Stefano Brusadelli, Panorama, 4 giugno 2009, 4 giugno 2009
Il comitato referendario lancia l’allarme scrutatori. In base all’articolo 9 della stessa legge elettorale che in alcuni punti si intende abrogare (il cosiddetto Porcellum del 2005), gli scrutatori non vengono più estratti a sorte fra gli iscritti a un albo, bensì designati da commissioni comunali composte dai rappresentanti dei partiti
Il comitato referendario lancia l’allarme scrutatori. In base all’articolo 9 della stessa legge elettorale che in alcuni punti si intende abrogare (il cosiddetto Porcellum del 2005), gli scrutatori non vengono più estratti a sorte fra gli iscritti a un albo, bensì designati da commissioni comunali composte dai rappresentanti dei partiti. La nuova procedura vale per tutti i tipi di consultazione, referendum compresi. ”Si tratta” dice il presidente del comitato promotore Giovanni Guzzetta, ”di una scelta assai grave. Oltre a nominare i parlamentari attraverso le liste bloccate, adesso i partiti si attribuiscono anche il potere di nominare coloro che debbono controllare la correttezza del voto. E se è un problema in linea generale, lo è tanto più per i referendum, visto che il comitato promotore non sarà rappresentato”. Il timore di Guzzetta è quello di ritrovarsi una maggioranza di scrutatori espressione di partiti o aree di partito avversi al referendum, con il conseguente rischio di vedere annullate schede dubbie, o addirittura valide. ”Nel Nord, per esempio” aggiunge Guzzetta ”è facile immaginare che ci sarà un’alta percentuale di scrutatori leghisti, che non saranno certamente indifferenti”. Per questo i referendari si apprestano a lanciare una ”campagna di attenzione” diretta al governo e ai presidenti di seggio.