Mario Gerevini, Corriere della sera 1/6/2009, 1 giugno 2009
NUOVA CASA DEL PREMIER IN SARDEGNA
PORTO ROTONDO (Olbia) – Con sei assegni circolari Mps datati «Segrate 6 maggio 2009», Silvio Berlusconi si è regalato un altro piccolo spicchio di Costa Smeralda: una villetta unifamiliare senza pretese (appena 400 metri quadrati) sopra Porto Rotondo con un modesto parco di alcune migliaia di metri quadrati e distanza pedonale dalla faraonica Villa Certosa.
In effetti i circa due milioni di euro pagati dal Cavaliere per Villa Barbagli non sono molti di più di quanto speso per realizzare la stalla dei cavalli nella residenza di Macherio, dove vive la moglie Veronica Lario.
A vendergli questa comunque bellissima proprietà sarda, che però richiede una profonda ristrutturazione, sono stati Alessandra e Davide Barbagli, 27 e 33 anni, figli di Piero, patron di un gruppo di emittenti locali e altrimenti noto come il Berlusconi di Toscana, ma con Tv anche in Sardegna (curiosamente alla guida di alcune società dell’arcipelago Barbagli ci sono «manager» di 95 e 88 anni).
Berlusconi, utilizzando la sua società Immobiliare Idra, quella che possiede quasi tutte le residenze di famiglia , ha acquistato l’immobiliare dei due fratelli proprietaria della villa. E l’affare si è concluso, appunto, il 6 maggio, davanti a un notaio di Milano, 20 giorni dopo che i Barbagli avevano ottenuto le ultime cinque concessioni in sanatoria dal Comune di Olbia. Ma la caparra da 150mila euro era stata pagata fin da gennaio. Il contratto prevede che i due fratelli abbiano «il diritto di mantenere nell’ambito della proprietà immobiliare l’antenna televisiva fino al 31 luglio». E dalla vegetazione si vede spuntare un antennone «industriale».
La politica immobiliare di Berlusconi in Sardegna è semplice: comprare il comprabile intorno a Villa Certosa, sia per isolare ancor di più la proprietà, tutelandone la privacy, sia per creare tante residenze satelliti dove ospitare chi non trova posto a Certosa. Il risultato è che al catasto di Olbia il presidente del Consiglio risulta avere proprietà per oltre 120 ettari, che significa un’estensione pari al doppio della Città del Vaticano o metà Principato di Monaco.