Franco Foresta Martin, corriere.it, 1/6/2009, 1 giugno 2009
LA RIVINCITA DELLE LAMPADE A FILAMENTO
ROMA - E’ morta la lampada a incandescenza, viva la lampada a incandescenza! L’annuncio forse è prematuro, ma sembra proprio questa la prospettiva schiusa da una nuova scoperta effettuata nel laboratori di fisica dell’università di Rochester, negli Stati Uniti. Proprio quando sta per scattare la messa al bando dell’Unione Europea per le lampade col filamento -da settembre prossimo, progressivamente, a partire dai wattaggi più elevati, saranno ritirate dal commercio, fino alla completa cancellazione nel 2016-, una ricerca in corso di pubblicazione sulla rivista scientifica internazionale Physical Review Letters, le riabilita e sembra assicurare ad esse una seconda vita, nel rispetto del risparmio e della sostenibilità.
LA SCOPERTA - Il miracolo tecnologico è stato compiuto da un gruppo di ricercatori americani specializzati in ottica fisica i quali sperimentavano da tempo le trasformazioni indotte, su scala microscopica, dall’esposizione di alcuni metalli a un nuovo tipo di laser di potenza. Racconta Chunlei Guo, professore associato di Ottica all’università di Rochester, e uno degli autori della scoperta: «Mentre stavamo effettuando alcuni esperimenti con il laser ultraveloce, ci siamo chiesti che cosa sarebbe successo se lo avessimo puntato sul filamento di una lampadina. E così abbiamo fatto passare un sottile raggio attraverso il bulbo di vetro e abbiamo colpito solo un segmento di filamento. Ebbene, ci siamo resi conto che quel tratto di filamento colpito emetteva molta più luce rispetto al resto, e tutto ciò senza che la lampada assorbisse più energiA». Che cosa era successo? Come hanno potuto constatare gli scienziati di Rochester, il laser ultraveloce aveva variato la struttura elementare del metallo tungsteno di cui è fatto il filamento, riorganizzandola in una fila di nano strutture che ne fanno aumentare il rendimento luminoso.
APPLICAZIONI - Insomma, pare che basterebbe trattare in questo modo i filamenti delle lampade a incandescenza per far sì, tanto per fare un esempio concreto, che una da 60 watt emetta una luce equivalente a 100 watt, senza richiedere per questo maggiore energia elettrica. Se il trasferimento tecnologico di questa scoperta sarà praticabile e porterà alla commercializzazione di lampade a incandescenza più efficienti, interrogativi che ancora sono senza risposta, allora potremmo assistere a un capovolgimento della situazione a sfavore delle lampade fluorescenti. Quest’ultime, infatti, a fronte dell’indubbio risparmio, presentano il problema dell’inquinamento da mercurio, in un contesto in cui spesso non viene assicurato un corretto smaltimento dei prodotti giunti a fine vita. Per altro, molti utenti, pur riconoscendo l’attuale inefficienza energetica delle lampade a incandescenza, ne rimpiangono la qualità dell’illuminazione che è la più simile alla luce naturale del Sole.