Franco Bechis, Italia Oggi 30/5/2009, 30 maggio 2009
In barba alla crisi Draghi firma il bilancio più ricco degli ultimi 5 anni - La crisi non è passata dalle parti di via Nazionale, a Roma
In barba alla crisi Draghi firma il bilancio più ricco degli ultimi 5 anni - La crisi non è passata dalle parti di via Nazionale, a Roma. La Banca d’Italia nuota letteralmente nell’oro e Mario Draghi, proprio nell’anno più nero per l’economia, per le imprese e perfino per le banche che è chiamato a vigilare, ha messo ieri la firma sotto al bilancio più ricco della sua storia da governatore e perfino dell’ultimo lustro. La Banca centrale italiana ha infatti guardagnato 175 milioni di euro (erano 95 l’anno precedente), grazie ai minori oneri fiscali (327 milioni di imposte contro i 1.610 del 2007) e anche proprio al metallo prezioso. Nei forzieri di via Nazionale ci sono infatti 48,9 miliardi di euro in riserve auree, 4,2 miliardi in più dell’anno scorso... (...) Della crisi che non viene vissuta nei confini di palazzo Koch ha naturalmente parlato a lungo ieri Draghi davanti al tradizionale uditorio delle considerazioni finali del Governatore. E lo ha fatto usando proprio quella cartina doppia del bianco e del nero, la stessa che consente agli azionisti di Banca d’Italia di incamerare uno dei migliori dividendi della storia nello stesso momento in cui sono costretti uno per uno ad approvare uno dei peggiori bilanci della loro singola storia imprenditoriale. Draghi ha dato un colpetto al governo, che ha fatto quel che poteva, ma ha usato solo tamponi e non riforme per garantire nel momento più difficile un sistema di ammortizzatori sociali degno di questo nome. E ha strigliato- non troppo- le banche per la manina corta con cui concedono (anzi non concedono proprio) ossigeno a imprese cui manca il respiro. Ecco il nero: la crisi c’è e nei numeri è anche peggio di quel che non dicano le statistiche ufficiali: nei sei mesi a cavallo fra 2008 e 2009 il pil italiano è sceso di oltre 7 punti percentuali. La caduta significa naturalmente più deficit pubblico, più debito pubblico e parametri di Maastricht assai più difficili da recuperare nei prossimi anni. Ed ora il bianco: sui mercati finanziari e nei sondaggi di opinione il sentimento generale è cambiato. Non ci sono elementi certi, ma psicologicamente si vive come se il peggio fosse passato. La crisi d’altra parte è deflagrata proprio per motivi psicologici, chissà che non rientri più in fretta sperando che sia finita... Ma c’è il grigio: se i lavoratori non sono certi di potere avere ancora in un futuro prossimo il proprio lavoro, se alle imprese non verrà concesso l’ossigeno di cui han bisogno, la speranza rischia di tramontare presto e si va a fondo. Nel frattempo forse andando a scuola dei manager di Draghi, si potrà imparare a fare soldi anche in tempi bui...