelfino in provincia di Cuneo.