Massimo Giannini, Affari & Finanza, 1/6/2009, 1 giugno 2009
SPA PUBBLICHE E TROMBATI DA RICICLARE
Mentre il ministro della Funzione Pubblica porta avanti meritoriamente la sua battaglia contro gli impiegati «fannulloni», ma sproloquia gravemente contro i poliziotti «panzoni», nella grigia penombra delle aule parlamentari si produce un altro delitto politico contro il mercato. Il Senato ha approvato una legge intitolata «Disposizioni per lo sviluppo, la semplificazione, la competitività nonché in materia di processo civile». Il solito provvedimentosalsiccia, dove c’è insaccata qualunque cosa. Tra le innumerevoli frattaglie che contiene, come ha scoperto Gianni Dragoni sul «Sole 24 Ore», c’è la solita pepita, preziosa per la nomenklatura e dannosa per le aziende. All’articolo 71 (che modifica una norma della Legge Finanziaria) si prevede infatti la possibilità di aumentare da 3 a 5 o da 5 a 7 il numero dei consiglieri di amministrazione delle società controllate dallo Stato e non quotate in Borsa. Di nomine scadute e in scadenza ce ne sono parecchie: da Anas a Fintecna, da Fincantieri a Enav, per arrivare a Trenitalia.
L’azionista Tesoro avrebbe potuto e dovuto procedere ai rinnovi già da giorni. Ma, guarda caso, ha preferito aspettare. Che cosa? Va da sé. In primo luogo il varo della leggina che allarga i «board» delle controllate. In secondo luogo le prossime elezioni europee e amministrative. Questa è legislazione a orologeria. La prossima infornata di nomine, a questo punto, diventerà un formidabile termovalorizzatore politico. Servirà a riciclare i «rifiuti» che usciranno dalle urne del 7 e 21 giugno. Cioè a dare un contentino, in altra sede, ai candidati trombati e agli onorevoli rottamati. E alla governance di queste aziende, già infarcite di boiardi vecchi e nuovi, chi ci pensa? L’«ordoliberale» Tremonti e il «rivoluzionario» Brunetta, che hanno cofirmato l’ennesima leggevergogna? Del resto, perché condividere una responsabilità, quando ci si possono più utilmente dividere un po’ di poltrone?