Corriere della Sera, 29/5/2009, Giancarlo Radice, 29 maggio 2009
Tata, dopo le auto anche le case low-cost- MILANO – La scommessa della Nano, l’ha già vinta. A poco più di un mese dalla presentazione della sua micro- automobile da «one lack» (100 mila rupie, appena oltre 1500 euro) il gruppo Tata ha raccolto oltre 203 mila ordini pre-pagati
Tata, dopo le auto anche le case low-cost- MILANO – La scommessa della Nano, l’ha già vinta. A poco più di un mese dalla presentazione della sua micro- automobile da «one lack» (100 mila rupie, appena oltre 1500 euro) il gruppo Tata ha raccolto oltre 203 mila ordini pre-pagati. E per luglio, quando le prime vetturette low cost cominceranno a scorrere sulle strade dell’India, conta di raggiungere quota 500 mila. Ma ora la divisione Housing Development del colosso industriale guidato da Ratan Tata si prepara a una sfida ancora più ambiziosa: la casa a prezzi irrisori. Brotin Banerjee, responsabile del settore, ha presentato ieri a Mumbai il progetto della nuova abitazione low cost: si va da unità di circa 27 metri quadrati fino a un massimo di 43 metri quadrati, che saranno vendute rispettivamente a 390 mila rupie (5.868 euro) e 670 mila rupie (un po’ più di 10 mila euro). «Vogliamo dimostrare che un’azienda privata può costruire abitazioni alla portata delle famiglie meno abbienti e guadagnarci», ha spiegato. Lo sguardo è rivolto soprattutto a quei milioni di nuovi immigrati che ogni anno vanno a riempire gli slum delle grandi città indiane, moltiplicandone le dimensioni con altre capanne di cartone e lamiera, senza acqua, senza luce, senza alcun servizio. Non a caso Banerjee ha fatto esplicito riferimento a Dharavi, la bidonville di Mumbai dove è stato ambientato il film premio Oscar «Slumdog Millionaire». Nella capitale economica dell’India si calcola che oltre il 60% della popolazione viva in quelle condizioni. E in tutta l’India il numero di catapecchie ammassate ai margini dei centri urbani raggiunge i 24 milioni. «Stando alle nostre valutazioni - aggiunge il capo di Tata Housing Development - almeno 180 milioni di famiglie indiane vivono con un reddito fra le 90 mila e le 200 mila rupie l’anno». Ed è a loro che è rivolto il progetto di «Shubh griha», le «case della speranza» come le ha definite il gruppo Tata. Il primo insediamento sta già sorgendo a Boisar, 60 chilometri da Mumbai, dove verranno realizzate circa 3000 abitazioni, destinate a famiglie con redditi di 9-10 mila rupie il mese, oltre a scuole, ospedali, negozi e centri ricreativi. Per quest’area Tata ha annunciato di aver già ricevuto 5.500 richieste, con anticipo in contanti, e conta di completare i lavori nell’area entro il 2011. Ma sul fronte delle abitazioni low cost altre aziende si stanno muovendo in India. In primo luogo Value and Budget Housing, una compagnia formata da Jaithirth Rao (ex amministratore delegato della società hi-tech Mphasis) e Ps Jayakumar (ex dirigente Citigroup) che stanno lanciando un progetto per 37.500 case a Bangalore e Chennai, l’ex Madras. Anche in questo caso si parla di immobili che saranno ceduti a un prezzo medio attorno alle 900 mila rupie. Ne saranno realizzate complessivamente 37.500 unità. Ma value and Budget Housing sta già pensando di replicare l’investimento in altre città indiane.