inchiesta repubblica.it articoli vari, 29 maggio 2009
1) Sig. presidente, come e quando ha conosciuto il padre di Noemi Letizia? A Varsavia Berlusconi dice: «[Benedetto] lo conosco da anni, è un vecchio socialista ed era l’autista di Craxi» (Ansa, 29 aprile, 16:34) Quando la circostanza è subito negata da Bobo Craxi («Cado dalle nuvole
1) Sig. presidente, come e quando ha conosciuto il padre di Noemi Letizia? A Varsavia Berlusconi dice: «[Benedetto] lo conosco da anni, è un vecchio socialista ed era l’autista di Craxi» (Ansa, 29 aprile, 16:34) Quando la circostanza è subito negata da Bobo Craxi («Cado dalle nuvole. L’autista di mio padre si chiamava Nicola, era veneto, ed è morto da qualche anno», Ansa, 29 aprile, 16:57), Palazzo Chigi con un imbarazzato ritardo, smentisce a sua volta: «Si rileva che il presidente Berlusconi non ha mai detto che il signor Letizia fosse autista dell’on, Bettino Craxi» (Ansa, 30 aprile, 12:30) Dal suo canto, Benedetto Letizia in un primo momento non voleva ricordare in pubblico come e dove e quando ha conosciuto Berlusconi. «Volete sapere come ho conosciuto Berlusconi? Va bene, ve lo dico, però allora vi racconto anche come ho conosciuto tutte le persone che conosco, anzi vi racconto tutto quello che ho fatto da quando sono nato ad oggi…» (Corriere della Sera, 10 maggio) Il giornale di Murdoch Noemi sul «Times»: «Lo chiamo papi ma non è mio padre» Offerte per un film NAPOLI - Noemi Letizia conquista titolo e foto sul Times. Non che dica qualcosa di nuovo: «Berlusconi non è mio padre, anche se lo chiamo papi», e cioè quanto sostiene, e ripete a tutti i giornali, sin dal primo giorno in cui è venuta fuori la storia del premier ospite alla sua festa di compleanno. Ma il quotidiano inglese - appartenente al gruppo del magnate Rupert Murdoch, che per il raddoppio dell’ Iva per le pay tv imposto dal governo italiano ha decisamente smesso di essere amico di Berlusconi - dà grande risalto alla vicenda. E intervista anche Elio Letizia, il papà di Noemi commesso comunale che Berlusconi indica come suo amico di vecchia data e persona con la quale discute dei candidati da schierare alle Europee. Però l’ uomo non racconta nulla della sua asserita amicizia con il premier. «Abbiamo un buon rapporto, un rapporto di cuore», dice. E insiste: «Lo porterò sempre nel mio cuore». Non lo spiega nemmeno durante un colloquio con il Corriere: «Vorrei uscire da questa storia ma non so come fare. Noemi la vive male, è come se fosse stata costretta a crescere improvvisamente. Io sono stressato ma devo proteggerla». Forse basterebbe raccontare come è nata la sua amicizia con Berlusconi, tanto stretta da indurre il premier a quella visita al compleanno della ragazza, e così allontanerebbe definitivamente il sospetto che Veronica Lario si riferisse a Noemi quando ha parlato di suo marito come di un uomo «che frequenta minorenni». Ma Letizia questo proprio non vuole farlo: «Volete sapere come ho conosciuto Berlusconi? Va bene, ve lo dico, però allora vi racconto anche come ho conosciuto tutte le persone che conosco, anzi, vi racconto tutto quello che ho fatto da quando sono nato a oggi. Considerate che ho cinquant’ anni, quindi ce li avete dieci o quindici giorni di tempo per starmi ad ascoltare?». Fa il furbo, Elio. Perché se gli si risponde che il tempo c’ è e che quindi può iniziare subito, partendo da quel 3 aprile del 1959 in cui venne al mondo, lui cambia discorso e attacca per l’ ennesima volta con la storia che è religiosissimo e che della sua vita darà conto a Dio quando verrà il momento. E che lui Noemi l’ ha sempre accompagnata ovunque, «e quando dicevamo ai conoscenti che andavamo a Roma, in realtà andavamo a Ostia, dove mia figlia frequentava nei fine settimana una scuola di dizione, portamento e recitazione». Perché lo spettacolo resta sempre il pallino della biondina diciottenne e di sua mamma Anna. Ora forse parteciperà a un film che ha in progetto il regista Carlo Fumo, autore del cortometraggio Scaccomatto nel quale Noemi ha avuto una particina un paio d’ anni fa. Si tratta di un’ operazione avviata da tempo ma che pareva essersi arenata. L’ inaspettata notorietà della ragazza l’ ha improvvisamente riavviata. Fulvio Bufi Bufi Fulvio Pagina 13 (10 maggio 2009) - Corriere della Sera In qualche altra occasione, il rifiuto di Letizia a raccontare il primo incontro con il futuro premier è stato ancora più categorico: «Non ho alcuna intenzione di farlo» (Oggi, in edicola dal 6 maggio) Un ricordo vivo del primo incontro tra Berlusconi e Letizia sembra averlo Arcangelo Martino, un ex assessore socialista al comune di Napoli, oggi vicino al partito del presidente del Consiglio. «Fra il 1987 e il 1993 sono stato grande amico di Bettino Craxi. Tutti i mercoledì andavo a trovarlo a Roma all’hotel Raphael, una consuetudine. Mi accompagnava sempre qualcuno del mio staff e quel qualcuno era quasi sempre Elio Letizia (…) Parecchie volte è capitato che al Raphael ci fosse Silvio Berlusconi. lì che ho presentato i due che poi hanno fatto amicizia» (Corriere della Sera, 10 maggio) Il ricordo di Arcangelo Martino è sconfessato con nettezza ancora una volta da Bobo Craxi. «Escludo categoricamente che il signor Letizia fosse un habitué dell’hotel Raphael (…) Lo stesso Martino credo che sia passato qualche volta a salutare mio padre» (Repubblica, 11 maggio) Chiara anche la smentita di uomini che furono accanto al leader socialista: Gianni De Michelis («Mai sentito nominare Letizia»); Gennaro Acquaviva («Mai sentito nominare Letizia, neanche dai napoletani»); Giulio Di Donato («Questo signor Letizia, nel panorama napoletano e campano dei socialisti, non esisteva, a mia memoria»). Ancora più efficace la contestazione di Stefano Caldoro: «Proprio nei primi anni novanta, abitavo al Raphael tutte le volte che mi fermavo a Roma. Si scherzava sulla intraprendenza di Martino (…) ma escludo categoricamente di aver mai visto e sentito che questo Letizia venisse presentato a Craxi. Perché mai l’avrebbero dovuto presentare? Non era un dirigente, non era un esponente del sociale, non era un militante attivamente impegnato. Altrimenti, me lo sarei ricordato» (ancora Repubblica, 11 maggio 2009) A raccontare un’altra versione della storia è Gino Flaminio, ex fidanzato di Noemi: ""I genitori di Noemi non c’entrano niente. Il legame era proprio con lei. nato tra Berlusconi e Noemi. Mai Noemi mi ha detto che lui, papi Silvio parlava di politica con suo padre, Elio. Non mi risulta proprio. Mai, assolutamente". (Repubblica, 24 maggio) Benedetto Letizia smentisce categoricamente questa versione. E racconta l’inizio del rapporto con Silvio Berlusconi in un’intervista a Il Mattino: «La vera conoscenza ci fu nel 2001. Era maggio, e a Napoli in piazza del Plebiscito c’era il comizio con Berlusconi e Fini. Ricordo che mi colpì un gazebo con la scritta ”Tu sì na cosa grande...”. Ero con amici, lo seguimmo dopo il comizio all’hotel Vesuvio, dove si fermò a cena e dove c’era anche il cantante Apicella. Sapevo che gli piacevano libri e cartoline antiche. La mia era ed è ancora in parte una famiglia di librai. Mi avvicinai e chiesi se potevo portargli in dono delle cartoline antiche. Mi disse di prendere contatti con la segreteria attraverso una guardia del corpo per sapere dove portare il regalo, e così feci. Andai a Roma qualche tempo dopo e gliele consegnai: erano cartoline di Secondigliano, il mio quartiere. Poi promisi che gli avrei portato altri libri». (Il Mattino, 25 maggio) Le date di cui parla Silvio Berlusconi sono leggermente diverse: «Conosco la famiglia di quella ragazza da più di 10 anni». (Corriere, 25 maggio) 2) Nel corso di questa amicizia, quante volte vi siete incontrati e dove? La prima testimonianza sugli incontri fra Silvio Berlusconi e Benedetto Letizia è nell’intervista di Gino Flaminio, ex fidanzato di Noemi: "I genitori di Noemi non c’entrano niente. Il legame era proprio con lei. nato tra Berlusconi e Noemi. Mai Noemi mi ha detto che lui, papi Silvio parlava di politica con suo padre, Elio. Non mi risulta proprio. Mai, assolutamente". (Repubblica, 24 maggio) Benedetto Letizia smentisce categoricamente questa versione. E racconta: «La prima volta che l’ho incontrato è stato nel 1990 in un’occasione pubblica. A Roma, lui era presidente del Milan e non era ancora in politica. Non fu una vera e propria conoscenza perché lo vidi, mi avvicinai e gli strinsi la mano, nulla di più (...) La vera conoscenza ci fu nel 2001. Era maggio, e a Napoli in piazza del Plebiscito c’era il comizio con Berlusconi e Fini. Ricordo che mi colpì un gazebo con la scritta "Tu sì na cosa grande...". Ero con amici, lo seguimmo dopo il comizio all’hotel Vesuvio, dove si fermò a cena e dove c’era anche il cantante Apicella. Sapevo che gli piacevano libri e cartoline antiche. La mia era ed è ancora in parte una famiglia di librai. Mi avvicinai e chiesi se potevo portargli in dono delle cartoline antiche. Mi disse di prendere contatti con la segreteria attraverso una guardia del corpo per sapere dove portare il regalo, e così feci. Andai a Roma qualche tempo dopo e gliele consegnai: erano cartoline di Secondigliano, il mio quartiere. Poi promisi che gli avrei portato altri libri. (...) Accade che a luglio di quell’anno la mia famiglia è colpita da una tragedia infinita, la cosa più terribile che possa capitare a un padre (la morte del figlio Yuri, 19 anni, ndr) (...) Feci arrivare la notizia al presidente e due giorni dopo mi viene recapitata una lettera scritta a mano da Berlusconi in persona, una lettera accorata, toccante. Credo che sia nato quel giorno il mio rapporto con lui, lo sentìì sincero, vicino, partecipe. Poi seguì anche una telefonata. Fui colpito dalla sua straordinaria sensibilità (...) Verso Natale di quell’anno, doveva essere metà dicembre. Io e la mia famiglia andammo a Roma per acquisti e passando per il centro storico della città, pensai che fosse la volta buona per presentargli mia moglie e mia fglia: fu la prima volta che vide Anna e Noemi. Proprio in quella occasione, per sdrammatizzare dopo aver ricordato la tragica fine di mio figlio, lui disse a Noemi che aveva dieci anni: ”Considerami come il tuo nonnino”. Allora intervenni e dissi ”Nonno mi sembra ingeneroso, meglio che lo chiami papi"». (Il Mattino, 25 maggio) Così è stato. Il signor Elio Letizia, dopo categorici rifiuti ["Non ho alcuna intenzione (di spiegare come ho conosciuto Berlusconi)", Oggi, 13 maggio] decide di offrire al Mattino la ricostruzione dell’incontro con il premier, il come e il quando, il ricordo del primo incontro tra il presidente del consiglio e la giovane figlia. Contemporaneamente, anche il premier rievoca con il Corriere quel primo incontro con Noemi. Ne vengono fuori due racconti divergenti, l’ennesima verità che cancella le precedenti versioni pubbliche, altre gravi incoerenze. Forse si ricorderà che Berlusconi ha detto di aver conosciuto Elio Letizia perché questi era "l’autista di Craxi" (Ansa, 29 aprile). La familiarità politica era stata, in quei giorni, invocata anche da Anna Palumbo, madre di Noemi: "Berlusconi ha conosciuto mio marito ai tempi del partito socialista" (Repubblica, 28 aprile). Ancora Berlusconi, nella puntata di Porta a porta del 5 maggio (titolo, "Ora parlo io") aveva ripetuto che quell’amicizia antica aveva il colore della passione politica. Il premier ha rivelato di essere volato a Napoli per discutere con Elio Letizia di candidature alle Europee. Dunque, in questa prima versione "congiunta", i riferimenti sono Craxi (fugge ad Hammamet il 5 maggio del 1994) e il partito socialista (si scioglie il 13 novembre del 1994). Se ne deve dedurre che l’amicizia di Berlusconi con Elio Letizia, nata "ai tempi del partito socialista", risale a un periodo precedente al 1994, ad oltre quindici anni fa. Nell’intervista al Mattino, Elio Letizia liquida per intero la quinta politica dell’amicizia. Non azzarda a dire che è stato un militante socialista né conferma di aver discusso con il presidente del consiglio chi dovesse essere spedito al parlamento di Strasburgo. La prima, insignificante stretta di mano, "nulla di più", avviene nel 1990 (Berlusconi si occupa di tv e calcio), dice Letizia, mentre la "vera conoscenza ci fu nel 2001" quando Craxi non c’è più e il suo partito è liquefatto, dunque sette anni dopo "i tempi del partito socialista". Elio sa - racconta - che a Berlusconi piacciono "libri e cartoline antiche" e nelle sale dell’hotel Vesuvio (maggio 2001) gli propone di regalargliene qualche esemplare. L’idea piace a Berlusconi e Letizia lo raggiunge, poco dopo, a Roma per mostrargli le più belle "cartoline di Secondigliano", dove Elio è nato e vive. Nasce così un legame che diventa un’affettuosa e partecipata amicizia quando Anna e Elio Letizia sono colpiti dalla crudele sventura di perdere il figlio Yuri in un incidente stradale. Berlusconi si fa vivo con una "lettera accorata e toccante". Letizia decide di presentare la sua famiglia al presidente del consiglio nel "dicembre del 2001": "A metà dicembre io e mia moglie andammo a Roma per acquisti e, passando per il centro storico, pensai che fosse la volta buona per presentare a Berlusconi mia moglie e mia figlia" (il Mattino, 25 maggio). Questa è la versione dalla viva voce di Elio Letizia, dunque: il capo del governo "per la prima volta vide Anna e Noemi" nel dicembre del 2001 non in pubblico ma nella residenza privata del premier, a palazzo Grazioli, o a Palazzo Chigi. Noemi ha soltanto dieci anni. 3) Come descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto ”Elio” Letizia? 3) Ogni amicizia ha una sua ragione, che matura soprattutto nel tempo e in questo caso – come ammette anche Berlusconi – il tempo non è mancato. Come il capo del governo descriverebbe le ragioni della sua amicizia con Benedetto Letizia? Il signor Elio Letizia, dopo categorici rifiuti ["Non ho alcuna intenzione (di spiegare come ho conosciuto Berlusconi)", Oggi, 13 maggio] decide di offrire al Mattino la ricostruzione dell’incontro con il premier, il come e il quando, il ricordo del primo incontro tra il presidente del consiglio e la giovane figlia. Contemporaneamente, anche il premier rievoca con il Corriere quel primo incontro con Noemi. Ne vengono fuori due racconti divergenti, l’ennesima verità che cancella le precedenti versioni pubbliche, altre gravi incoerenze. Forse si ricorderà che Berlusconi ha detto di aver conosciuto Elio Letizia perché questi era "l’autista di Craxi" (Ansa, 29 aprile). La familiarità politica era stata, in quei giorni, invocata anche da Anna Palumbo, madre di Noemi: "Berlusconi ha conosciuto mio marito ai tempi del partito socialista" (Repubblica, 28 aprile). Ancora Berlusconi, nella puntata di Porta a porta del 5 maggio (titolo, "Ora parlo io") aveva ripetuto che quell’amicizia antica aveva il colore della passione politica. Il premier ha rivelato di essere volato a Napoli per discutere con Elio Letizia di candidature alle Europee. Dunque, in questa prima versione "congiunta", i riferimenti sono Craxi (fugge ad Hammamet il 5 maggio del 1994) e il partito socialista (si scioglie il 13 novembre del 1994). Se ne deve dedurre che l’amicizia di Berlusconi con Elio Letizia, nata "ai tempi del partito socialista", risale a un periodo precedente al 1994, ad oltre quindici anni fa. Nell’intervista al Mattino, Elio Letizia liquida per intero la quinta politica dell’amicizia. Non azzarda a dire che è stato un militante socialista né conferma di aver discusso con il presidente del consiglio chi dovesse essere spedito al parlamento di Strasburgo. La prima, insignificante stretta di mano, "nulla di più", avviene nel 1990 (Berlusconi si occupa di tv e calcio), dice Letizia, mentre la "vera conoscenza ci fu nel 2001" quando Craxi non c’è più e il suo partito è liquefatto, dunque sette anni dopo "i tempi del partito socialista". Elio sa - racconta - che a Berlusconi piacciono "libri e cartoline antiche" e nelle sale dell’hotel Vesuvio (maggio 2001) gli propone di regalargliene qualche esemplare. L’idea piace a Berlusconi e Letizia lo raggiunge, poco dopo, a Roma per mostrargli le più belle "cartoline di Secondigliano", dove Elio è nato e vive. Nasce così un legame che diventa un’affettuosa e partecipata amicizia quando Anna e Elio Letizia sono colpiti dalla crudele sventura di perdere il figlio Yuri in un incidente stradale. Berlusconi si fa vivo con una "lettera accorata e toccante". Letizia decide di presentare la sua famiglia al presidente del consiglio nel "dicembre del 2001": "A metà dicembre io e mia moglie andammo a Roma per acquisti e, passando per il centro storico, pensai che fosse la volta buona per presentare a Berlusconi mia moglie e mia figlia" (il Mattino, 25 maggio). Questa è la versione dalla viva voce di Elio Letizia, dunque: il capo del governo "per la prima volta vide Anna e Noemi" nel dicembre del 2001 non in pubblico ma nella residenza privata del premier, a palazzo Grazioli, o a Palazzo Chigi. Noemi ha soltanto dieci anni. Benedetto Letizia racconta: «La prima volta che l’ho incontrato è stato nel 1990 in un’occasione pubblica. A Roma, lui era presidente del Milan e non era ancora in politica. Non fu una vera e propria conoscenza perché lo vidi, mi avvicinai e gli strinsi la mano, nulla di più (...) La vera conoscenza ci fu nel 2001. Era maggio, e a Napoli in piazza del Plebiscito c’era il comizio con Berlusconi e Fini. Ricordo che mi colpì un gazebo con la scritta "Tu sì na cosa grande...". Ero con amici, lo seguimmo dopo il comizio all’hotel Vesuvio, dove si fermò a cena e dove c’era anche il cantante Apicella. Sapevo che gli piacevano libri e cartoline antiche. La mia era ed è ancora in parte una famiglia di librai. Mi avvicinai e chiesi se potevo portargli in dono delle cartoline antiche. Mi disse di prendere contatti con la segreteria attraverso una guardia del corpo per sapere dove portare il regalo, e così feci. Andai a Roma qualche tempo dopo e gliele consegnai: erano cartoline di Secondigliano, il mio quartiere. Poi promisi che gli avrei portato altri libri. (...) Accade che a luglio di quell’anno la mia famiglia è colpita da una tragedia infinita, la cosa più terribile che possa capitare a un padre (la morte del figlio Yuri, 19 anni, ndr) (...) Feci arrivare la notizia al presidente e due giorni dopo mi viene recapitata una lettera scritta a mano da Berlusconi in persona, una lettera accorata, toccante. Credo che sia nato quel giorno il mio rapporto con lui, lo sentìì sincero, vicino, partecipe. Poi seguì anche una telefonata. Fui colpito dalla sua straordinaria sensibilità (...) Verso Natale di quell’anno, doveva essere metà dicembre. Io e la mia famiglia andammo a Roma per acquisti e passando per il centro storico della città, pensai che fosse la volta buona per presentargli mia moglie e mia fglia: fu la prima volta che vide Anna e Noemi. Proprio in quella occasione, per sdrammatizzare dopo aver ricordato la tragica fine di mio figlio, lui disse a Noemi che aveva dieci anni: ”Considerami come il tuo nonnino”. Allora intervenni e dissi ”Nonno mi sembra ingeneroso, meglio che lo chiami papi"». (Il Mattino, 25 maggio) L’ex fidanzato di Noemi, Gino Flaminio, racconta una versione diversa: «I genitori di Noemi non c’entrano niente. Il legame era proprio con lei. nato tra Berlusconi e Noemi. Mai Noemi mi ha detto che lui, papi Silvio parlava di politica con suo padre, Elio. Non mi risulta proprio. Mai, assolutamente"». (Repubblica, 24 maggio) 4) Perché ha discusso delle candidature con Letizia che non è neanche iscritto al Pdl? 4) Naturalmente il presidente del Consiglio discute le candidature del suo partito con chi vuole e quando vuole. Ma è stato lo stesso Berlusconi a dire che non si è occupato direttamente della selezione dei candidati, perché farlo allora con Letizia, peraltro non iscritto né militante né dirigente del suo partito né cittadino particolarmente influente nella società meridionale? Berlusconi dichiara il 4 maggio alla Stampa: «Suo padre [Benedetto Letizia], che conoscevo da tempo, mi ha telefonato per chiedermi se lasciavo fuori Martusciello (Flavio, consigliere regionale del PdL) dalle liste per le Europee, io gli ho spiegato che avrei cercato di mettere sia l’ex-questore Malvano (Franco, già candidato a sindaco di Napoli) sia Martusciello e che stavo per arrivando a Napoli per dare una spinta ai contratti per i nuovi termovalorizzatori che sono frenati dalla burocrazia. A quel punto lui mi ha interrotto e mi ha detto: ”Stavi venendo a Napoli? Io stasera festeggio il diciottesimo compleanno di Noemi, perché non vieni con un brindisi, lo facciamo in un locale poco distante dall’aeroporto. Ti prego vieni sarebbe il più bel regalo della mia vita”. Così ci sono andato…». (La Stampa, 4 maggio) A Porta a Porta, il giorno successivo (5 maggio) il presidente del Consiglio dichiara invece: «Le candidature per le Europee non sono state gestite direttamente dal premier. Ad occuparsene sono stati i tre coordinatori del PdL Bondi, La Russa e Verdini che ”da migliaia di segnalazioni sono giunti a 500 schede” per individuare i 72 candidatisi sono orientati secondo le indicazioni del congresso, spazio ai giovani e alla donne. Tra questi candidati nessuna è qualificabile come velina» Resoconto delle parole del premier a Porta a porta tratto dal Giornale, 6 maggio. La versione integrale in video è riportata sul sito della Rai. La puntata di Porta a Porta dura un’ora e 56 minuti, la parte relativa a questa dichiarazione inizia dal minuto 6:24. L’esistenza di legami politici fra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Benedetto Letizia è smentita dal racconto dello stesso Letizia: «La prima volta che l’ho incontrato è stato nel 1990 in un’occasione pubblica. A Roma, lui era presidente del Milan e non era ancora in politica. Non fu una vera e propria conoscenza perché lo vidi, mi avvicinai e gli strinsi la mano, nulla di più (...) La vera conoscenza ci fu nel 2001. Era maggio, e a Napoli in piazza del Plebiscito c’era il comizio con Berlusconi e Fini. Ricordo che mi colpì un gazebo con la scritta "Tu sì na cosa grande...". Ero con amici, lo seguimmo dopo il comizio all’hotel Vesuvio, dove si fermò a cena e dove c’era anche il cantante Apicella. Sapevo che gli piacevano libri e cartoline antiche. La mia era ed è ancora in parte una famiglia di librai. Mi avvicinai e chiesi se potevo portargli in dono delle cartoline antiche. Mi disse di prendere contatti con la segreteria attraverso una guardia del corpo per sapere dove portare il regalo, e così feci. Andai a Roma qualche tempo dopo e gliele consegnai: erano cartoline di Secondigliano, il mio quartiere. Poi promisi che gli avrei portato altri libri. (...) Accade che a luglio di quell’anno la mia famiglia è colpita da una tragedia infinita, la cosa più terribile che possa capitare a un padre (la morte del figlio Yuri, 19 anni, ndr) (...) Feci arrivare la notizia al presidente e due giorni dopo mi viene recapitata una lettera scritta a mano da Berlusconi in persona, una lettera accorata, toccante. Credo che sia nato quel giorno il mio rapporto con lui, lo sentìì sincero, vicino, partecipe. Poi seguì anche una telefonata. Fui colpito dalla sua straordinaria sensibilità (...) Verso Natale di quell’anno, doveva essere metà dicembre. Io e la mia famiglia andammo a Roma per acquisti e passando per il centro storico della città, pensai che fosse la volta buona per presentargli mia moglie e mia fglia: fu la prima volta che vide Anna e Noemi. Proprio in quella occasione, per sdrammatizzare dopo aver ricordato la tragica fine di mio figlio, lui disse a Noemi che aveva dieci anni: ”Considerami come il tuo nonnino”. Allora intervenni e dissi ”Nonno mi sembra ingeneroso, meglio che lo chiami papi"» (Il Mattino, 25 maggio) 5) Quando ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia? Su questo punto il presidente del Consiglio ha fornito una risposta indiretta durante un’intervista a France2. Berlusconi spiega le circostanze della frequentazione con Noemi Letizia, affermando che si tratta di un’antica amicizia di natura politica con il padre, quando il giornalista interrompe per chiedere: ”…dunque non è una ragazza che voi conoscevate personalmente?” Berlusconi risponde ”No”, e poi aggiunge: ”Ho avuto l’occasione di conoscerla con i suoi genitori. Questo è tutto”. (France 2, 6 maggio: il video dura circa 30 minuti, la parte relativa a Noemi è al minuto 9) La versione di Silvio Berlusconi pare essere contraddetta da Noemi: «[Berlusconi, papi] mi ha allevata (…) un amico di famiglia. Dei miei genitori (…) non mi ha fatto mai mancare le sue attenzioni. Un anno [per il mio compleanno], ricordo, mi ha regalato un diamantino. Un’altra volta, una collanina. Insomma, ogni volta mi riempie di attenzioni. (…) Lo adoro. Gli faccio compagnia. Lui mi chiama, mi dice che ha qualche momento libero e io lo raggiungo. Resto ad ascoltarlo. Ed è questo che desidera da me. Poi, cantiamo assieme. (…) Quando vado da lui ha sempre la scrivania sommersa dalle carte. Dice che vorrebbe mettersi su una barca e dedicarsi alla lettura. Talvolta è deluso dal fatto che viene giudicato male, gli spiego che chi lo giudica male non guarda al di là del proprio naso. Nessuno può immaginare quanto papi sia sensibile. Pensi che gli sono stata vicinissima quando è morta, di recente, la sorella Maria Antonietta. Gli dicevo che soltanto io potevo capire il suo dolore. (…) [Da grande vorrò fare] la showgirl. Mi interessa anche la politica. Sono pronto a cogliere qualunque opportunità. (…) Preferisco candidarmi alla Camera, al parlamento. Ci penserà papi Silvio». (Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile) Gino Flaminio, ex fidanzato di Noemi, racconta ancora un’altra versione: «Noemi mi ha raccontato di aver fatto alcune foto per un "book" di moda. Lo aveva consegnato a un’agenzia romana, importante - no, il nome non me lo ricordo - di quelle che fanno lavorare le modelle, le ballerine, insomma le agenzie a cui si devono rivolgere le ragazze che vogliono fare spettacolo. Noemi mi dice che, in quell’agenzia di Roma, va Emilio Fede e si porta via questi "book", mica soltanto quello di Noemi. Non lo so, forse gli servono per i casting delle meteorine. Il fatto è - ripeto, è quello che mi dice Noemi - che, proprio quel giorno, Emilio Fede è a pranzo o a cena - non me lo ricordo - da Berlusconi. Finisce che Fede dimentica quelle foto sul tavolo del presidente. così che Berlusconi chiama Noemi. Quattro, cinque mesi dopo che il "book" era nelle mani dell’agenzia, dice Noemi. stato un miracolo, dico sempre. Dunque, dice Noemi che Berlusconi la chiama al telefono. Proprio lui, direttamente. Nessuna segretaria. Nessun centralino. Lui, direttamente. Era pomeriggio, le cinque o le sei del pomeriggio, Noemi stava studiando. Berlusconi le dice che ha visto le foto; le dice che è stato colpito dal suo "viso angelico", dalla sua "purezza"; le dice che deve conservarsi così com’è, "pura"» (La Repubblica, 24 maggio) La storia raccontata da Gino Flaminio è smentita direttamente da Silvio Berlusconi: «Non ho mai visto nessun book, questa storia è totalmente inventata, non l’ho mai chiamata, ma figuriamoci... La prima volta che ho visto questa ragazza è stato a una sfilata, non certo in un book». (Corriere della Sera, 25 maggio) Anche il padre di Noemi smentisce la versione di Gino Flaminio, con una storia diversa: «[A metà dicembre 2001] Io e la mia famiglia andammo a Roma per acquisti e passando per il centro storico della città, pensai che fosse la volta buona per presentargli mia moglie e mia figlia: fu la prima volta che vide Anna e Noemi. Proprio in quella occasione, per sdrammatizzare dopo aver ricordato la tragica fine di mio figlio (morto pochi mesi prima, ndr) lui disse a Noemi che aveva dieci anni: ”Considerami come il tuo nonnino”. Allora intervenni e dissi ”Nonno mi sembra ingeneroso, meglio che lo chiami papi”» (Il Mattino, 25 maggio) 6) Quante volte ha avuto modo di incontrare Noemi Letizia e dove? A tale proposito Noemi ha dichiarato al Corriere del mezzogiorno il 28 aprile «[Berlusconi, papi] mi ha allevata (…) un amico di famiglia. Dei miei genitori (…) non mi ha fatto mai mancare le sue attenzioni. Un anno [per il mio compleanno], ricordo, mi ha regalato un diamantino. Un’altra volta, una collanina. Insomma, ogni volta mi riempie di attenzioni. (…) Lo adoro. Gli faccio compagnia. Lui mi chiama, mi dice che ha qualche momento libero e io lo raggiungo. Resto ad ascoltarlo. Ed è questo che desidera da me. Poi, cantiamo assieme. (…) Quando vado da lui ha sempre la scrivania sommersa dalle carte. Dice che vorrebbe mettersi su una barca e dedicarsi alla lettura. Talvolta è deluso dal fatto che viene giudicato male, gli spiego che chi lo giudica male non guarda al di là del proprio naso. Nessuno può immaginare quanto papi sia sensibile. Pensi che gli sono stata vicinissima quando è morta, di recente, la sorella Maria Antonietta. Gli dicevo che soltanto io potevo capire il suo dolore. (…) [Da grande vorrò fare] la showgirl. Mi interessa anche la politica. Sono pronta a cogliere qualunque opportunità. (…) Preferisco candidarmi alla Camera, al parlamento. Ci penserà papi Silvio». (Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile) Silvio Berlusconi ha raccontato all’intervista con France2 il 6 maggio: «On a demontré que j’etais ami de ses parents, (...) et que la fille n’avait pas eu aucune occasion de me frequenter toute seule, mais elle etait venue me connaître seulment trois ou quatre fois - moi je me souviens trois fois, quelcun dit quatre fois, ma secretaire - toujour avec sa mère ou son père des quelles je suis ami depuis plusieurs années percqu’il me soutien comme homme de la politique à Naples - il est dans mon parti et c’est une connaisance qui viens de plusieurs années». «Abbiamo dimostrato che ero amico dei suoi genitori (...) e che la ragazza non ha avuto alcuna occasione di frequentarmi da sola, ma è venuta a conoscermi solamente tre o quattro volte - io mi ricordo tre volte, qualcuno dice quattro volte... la mia segretaria - sempre con sua madre o suo padre dei quali sono amico da diversi anni perché lui mi appoggia come uomo politico a Napoli - è nel mio partito ed è una conoscenza che risale a diversi anni fa». Le testimonianze degli invitati ad una serata ufficiale organizzata dalla presidenza del Consiglio lo scorso novembre La versione di Berlusconi è smentita dal racconto di Gino Flaminio, ex fidanzato di Noemi, su Repubblica: «Il rapporto tra Noemi e il presidente comincia più o meno intorno all’ottobre 2008. Noemi mi ha raccontato di aver fatto alcune foto per un "book" di moda. Lo aveva consegnato a un’agenzia romana, importante - no, il nome non me lo ricordo - di quelle che fanno lavorare le modelle, le ballerine, insomma le agenzie a cui si devono rivolgere le ragazze che vogliono fare spettacolo. Noemi mi dice che, in quell’agenzia di Roma, va Emilio Fede e si porta via questi "book", mica soltanto quello di Noemi. Non lo so, forse gli servono per i casting delle meteorine. Il fatto è - ripeto, è quello che mi dice Noemi - che, proprio quel giorno, Emilio Fede è a pranzo o a cena - non me lo ricordo - da Berlusconi. Finisce che Fede dimentica quelle foto sul tavolo del presidente. così che Berlusconi chiama Noemi. (...) Dice Noemi che Berlusconi la chiama al telefono. Proprio lui, direttamente. Nessuna segretaria. Nessun centralino. Lui, direttamente. Era pomeriggio, le cinque o le sei del pomeriggio, Noemi stava studiando. Berlusconi le dice che ha visto le foto; le dice che è stato colpito dal suo "viso angelico", dalla sua "purezza"; le dice che deve conservarsi così com’è, "pura". Questa fu la prima telefonata (...) Le cose andarono così perché in altre occasioni io c’ero e Noemi, così per gioco o per convincermi che davvero parlava con Berlusconi, m’allungava il cellulare all’orecchio». Il racconto di Gino Flaminio continua con il racconto della festa di Capodanno in Sardegna: «Noemi me lo disse a dicembre che papi l’aveva invitata là. Mi disse: "Posso portare un’amica, un’amica qualunque, non gli importa. Ci saranno altre ragazze". E lei si è portata Roberta. E poi è rimasta con Roberta per tutto il periodo. (...) Così è partita verso il 26-27 dicembre ed è ritornata verso il 4-5 gennaio. Quando è tornata mi ha raccontato tante cose. Che Berlusconi l’aveva trattata bene, a lei e alle amiche. Hanno scherzato, hanno riso... (...) Lei dice che Berlusconi era stato con loro solo la notte di Capodanno». (Repubblica, 24 maggio) Berlusconi ha smentito il racconto di Flaminio, ha ribadito il numero di incontri e ha aggiunto altri particolari: «Ho visto Noemi non più di quattro volte, l’ho già detto, e certamente tre volte in pubblico. A Roma, accompagnata dalla madre. A Villa Madama. Non c’è mai stato niente che non sia stato più che pulito e trasparente. vero che è stata ospite a casa mia a Capodanno, insieme a tanti altri ospiti, non capisco perché debba costituire uno scandalo (...) La prima volta che ho visto questa ragazza è stato a una sfilata, non certo in un book» (Corriere della Sera, 25 maggio) 7) Lei si occupa di Noemi e del suo futuro e sostiene economicamente la sua famiglia? A parte la notizia del regalo in occasione del 18° compleanno di Noemi Letizia, il presidente del Consiglio non ha a oggi fornito chiarimenti su questo punto. Da parte sua Noemi ha dichiarato al Corriere del mezzogiorno il 28 aprile «[Berlusconi, papi] mi ha allevata (…) un amico di famiglia. Dei miei genitori (…) non mi ha fatto mai mancare le sue attenzioni. Un anno [per il mio compleanno], ricordo, mi ha regalato un diamantino. Un’altra volta, una collanina. Insomma, ogni volta mi riempie di attenzioni. (…) Lo adoro. Gli faccio compagnia. Lui mi chiama, mi dice che ha qualche momento libero e io lo raggiungo. Resto ad ascoltarlo. Ed è questo che desidera da me. Poi, cantiamo assieme. (…) Quando vado da lui ha sempre la scrivania sommersa dalle carte. Dice che vorrebbe mettersi su una barca e dedicarsi alla lettura. Talvolta è deluso dal fatto che viene giudicato male, gli spiego che chi lo giudica male non guarda al di là del proprio naso. Nessuno può immaginare quanto papi sia sensibile. Pensi che gli sono stata vicinissima quando è morta, di recente, la sorella Maria Antonietta. Gli dicevo che soltanto io potevo capire il suo dolore. (…) [Da grande vorrò fare] la showgirl. Mi interessa anche la politica. Sono pronta a cogliere qualunque opportunità. (…) Preferisco candidarmi alla Camera, al parlamento. Ci penserà papi Silvio». (Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile) 8) E’ vero, come sostiene Noemi, che Berlusconi ha promesso o le ha lasciato credere di poter favorire la sua carriera nello spettacolo o, in alternativa, l’accesso alla scena politica e questo «uso strumentale del corpo femminile», per il premier, non «impoverisce la qualità democratica di un paese» come gli rimproverano personalità e istituzioni culturali vicine al suo partito? Su questo punto Noemi Letizia ha dichiarato al Corriere del Mezzogiorno il 28 aprile « [Da grande vorrò fare] la showgirl. Mi interessa anche la politica. Sono pronta a cogliere qualunque opportunità. (…) Preferisco candidarmi alla Camera, al parlamento. Ci penserà papi Silvio». (Corriere del Mezzogiorno, 28 aprile) Il presidente del Consiglio non ha fino ad oggi fornito chiarimenti su questo aspetto della vicenda. 9) Veronica Lario ha detto che il marito «frequenta minorenni». Al di là di Noemi, ci sono altre minorenni che il premier incontra o «alleva», per usare senza ironia un’espressione della ragazza di Napoli? Su Repubblica il 3 maggio 2009, in riferimento alla richiesta di divorzio, è apparso il seguente virgolettato attribuito a Veronica: "(…) . Sono convinta che a questo punto non sia dignitoso che io mi fermi qui. La strada del mio matrimonio è segnata, non posso stare con un uomo che frequenta le minorenni". (Repubblica, 3 maggio) A Porta a Porta Berlusconi ha dichiarato: ” una menzogna che io frequenti minorenni” (Porta a Porta, 5 maggio) Il commento: certo che si, per poi fare la scelta per assegnare il nuovo Ministero delle PAPI Opportunità cui andrà per decreto legge l’otto per MILLS 10) Veronica Lario ha detto: «Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con una persona che non sta bene. E’ stato tutto inutile». Geriatri (come il professor Gianfranco Salvioli, dell’Università di Modena) ritengono che i comportamenti ossessivi nei confronti del sesso, censurati da Veronica Lario, potrebbero essere l’esito di «una degenerazione psicopatologica di tratti narcisistici della personalità». Quali sono le sue condizioni di salute? Le dichiarazioni di Veronica Lario sono apparse su Repubblica il 3 maggio 2009. La dichiarazione di Gianfranco Salvioli è tratta da Novella 2000, in edicola dal 9 maggio (il dottor Salvioli ha poi precisato di non aver fatto esplicito riferimento a casi personali, ndr) Sul punto il presidente del Consiglio non ha a oggi fornito chiarimenti. La polemica Il Cavaliere e il letto al potere di FRANCESCO MERLO Il gossip, come diceva Flaubert, «dispensa dal pensare» e dunque nessuno si stupisce di questo cortile, di questo anfanare plebeo sugli amori di una coppia di speciale visibilità come sonoi coniugi Berlusconi. Né è una novità l´asservimento della televisione pubblica ai vizi del principe, con il "Porta a porta" diventato per l´occasione "Letto a letto". Ma la velocità, la passione e l´intensità del gossip sul divorzio hanno coperto lo scandalo reale, ancora irrisolto e dunque intollerabile in un paese civile. Berlusconi infatti non ha mai chiarito, né i suoi detrattori hanno mai pienamente dimostrato, quanto erotici siano in Italia i dicasteri e quanto ci sia di Morgensgabe, di dono del mattino, nelle cariche istituzionali. Insomma, l´accanimento sul tradimento della moglie nasconde la vera questione italiana: siamo tornati, unico Paese dell´Occidente avanzato, alle forme autocratiche del potere, quando lo Stato, i posti di Stato, i ministeri di Stato, venivano appaltati ai famigli, ai favoriti, ai mariti delle amanti, alle amanti? Berlusconi, fiutando il palcoscenico maschile, ha consegnato a Bruno Vespa le sue dichiarazioni di innocenza accompagnate dai soliti ammiccamenti verso i peccati che giura di non avere commesso. Ma il sospetto infamante e dunque calunnioso che pesa su di lui non è l´adulterio, non è l´avere oltraggiato la delicatezza femminile della moglie, non è l´avere offeso e rinnegato il berlusconismo ingentilito che c´è in Veronica, ma l´avere portato il letto al potere d´Italia. Ed è persino divertente che il giornale dei vescovi gli rimproveri l´impertinenza e la mancanza di sobrietà, insomma proprio i famosi peccati di cui l´italiano, da simpatica canaglia, sa pentirsi e negare, e al tempo stesso compiacersene e andare fiero. Inconsapevolmente, a riprova che il moralismo è cieco, "Avvenire" ha reso un favore al Berlusconi che si bea appunto della propria impertinenza e delle proprie marachelle e non si rende conto che chiedere a un´assessora il permesso di palpeggiamento, chiedere «posso palpeggiare un po´ la signora?» con un mezzo sorriso burocratico istituzionale durante una visita nelle zone terremotate non è una pulsione ma è una patologia. Eppure "Avvenire" ha accreditato, censurandola, l´esuberanza sessual-affettiva e non la malattia, ha certificato quell´eterna adolescenza nella quale Berlusconi finge drammaticamente di vivere e non la sindrome del nonno immaturo che ridiventa bambino con i bambini e con le bambine. Più acutamente il mondo religioso avrebbe dovuto vedervi la decadenza di quell´infoiamento che fu raccontato al cinema da Tognazzi. Qui infatti non c´è il premierato annichilito dalla commedia all´italiana, dalle Baruffe chiozzotte, dalle trame dell´Ubalda tutta calda o del Magnifico cornuto, ma c´è invece il sesso ossessione, il sesso fantasma, il sesso che nessun concetto prefabbricato dalla psicologia può spiegare e contenere e che nessuna velina potrà mai addomesticare; qui non c´è lo spettacolo delle soubrette dalle forme rotonde e le gambe lunghe che capitalizzano e investono sulla propria bellezza impataccando di carezze gli uomini ricchi e potenti, ma c´è lo spettacolo degli anziani uomini di potere che le esibiscono e le istruiscono alla politica: le ricompensano con la politica. Ma perché i vescovi non gli chiedono conto di quell´altro peccato che, se fosse vero, sarebbe ben più grave, peccato mortale contro l´Italia e contro gli italiani? Stiamo parlando della simonia laica, del sospetto, mai provato e mai fugato, di ricompensare l´avvenenza con i posti in Parlamento e con i ministeri. Fu nell´estate scorsa che l´Italia fu invasa da decine e decine di "aforismi telefonici" sui meriti sessuali di ministre e sottosegretarie, frasi più o meno volgari e più o meno verosimili che ancora adesso purtroppo accompagnano la Carfagna, la Gelmini, la Brambilla nonché l´intero educandato di attrici, veline e ballerine che non sono più la gioia malandrina del potere ma sono ormai una degenerazione del potere italiano. vero che fu gossip anche quella divulgazione, per passaparola e per mormorio, del contenuto, non si sa quanto calunnioso, di alcune intercettazioni, come sempre di nessun valore penale. Ma la distruzione legittima e legale di quelle intercettazioni non ha certo smontato l´infamia della quale Berlusconi e le sue ministre si dichiararono vittime. Anche perché l´Italia deve all´ambiguità della sua storia la fama di paese nel quale si distruggono solo le prove, di paese nel quale più si distrugge e più si costruisce la prova. Attenzione dunque a quel che accade. Con la complicità delle televisioni e dei giornali che trascinano anche Veronica nel letamaio e la mostrano senza veli per farne una velina dissennata e scosciata, Berlusconi sta trasformando le ferite che ha inferto alla moglie in una battaglia e magari già in una vittoria politica, con l´idea tutta berlusconiana della politica che, come la vita sregolata e romanzesca, fluisce nel viso rifatto e nei capelli che ricrescono, nella prostata che guarisce e nel seduttore che ringiovanisce, nel padre in pericolo e nel marito monello: è un fumo, una magia, un "a me gli occhi" che non solo restaura il mito guasto e avariato del "Silvio Priapo" ma nasconde il vero, l´ultimo scandalo di un´Italia non più governata dal conflitto di interessi, ma dal conflitto di piaceri: prurito di interessi, conflitto di pruriti, conflitto di interessi pruriginosi..