Massimo Gramellini, La Stampa 2/6/2009, 2 giugno 2009
PAROLA DI GINO
Della lettera di Gino (come chi è Gino? Gino, l’ex ragazzo di Noemi, la figlioccia di Papi che si è separato da Veronica che, secondo Daniela, starebbe con Alberto), pubblicata nei giorni corsi dal «Corriere della Sera», mi ha colpito il passaggio in cui l’autore fa l’elenco delle contumelie ricevute dopo l’intervista in cui raccontava le telefonate fra la sua morosa e il Gatsby di Villa Certosa. «Dicono che sono un Camorrista, Boss, Bugiardo, Leader di Sinistra, Falso, Diffamatore, insomma una schifezza d’uomo». Nel mondo di Gino, che è il mondo del popolo, essere leader di sinistra è ormai un insulto da querela. Un bel salto di qualità rispetto a una decina d’anni fa, quando la sinistra non era ancora disprezzata dai nuovi proletari, ma solo ignorata, e uno studente delle medie mi domandò serissimo se i comunisti erano le persone che lavoravano in Comune.
Forse, oltre a chiedersi come mai a Berlusconi piacciono le ex ragazze di Gino, la sinistra dovrebbe cominciare a chiedersi perché a Gino non piace più lei. Un indizio viene da un altro passo della lettera, dove Gino omaggia Berlusconi come Uomo del Popolo. Ora, se il popolo considera Uomo del Popolo un miliardario che vive fra villoni e guardie del corpo, significa che la parte politica che un tempo si richiamava al popolo ha smesso di fare il suo mestiere: parlare a Gino in modo diverso, ma di cose che interessino a Gino, anche se le cose che interessano a Gino ai leader di sinistra spesso fanno senso. In fondo è il segreto di Obama, uno per cui Gino avrebbe votato volentieri.