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 2009  giugno 01 Lunedì calendario

L’ENERGIA DALLA PAGLIA: ECCO L’ISOLA A IMPATTO ZERO


L’isola che c’è. Verde, soste­nibile al 100%, indipendente dal punto di vista energetico, a emissioni zero. Samso, un lem­bo di terra a due ore di traghet­to da Copenhagen, è diventata in dieci anni un esempio di ri­voluzione ecologica. Nelle case immerse nel verde il frigorife­ro, la tv e tutti gli elettrodome­stici sono alimentati con l’ener­gia del vento e il riscaldamen­to va con il sole o con caldaie a trucioli di legno o paglia. Un bel cambiamento per questa minuscola isola bagnata dal Kattegat (il tratto di mare che separa la penisola danese dalla Svezia) che fino a dieci anni fa si riscaldava a nafta e importa­va il 100% dell’elettricità dalla terra ferma. Oggi i suoi 4400 abitanti producono più ener­gia di quella che consumano. E grazie alle fonti rinnovabili che coprono la totalità dei loro bisogni elettrici e il 70% di quelli termici hanno ridotto del 140% le emissioni di CO2 a un costo di 15 mila euro per abitante.

Tutto comincia nel 1997 quando il governo del Regno di Danimarca si dà un obietti­vo ambizioso: aumentare la produzione di energie rinnova­bili fino a coprire il 35% del fab­bisogno energetico del Paese entro il 2030. E cerca un luogo dove sperimentare, un labora­torio in miniatura di sostenibi­lità. La scelta cade su Samso, un’isola dedicata all’agricoltu­ra e all’allevamento, probabil­mente destinata al declino: i giovani in cerca di futuro sono costretti ad abbandonare fami­glia e isola solo per andare alle superiori e poi nella maggior parte dei casi non rientrano più.

In quelle condizioni la sfida del governo di fare di Samso la «prima isola danese dell’ener­gia rinnovabile» non è sconta­ta.

La municipalità è presa alla sprovvista, gli abitanti sono scettici. Ma c’è qualcuno che ci crede, Soren Hermansen. Nato da una famiglia di agricoltori Hermansen, abbandona l’isola a 16 anni per andare a studia­re. Dopo diverse esperienze al­l’estero (fino in Nuova Zelan­da) all’insegna dell’agricoltura bio rientra a Samso con una laurea in ecologia e la volontà di promuovere i temi ambien­tali. Allora quarantenne si can­dida subito ed è il primo impie­gato del progetto del governo. E gli altri? «Scuotevano la te­sta, erano scettici – spiega Hermansen, intervenuto a Mi­lano all’assemblea di Assocasa, associazione detergenti e spe­cialità per l’industria e la casa ”. Non riusciremo mai, dice­vano i miei conterranei, siamo troppo pochi». Lui non si dà per vinto, organizza riunioni su riunioni, non si scoraggia davanti al conservatorismo del­le persone che alle sue solleci­tazioni rispondono: «Non sia­mo hippy». L’ex agricoltore sa come convincere i suoi conter­ranei, con l’arma del rispar­mio. L’utilizzo dell’energia rin­novabile, spiega a tutti, cifre al­la mano, è più conveniente (grazie anche a un piccolo sus­sidio governativo). E a poco a poco anche i più riottosi cam­biano idea. Tanto che oltre ol­tre a un impianto offshore di 10 pale eoliche (a cui se ne ag­giungono altri sulla terra fer­ma) e a un sistema di 2500 me­tri quadrati di pannelli solari nel Nord dell’isola (oltre a tre altre centrali) molti proprieta­ri, di loro iniziativa, hanno so­stituito le caldaie a olio combu­stibile con pompe di calore ge­otermiche, pannelli solari e stu­fe alimentate con segatura e pellet. «Siamo riusciti a coin­volgere tutti, imprenditori e contadini, persino le banche» dice Hermansen, oggi diretto­re della Energy Academy, una struttura (sostenibile al 100%), inaugurata nel 2006, come punto di riferimento per azien­de, università e politici interes­sati all’esperienza dell’isola. E fonte di informazione e consu­lenza per gli abitanti «e i turi­sti, sempre più numerosi» (la Sardegna ha in corso una colla­borazione con l’Accademia e qualche richiesta è arrivata an­che da Puglia e Sicilia). Her­mansen che passa almeno quattro mesi all’anno in giro per il mondo a raccontare di Samso (il settimanale Time l’ha inserito nella sua classifica 2008 degli «eroi per l’ambien­te ») non siede sugli allori. «Avevamo come target anche un risparmio di energia del 20% ma siamo arrivati solo al 10%». La sua spina sul fianco poi, sono i trasporti. «Io ho una macchina elettrica, ma so­lo per i piccoli spostamenti. Sa­rà la sfida dei prossimi anni: ca­mion e auto alimentati dal­l’idrogeno generato dalle turbi­ne eoliche» dice orgoglioso confidando nei progressi del­l’industria dell’auto.