Fabio Mini, la Repubblica 28/5/2009, 28 maggio 2009
NUCLEARE, L’ARMA DEL RICATTO
Strano percorso, quello dell´energia nucleare. Come tutte le scoperte scientifiche è stata destinata a diventare un´arma, ma come nessun´altra si è prestata così bene a suggerire tante e profonde variazioni di strategia. Tutte, però, viziate da un fattore: la menzogna. E´ stata arma di distruzione di massa che faceva risparmiare bombe e spezzoni incendiari. E´ stata arma umanitaria perché portava alla resa immediata dell´avversario evitando anni di sofferenze e milioni di soldati uccisi. Poco importava se colpiva indiscriminatamente militari e civili. Poi, quando le potenze nucleari raggiunsero la parità, divenne arma impossibile perché portava all´autodistruzione. Tuttavia nessuno dei contendenti rinunciò mai alla strategia del primo attacco e anzi aumentò il rischio di attacco accidentale. E allora s´inventò la gradualità degli attacchi e delle risposte: una panzana che rendeva di nuovo possibile la guerra nucleare e taceva sul fatto che il primo attacco sarebbe stato anche l´ultimo, il definitivo. Poi, su questa certezza si costruì la strategia della deterrenza, facendo credere che il terrore della distruzione avrebbe dissuaso qualsiasi attacco. Non era vero.
Le centinaia di guerre del Ventesimo secolo e quelle di oggi sono maturate sotto la cappa nucleare. E non si può parlare di criminali nucleari senza considerare le responsabilità dei Grandi: Unione Sovietica e Stati Uniti in primis e poi Gran Bretagna, Cina e Francia che, mentendo sugli scopi, autorizzavano di fatto l´armamento nucleare di Pakistan, India, Israele, Corea del nord, Iraq e Iran oltre a quelli ufficialmente sospesi (ma ci dobbiamo credere?) di Libia, Siria, Sudafrica, Brasile e Arabia Saudita. Così come non possiamo dimenticare le responsabilità di decine di altri Paesi "avanzati" che vendevano la loro tecnologia per favorire la proliferazione nucleare. E oggi siamo alla peggiore delle strategie e delle menzogne possibili: i Paesi in possesso di armi o di piani nucleari ne minacciano l´uso o la realizzazione per autodifesa, naturalmente preventiva in modo che la distruzione dell´avversario elimini anche le prove della sua vera o presunta pericolosità.
L´ultima versione della strategia nucleare è perciò il ricatto a cui tutti si dedicano e tutti si sottopongono. Un ricatto che funziona perché la legalità internazionale è stata dimenticata, le regole sono state ridicolizzate e gli strumenti di uso della forza sono stati banalizzati fino al punto di farli ritenere gli unici possibili. Un ricatto che rischia di degenerare perché tra tante menzogne abbiamo perduto la capacità di fare politica per la costruzione e di farla prevalere sulla minaccia della distruzione.