Andrea Tarquini, la Repubblica 28/5/2009, 28 maggio 2009
OPEL, BERLINO PRENDE TEMPO PRESTITO-PONTE 1,5 MILIARDI
BERLINO - Non siamo ancora alla scelta finale, Berlino favorisce Fiat e Magna rispetto agli altri aspiranti a Opel ma vuole prendere tempo. Il vertice governativo ristretto presieduto da Angela Merkel alla Cancelleria è iniziato ieri sera alle 21, ed è continuato fino a tarda serata. Tutto indica che il governo tedesco voglia al massimo restringere la rosa dei concorrenti, magari lasciando in campo solo Fiat e Magna. A cui secondo Die Welt sarà consentito l´accesso ai libri contabili (data room) di Opel. Ripplewood e i cinesi di Baic, svantaggiati, devono invece presentare piani più concreti. L´esecutivo varerà il prestito-ponte per tenere Opel in vita, forse con un´amministrazione fiduciaria provvisoria, ma "nessun piano è convincente", tutte le proposte – dicono i portavoce – necessitano di miglioramenti. E fanno sapere che lunghi negoziati sono ancora necessari. La vera partita insomma è appena agli inizi. E a quattro mesi dalle elezioni politiche, lo scontro tra i più potenti politici tedeschi sul caso si fa sempre più aspro. Tra la CduCsu (la DC tedesca, in sostanza) della Cancelliera contro Spd (socialdemocrazia) e sindacati, ma anche all´interno del partito della signora Merkel: i suoi rivali interni la sfidano sparando a zero contro Fiat.
Ulrich Wilhelm, primo portavoce della cancelliera, è stato chiarissimo poco prima che, alle 21, iniziasse il vertice. «Né la Opel né i contribuenti hanno interesse a che solo un concorrente tratti, è improbabile che venga la scelta per uno solo». Per il ministro dell´Economia Karl-Theodor zu Guttenberg: tutte le offerte vanno migliorate. Non si escludono nemmeno futuri colloqui con altri potenziali investitori, o l´insolvenza controllata.
Col fiato sospeso, l´ad di Fiat Sergio Marchionne e i massimi dirigenti di Magna hanno atteso fino all´ultimo la fine del consulto governativo, in stanze riservate a loro alla cancelleria. Poche ore prima, avevano avuto gli ultimi colloqui con i leader tedeschi. Uno dopo l´altro, i due più importanti esponenti della Spd nel governo, cioè il vicecancelliere e ministro degli Esteri, Frank Walter Steinmeier, e il titolare delle Finanze, Peer Steinbrueck, avevano chiarito che la concessione di un prestito-ponte di circa 1,5 miliardi a Opel è sicura. Intanto lo scorporo di Opel da GM è stato compiuto: stabilimenti, rete vendite e tecnologie, ma non i debiti, passano in mano ad Adam Opel GmbH.
La grande Coalizione, sempre più divisa al suo interno, sente il bisogno di prendere tempo. Alla Cancelliera, e al ministro dell´Economia, vengono attribuite simpatie per il piano Fiat. Sul fronte opposto, a fianco di Spd e sindacati, si schierano potenti cavalli di razza democristiani. Mentre l´uomo forte di Volkswagen, Ferdinand Piech, dice no sia a Fiat che a Magna. Il più duro di tutti è comunque Roland Koch, il governatore dell´Assia (lo Stato dove sorge Ruesselsheim), da sempre rivale di Merkel. «Fiat è una scatola nera, nessuno finora ha visto i dati reali del Lingotto, neanche un centesimo di fondi tedeschi deve andare all´Italia». Sfida la premier, punta al voto operaio alle politiche. E stringe un´insolita alleanza anti-Fiat col capogruppo parlamentare Spd Peter Struck, secondo cui la proposta di Magna «è più realistica, è migliore». Attacca Magna invece un altro governatore-chiave della Cdu, Juergen Ruettgers del Nordreno-Westfalia. Una coalizione alla fine dei suoi giorni in vista del voto d´autunno non è in condizione di scegliere a tempi brevi. E il futuro dell´auto europea resta sospeso, in mano a Berlino.