Adam Hug, La stampa 1/6/2009, 1 giugno 2009
«LA GENTE E’ ARRABBIATA E DISERTERA’ LE URNE»
« chiaro che l’astensionismo è alimentato dall’impatto negativo che la crisi ha avuto sulla fiducia della gente nella classe politica» assicura Adam Hug, direttore del Foreign Policy Centre di Londra. In Europa, spiega, «si rileva un grande scetticismo verso chi si trova al governo. Si assiste al diffondersi di una rabbia paneuropea che non ha un bersaglio preciso, ma colpisce comunque chi sta nella stanza dei bottoni. L’Europarlamento non poteva restarne immune».
Perché?
«Perché gli elettori faticano a capire il ruolo dell’istituzione e come essa trasferisce le sue attività nel quotidiano».
Crede che sia anche colpa dei governi che usano l’Europa in modo strumentale?
«In ogni capitale c’è sempre stata l’abitudine di attribuirsi il merito per le cose che vanno bene e biasimare le istituzioni per ciò che non funziona. A ciò si aggiunge che l’eurodeputato non lavora nel collegio e perde il contatto con gli elettori».
Allora il teorema è «non sanno cosa fa l’Ue e chi lo fa, dunque non votano»...
«L’insieme della situazione politica, economica e strutturale non è ideale per garantire una buona affluenza».
Il più deluso è l’Est. Inevitabile?
«Quasi tutti sono entrati nell’Ue in una fase di crescita senza precedenti. Ora vivono una stagione di declino molto forte. Ci si aspettava che l’Europa risolvesse ogni problema. Non è successo, così c’è il contraccolpo che si manifesta nel voto xenofo e nazionalista. Bruxelles è stata brava a trovare i soldi anticrisi, però insiste sul rigore. Una strategia difficile da comunicare».
Come se ne esce?
«Cavalcando la recessione e usando un linguaggio attento alle diverse sensibilità. I leader devono mostrarsi solidali ed evitare il nazionalismo economico, spiegare che stare insieme offre evidenti benefici. Se falliranno, diffidenza e rifiuto non potranno che aumentare».