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 2009  maggio 30 Sabato calendario

«SONO IMMAGINI RUBATE ANCHE IN CASA MOMENTI DI INTIMITA’ DEL TUTTO LECITI»

di SILVIO BERLUSCONI

L’On. Silvio Berlusconi nato a Milano il 29/9/1936 e residente in Milano espone quanto segue: nel tardo pomeriggio del giorno 26/5/2009 il direttore di Panorama, Maurizio Belpietro, contattava uno dei miei legali, l’avvocato Niccolò Ghedini, rappresentandogli che ad un giornalista che collabora con la testata da lui diretta, il dottor Amadori, era giunta notizia che vi fossero alcune fotografie in vendita, che potevano apparire di particolare interesse in relazione agli attuali fatti di cronaca.

Il dottor Belpietro veniva quindi infor­mato che un fotografo di Olbia, tale Anto­nello Zappadu, residente in Olbia, offriva in vendita una serie di fotografie scattate all’interno della mia residenza sita in Olbia località Porto Rotondo, denominata Villa Certosa. Tali notizie erano riportate, come detto, al dottor Belpietro dal dottor Amado­ri, il quale narrava che già nel dicembre del 2008 lo Zappadu gli si era rivolto, pro­spettandogli l’opportunità di acquistare una serie di fotografie scattate a Villa Certo­sa. Amadori, che conosceva da lungo tem­po lo Zappadu per motivi professionali, vi­sionava alcune di queste foto e avvisava il vicedirettore di Panorama della situazio­ne. Entrambi le ritenevano non rilevanti e la trattativa si interrompeva e nessun altro veniva posto a conoscenza dell’accaduto.

Nella giornata del 26 c.m. il dottor Ama­dori incontrava a Milano lo Zappadu che gli offriva nuovamente le foto, asserendo altresì di averne scattate delle altre nel pe­riodo fra il Natale 2008 e gli inizi dell’anno 2009. Lo Zappadu asseriva che la situazio­ne attuale di particolare clamore mediati­co nei confronti del presidente del Consi­glio e le imminenti elezioni politiche ren­devano il materiale di eccezionale interes­se. Affermava inoltre lo Zappadu, e ciò è di particolare rilievo, che tali foto erano state offerte al Gruppo Hachette-Rusconi e pre­cisamente al direttore del settimanale Gen­te, dottoressa Monica Mosca. A dire dello Zappadu, Mosca era assolutamente inte­ressata ad acquistarle ma si sarebbe riser­vata una decisione, dovendosi recare a Pa­rigi per ottenere il consenso dall’editore, vista la cifra richiesta. Infatti lo Zappadu appalesava che il valore delle foto era quantificabile in ben 1 milione e mezzo di euro e che tale prezzo era correlato anche all’interesse dimostrato da giornali inglesi e francesi, quale ad esempio Paris Match, a cui sarebbe stato possibile per l’acquiren­te poi rivenderle.

Lo Zappadu prospettava al dottor Ama­dori la possibilità di comprarle alla mede­sima cifra e per dimostrargli la serietà del­la trattativa con Rusconi gli inviava una bozza di contratto tra lui e l’editore. Gli in­viava, inoltre, una serie di foto quale cam­pione rispetto alle 700 totali, ribadendo la richiesta di 1 milione e mezzo e invitando­lo a decidere con grande rapidità poiché la dottoressa Mosca sarebbe dovuta rientra­re a breve da Parigi recandogli la risposta definitiva e a suo dire certamente positiva. Il dottor Amadori, dopo aver visionato le foto, le consegnava al dottor Belpietro che le faceva pervenire, unitamente al con­tratto, all’avvocato Ghedini. Ghedini prov­vedeva a contattare telefonicamente la dot­toressa Mosca per avvisarla che riteneva trattarsi di materiale di illecita provenien­za, essendo stato commesso dallo Zappa­du quantomeno il reato di cui all’art. 615 bis c.p. Si ricordava, fra l’altro, che lo Zap­padu era già stata condannato in sede civi­le e dal Garante per la protezione dei dati personali oltre ad essere pendenti alcuni procedimenti penali nei suoi confronti per fatti analoghi, proprio commessi in danno dell’esponente specificatamente a Villa Certosa.

La dottoressa Mosca rappresentava al­l’avvocato Ghedini che effettivamente era stata contattata dallo Zappadu, che le ave­va offerto le fotografie il 20 o il 21 c.m. ma che non solo non aveva avviato una tratta­tiva, né mai aveva ipotizzato di recarsi a Parigi dal suo editore, ma aveva chiara­mente detto allo Zappadu di non essere in­teressata all’acquisto, anche perché a cono­scenza delle condanne inflittegli, poiché essa stessa prima di diri­gere il settimanale Gente lavorava presso il settima­nale Oggi, dove erano sta­te pubblicate nel 2007 le foto illegittimamente car­pite in Villa Certosa.

Appare quindi eviden­te il comportamento anti­giuridico dello Zappadu che non solo ha commes­so pacificamente il reato di cui all’6115 bis c.p. ma altresì ha tentato di pro­curarsi un ingiusto profit­to prospettando l’indebi­ta pubblicazione di mate­riale fotografico che avrebbe potuto pro­vocare un evidente danno d’immagine ove maliziosamente prospettato, senza le facili spiegazioni che soltanto i diretti interessati avrebbero potuto fornire.

Si osserva infatti, per completezza d’in­formazione, ancorché superflua rispetto al­la commissione del reato, che un consi­stente gruppo di fotografie, pur essendovi i volti oscurati, verosimilmente ritrae nel maggio del 2008 l’allora primo ministro della Repubblica Ceca Topolanek, la sua fa­miglia, altro ministro del governo ceco, il loro seguito, oltre ad una serie di soggetti che erano stati ufficialmente convocati per le serate d’intrattenimento offerte a To­polanek. Si ricordi infatti che il Primo Mi­nistro Ceco era stato ospite in Villa Certo­sa in quel periodo per circa una settimana. L’altro gruppo di fotografie verosimil­mente ritrae alcuni ospiti in Villa Certosa durante le vacanze natalizie 2008-09. Co­me è facile osservare dalle fotografie, si tratta di soggetti ripresi in momenti di as­soluta intimità del tutto leciti e senza al­cun particolare rilievo o connotazione, ad­dirittura mentre si trovavano all’interno delle abitazioni poste a loro disposizione e ritratte mediante potenti ed intrusivi mez­zi di riproduzione delle immagini. Appare evidente da quanto esposto che sono stati posti in essere comportamenti penalmen­te rilevanti.

Chiedo pertanto che il Garante voglia adottare tutti i provvedimenti che riterrà opportuni ed in particolare l’inibizione di qualsivoglia utilizzo e o pubblicazione del materiale fotografico sopra indicato. Di­chiaro di nominare quale mio difensore di fiducia nel presente procedimento l’avvo­cato Niccolò Ghedini.