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 2009  giugno 03 Mercoledì calendario

FARE Cagliari, uccide la moglie a picconate per salvare la relazione con la suocera CAGLIARI (27 maggio) - Una relazione extraconiugale che andava avanti da alcuni mesi tra genero e suocera acquisita: sembra proprio che sia stata questa la causa scatenante dell’omicidio di Elisabetta Bruno, la donna di 43 anni scomparsa lo scorso 20 aprile e ritrovata sepolta ieri notte in un terreno di Settimo San Pietro di proprietà del marito Pietro Cambedda, 62 anni, arrestato a Sinnai, che ha confessato il delitto

FARE Cagliari, uccide la moglie a picconate per salvare la relazione con la suocera CAGLIARI (27 maggio) - Una relazione extraconiugale che andava avanti da alcuni mesi tra genero e suocera acquisita: sembra proprio che sia stata questa la causa scatenante dell’omicidio di Elisabetta Bruno, la donna di 43 anni scomparsa lo scorso 20 aprile e ritrovata sepolta ieri notte in un terreno di Settimo San Pietro di proprietà del marito Pietro Cambedda, 62 anni, arrestato a Sinnai, che ha confessato il delitto. I particolari della vicenda sono stati illustrati dai carabinieri del comando Provinciale di Cagliari e della Stazione di Sinnai, che hanno raccolto la confessione dell’uomo al termine di un lungo interrogatorio, concluso con l’indicazione del luogo (nelle campagne del paese) dove aveva sepolto la moglie e la descrizione della dinamica dell’uxoricidio. Ora Cambedda, 62 anni falegname in pensione e sposato con la vittima da 20 anni, è rinchiuso nel carcere di Buoncammino per omicidio volontario, con le aggravanti di occultamento del cadavere e del delitto compiuto in famiglia. Denunciata per favoreggiamento, invece, la matrigna (aveva sposato in secondo nozze il padre di Elisabetta Bruno) della vittima, una donna di 54 anni originaria di Sassari. L’omicidio sarebbe avvenuto dopo l’ennesimo litigio tra la coppia proprio a causa della relazione - nota alla moglie, ma anche nel paese - tra Cambedda e la suocera. L’uomo ha raccontato ai carabinieri di essere uscito con la moglie a fare la spesa nel vicino supermarket, ma poi i coniugi hanno deciso di andare nell’orto di famiglia. Lì la moglie avrebbe dapprima aggredito il marito verbalmente per poi passare alle mani, ha raccontato Cambedda, che avrebbe allora preso il piccone con il quale stava lavorando per sferrarlo di taglio contro la moglie, colpendola tre volte alla nuca e alla fronte. Quindi avrebbe scavato una buca per seppellire il cadavere, gettandoci dentro anche il proprio maglione sporco di sangue. Il giorno dopo ha sporto denuncia per la scomparsa della moglie, lanciando appelli con messaggi televisivi e volantini. Ma le prime versioni dell’accaduto, contrastanti, non hanno convinto i carabinieri che subito hanno diretto le indagini proprio su Cambedda, ricostruendo spostamenti e rapporti familiari. All’oscuro di tutto, ma non della relazione tra il padre e la nonna acquisita, i tre figli della coppia.