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 2009  maggio 29 Venerdì calendario

Bertolaso: squali intorno all’inceneritore - NAPOLI – La faccia scura che ostenta quando entra nel­la sala delle conferenze, ba­sta a far capire che qualcosa sta per succedere

Bertolaso: squali intorno all’inceneritore - NAPOLI – La faccia scura che ostenta quando entra nel­la sala delle conferenze, ba­sta a far capire che qualcosa sta per succedere. Ma certo nessuno immagina che le ac­cuse contro i magistrati pos­sano essere tanto violente. E invece Guido Bertolaso, capo della protezione civile che qui è nelle vesti di sottosegre­tario per l’emergenza rifiuti, sferra l’attacco. Parla di «col­laboratori intimiditi e sotto controllo», di «generali a tre stelle trattati come delin­quenti », di «squali che si ag­girano intorno al termovalo­rizzatore di Acerra». Due giorni dopo la pubbli­cazione delle notizie sulla nuova indagine avviata dalla procura di Napoli – con la Guardia di Finanza che ha ac­quisito documenti negli uffi­ci del Commissariato e della Fibe e i pubblici ministeri che hanno effettuato interro­gatori – lo scontro diventa istituzionale. Bertolaso con­voca i giornalisti per traccia­re il bilancio di un anno di at­tività. Nell’hinterland napole­tano e in provincia i sacchetti tornano ad accumularsi per strada, il sottosegretario av­verte le amministrazioni loca­li che «dopo i ballottaggi avanzeremo una richiesta al ministero dell’Interno per lo scioglimento di questi Comu­ni diffidati, che sono 203». Fornisce i numeri, elenca i si­ti in funzione, le discariche, ammette che ci sono stati problemi per le emissioni del­l’inceneritore ma chiarisce che «siamo ancora nella fase del rodaggio», fa progetti per il futuro. Poi, quando l’espo­sizione appare conclusa, arri­va l’affondo. Mercoledì sera il sottose­gretario ha incontrato il pre­mier Silvio Berlusconi. Di­chiara di non aver discusso con lui di questo argomento «perché credo che abbia già i suoi problemi da affrontare». Ma vista la portata dell’attac­co si capisce che un via libera di palazzo Chigi c’è comun­que stato. «Non abbiamo nul­la da nascondere e io sono se­renissimo – afferma Bertola­so ”, ma questi continui in­terrogatori ai quali sono sot­toposti i miei collaboratori possono intimorire o spaven­tare qualcuno. Nutro il timo­re che qualcuno possa allen­tare l’attenzione e l’impegno e, vorrei aggiungere, anche la passione con la quale si sta dedicando a questo lavoro difficilissimo. L’iniziativa del­la magistratura è meritoria, ma ci chiedono di avere noti­zie che possono essere recu­perate ampliamente anche sul nostro sito». Bertolaso denuncia come «rappresentanti della polizia giudiziaria chiedono docu­menti non sempre accompa­gnati dalle procedure d’uso e devo confessarvi imbarazzo perché interrogano generali a due tre stelle trattandoli co­me se avessero commesso chissà che cosa. A volte le do­mande che pongono sembra­no formulate quasi per dare l’informazione che qualcuno è sotto controllo. Non abbia­mo agende segrete, non ri­spondiamo a nessuno che non sia lo Stato italiano. Ab­biamo lavorato con presiden­ti del Consiglio di una parte e dell’altra e abbiamo sempre fatto esclusivamente il no­stro dovere nel rispetto della legge. A questo punto posso­no fare quello che vogliono». L’ultimo messaggio suona co­me un avvertimento: «Siamo consapevoli che Acerra dà fa­stidio. Sappiamo bene che fuori dal termovalorizzatore ci sono gli squali, c’è chi vuo­le entrare, sabotare, ricattare. Noi siamo preparati».