Marina Cavalleri, la Repubblica, 30/5/2009, 30 maggio 2009
C’ERA UNA VOLTA IL MARE GRATIS ADDIO ALLA SPIAGGIA LIBERA
L´ultima battaglia contro le spiagge blindate si combatte in Sardegna dove la Federconsumatori ha contestato la delibera presentata il 19 maggio scorso con cui la giunta regionale ridefinisce i criteri per il rilascio di nuove concessioni demaniali ad alberghi, villaggi turistici e campeggi. l´ennesimo scontro per gli accessi al mare e l´uso delle coste, una guerra che non conosce tregue e non permette distrazioni.
«La delibera autorizza in buona sostanza la privatizzazione delle spiagge da parte delle strutture ricettive», attacca Federconsumatori. Secondo i calcoli dell´associazione, in base ai criteri indicati dalla giunta, «è sufficiente che le spiagge siano lunghe almeno 250 metri perché la metà venga privatizzata da villaggi turistici e alberghi. Ecco spiegata la premura della giunta Cappellacci di abolire la legge salvacoste». La delibera ridefinisce le estensioni di fronte al mare e i possibili ampliamenti, dà indicazioni sui tempi delle concessioni e le quote di canone. «Anche noi ci sentiamo traditi dalla giunta», aggiunge Alberto Bertolotti, presidente regionale della Fib, la federazione dei gestori balneari. «Il provvedimento è un regalo agli amici albergatori, prevede ampliamenti per gli alberghi, così ogni hotel potrà avere la sua concessione».
Sono 8 mila i chilometri di litorale in Italia su cui sono disseminati circa 13 mila stabilimenti, strutture di alberghi e campeggi, molte distribuite lungo le spiagge più pregiate: arrivare al mare senza pagare il biglietto è sempre più un´impresa impossibile. «Negli ultimi dieci anni c´è stato un aumento delle concessioni, un modo per fare cassa da parte degli enti locali che gestiscono gli spazi demaniali», dice Sebastiano Venneri di Legambiente. Ma gli enti locali che spesso favoriscono i privati non sono a volte neanche in grado di garantire gli introiti. Solo la scorsa settimana, in Campania, tra l´area flegrea e Castel Volturno, hanno scoperto che oltre 100 attività private sono sorte su beni demaniali regionali in maniera abusiva, oppure hanno operato per anni senza versare alcun corrispettivo economico. Non hanno mai fruttato un euro alle casse pubbliche. Un´altra spiaggia libera penalizzata, sempre a Napoli, è quella di Bagnoli, quartiere dello storico insediamento operaio Ilva. La fabbrica è stata dismessa 14 anni fa, la riconversione è iniziata, la sabbia è giunta dalla Puglia. Il tratto demaniale bonificato, con le spiagge restituite ai bagnanti è quello che l´Autorità portuale ha già destinato a privati. La bonifica non è neppure partita, invece, in zona Coroglio, in quel tratto che non è soggetto a concessioni.
La guerra del mare si combatte metro per metro. A Lampedusa durante l´estate non c´è spazio che non sia occupato da un lettino dagli improvvisati gestori delle rocce. Sulle spiagge dell´agrigentino si è invece radicato il business dei chioschi, da strutture estive a insediamenti stabili. A Mondello le lunghe file di cabine coprono anche la vista del mare.
Più a nord, dal Lazio alla Toscana alla Liguria, le battaglie balneari si combattono spesso per poter accedere alla battigia senza pagare il biglietto, diritto garantito dalla legge. Così ogni estate ci sono scontri con i gestori degli stabilimenti, molti gli ingressi vietati ai bagnati, raramente le multe ai proprietari. Stesso conflitto, altro finale in Puglia. Nel 2006 l´assessore al Demanio, Minervini, ha stabilito che ovunque, anche in presenza di lidi, deve essere sempre garantito il passaggio «libero e gratuito» al pubblico che intende raggiungere la battigia se non c´è un accesso alternativo nel raggio di 150 metri. E il 60 per cento di costa deve essere riservata a uso pubblico. Per chi non rispetta la norma scatta la sanzione: anche il ritiro della concessione demaniale.