corriere.it, 29 maggio 2009
Accuse al Cavaliere nel libro Einaudi rifiuta Saramago Il Nobel: con lui c’è da temere per la democrazia MILANO – Einaudi non pubblicherà Il quaderno, il libro che raccoglie testi let¬terari e politici scritti sul blog dallo scrittore porto¬ghese José Saramago, pre¬mio Nobel per la letteratura nel 1998
Accuse al Cavaliere nel libro Einaudi rifiuta Saramago Il Nobel: con lui c’è da temere per la democrazia MILANO – Einaudi non pubblicherà Il quaderno, il libro che raccoglie testi let¬terari e politici scritti sul blog dallo scrittore porto¬ghese José Saramago, pre¬mio Nobel per la letteratura nel 1998. Ne dà notizia «L’Espresso» oggi in edico¬la anticipando che l’editore della raccolta di saggi sarà sempre torinese, Bollati Bo¬ringhieri, ma soprattutto svelando il motivo della momentanea rottura tra l’autore di Cecità e la casa dello Struzzo. «La nuova opera – scrive Mario Porta¬nova – contiene giudizi a dir poco trancianti su Silvio Berlusconi, che di Einaudi è il proprietario». Sarama¬go è severo con Berlusconi ma anche con gli italiani, il cui sentimento «è indiffe¬rente a qualsiasi considera¬zione di ordine morale». Ma «nella terra della mafia e della camorra che impor¬tanza può avere il fatto pro¬vato che il primo ministro sia un delinquente?». L’au¬tore del Quaderno arriva a paragonare il nostro capo del governo a «un capo ma¬fioso ». «L’Einaudi – spiega per parte sua un comunicato della casa editrice che ha pubblicato quasi tutti i ro¬manzi del premio Nobel – ha deciso di non pubblicare O caderno di Saramago per¬ché fra molte altre cose si dice che Berlusconi è un ’delinquente’. Si tratti di lui o di qualsiasi altro espo¬nente politico, di qualsiasi parte o partito, l’Einaudi si ritiene libera nella critica ma rifiuta di far sua un’ac¬cusa che qualsiasi giudizio condannerebbe». Saramago, 87 anni, che in questi giorni è nella sua casa di Lanzarote, nell’arci¬pelago delle Canarie, ha ac¬cettato di rispondere via e-mail ad alcune nostre do¬mande. «Non pubblico la mia nuova raccolta di saggi con Einaudi – ci scrive il premio Nobel – perché in essa critico senza censure né restrizioni di alcun tipo Berlusconi, il quale è il ca¬po del governo ma anche il proprietario della casa edi¬trice, come di tanti altri mezzi di comunicazione in Italia. La verità è che quella che si è creata potrebbe es¬sere definita una situazione pittoresca se il fatto che un politico accumuli tanto po¬tere non facesse temere per la qualità della democra¬zia ». Lo scrittore portoghese, che si rivelò nel 1982 con Memoriale del convento e che non ha mai nascosto le sue simpatie per la sinistra (si iscrisse clandestinamen¬te al partito comunista por¬toghese nel 1969 riuscendo a evitare le galere del ditta¬tore Salazar), ci scrive che nessuno gli ha mai propo¬sto di cancellare i passaggi su Berlusconi: «Ho cono¬sciuto la censura durante la dittatura portoghese, l’ho sofferta e combattuta e nes¬suno in una situazione di apparente normalità demo¬cratica mi potrebbe chiede¬re di amputare una mia ope¬ra ». Facciamo notare che cer¬ti giudizi ci sembrano quan¬tomeno eccessivi. Sarama¬go non si scompone: «Le qualificazioni che ho dato di Berlusconi non nascono dalla mia testa ma si basa¬no su informazioni giornali¬stiche che ogni giorno appa¬iono sulla stampa europea. Io semplicemente osservo e concludo. Con dispiacere, naturalmente». Insistiamo: perché arrivare a paragona¬re Berlusconi a un «capo della mafia»? Saramago ri¬sponde: «Davvero le sem¬bra esagerato? sicuro? Al¬meno mi concederà che ha una mentalità mafiosa». L’autore del Vangelo se¬condo Gesù è severo anche con l’Italia: «Quando tutte le opinioni che si diffonde¬vano sulla capacità creati¬va, sulla modernità e talen¬to artistico erano favorevo¬li, non ricordo nessuno che si lamentasse di questi giu¬dizi. Ora le cose sono cam¬biate. L’Italia non è più il Pa¬ese che emoziona, ma sor¬prende non certo per le mi¬gliori ragioni. Né l’Italia né coloro che amano questo Paese meritano lo spettaco¬lo politico di fascinazione malata per Berlusconi». Saramago pubblicherà il suo prossimo romanzo da Einaudi? «Del mio nuovo romanzo, che credo vedrà la luce in autunno, non si è ancora parlato e non so do¬ve porterà questa faccen¬da ». Il premio Nobel non sa che altre opere di critica a Berlusconi sono state rifiu¬tate da Einaudi, dalle poe¬sie politiche postume di Giovanni Raboni al Duca di Mantova di Franco Cordel¬li, sino al Corpo del capo di Marco Belpoliti, che l’auto¬re ha preferito pubblicare da Guanda, però commen¬ta: «Dev’essere duro vivere quando il potere politico e quello imprenditoriale si riuniscono. Non invidio la sorte degli italiani, però in¬fine è nella volontà degli elettori mantenere questo stato di cose o cambiarlo». Dino Messina 29 maggio 2009