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 2009  maggio 29 Venerdì calendario

I CREATIVI DELLE CURVE


Finisce il campionato, è tempo di bilanci anche per la goliardia da stadio.
Come se la passano i creativi delle curve? Quei geni che, con un’abilità a metà tra il copyrighter e il titolista, confezionano i granelli di sale del tifo e cioè gli sfottò?

Direi benone, per fortuna. Dopo lo sproporzionato giro di vite sugli strumenti positivi del tifo - striscioni, tamburi, coreografie - seguito ai fatti di Catania 2007 - in diversi impianti riaffiorano perlomeno quei fugaci capolavori di sintesi, figli di uno spray al curaro, che spesso sono gli striscioni.

L’invito con cui due interisti freschi di scudetto scrivono: "Silvio, vieni al nostro 17 esimo"? contiene tutto: lo sberleffo al presidente del Milan, la stretta attualità, una buona dose di ironia, una punta di sarcasmo.

Che dire di "Del Piero cambia acqua: prova quella santa!", opera di un buontempone milanista? Per la serie: ti smonto un mito in sei parole.

Le curve rinnovano i propri bersagli e i propri "filoni". E se nel 2006 la hit fu Moggiopoli, nel 2008 le disavventure di Ronaldo, è stato certamente l’arrivo di Mourinho, in questa stagione, a dare nuova linfa ai writer di tutta Italia. A Torino mi sono imbattuto in un avvelenato lenzuolo che recitava: "Mou sei antipatico QUASI come la mia ex moglie". Lo Special One è diventato ben presto Coj-One a Roma, Minki-One a Palermo, il pupazzo One un po’ovunque. La prematura esclusione dalla Champions lo ha tramutato, come per magia, prima in Fuorinho e poi in Mou-frigno. Sullo stesso argomento registro il notevole: "Tutte le strade portano a Roma, l’Inter si è persa…".

Il gioco di parole è un evergreen calcistico: ne sono testimonianza il "Figli di trofia" degli juventini a Genova, "La Roma si adora, la vecchia s’ignora" scorto in Roma-Juve, fino al "Beckhamorti" visto nel derby della Madonnina. Già perché appena dopo l’approdo di Josè da Setubal sulla sponda nerazzurra, nella classifica degli spunti da "battere" troviamo l’arrivo dello Spiceboy su quella rossonera. Pronti via a Bologna lessi: "Prova anche tu il nuovo Mc Beckham a 1࿬".

E’ stato anche l’anno del celebre harem del Pibe de Bari, immortalato da un folgorante: "Cassano: 700 donne, ma il cervello ancora vergine".

Sembra passato un secolo ma appena 5 mesi fa ci fu la megaofferta araba di 120 milioni per soffiare Kakà al Milan. A Firenze l’uomo della strada osserva: "Sceicco, se tu voi kakà, a casa mia tu spendi meno". Come dargli torto?

Dopo l’eliminazione della Roma ai rigori con l’Arsenal, imperdibile per i laziali l’occasione di concepire l’annuncio "AAA cercasi pallone di Tonetto", reo di aver spedito in curva il suo penalty. Così come per l’interista scrivere "Da mercoledì l’erba di San Siro è più Werder" dopo la sconfitta dei cugini rossoneri ad opera dei tedeschi.

Personalmente adoro gli striscioni dei tifosi le cui squadre vanno male, quelli intrisi di rassegnazione: la disperata considerazione di una tifosa del Toro alla partita che recita: "Meno male che sono ubriaca". Il reggino che scrive: "In classifica siamo sotto Raidue" è troppo avanti. Il giovane friulano che esclama: "L’Udinese è la mia vita: tanto calcio e poca f…" lo trovo crepuscolare. E voi?

E allora basta col dire che gli striscioni divertenti sono una minoranza: è vero piuttosto il contrario. I media hanno sempre avuto più interesse a enfatizzare lo striscione idiota che invece necessita solo di silenzio. Ciò fa sì che oggi passione, colore, biglietti e ironia passino attraverso innumerevoli e talvolta cervellotiche restrizioni. Quando di goliardia in realtà non è mai morto nessuno.