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 2009  maggio 29 Venerdì calendario

500 MILIONI SEPARANO LA RAI DA SKY


Alla fine il conto della serva inciderà più di ogni strategia. Più di ogni guerra commerciale. Perdurando il matrimonio con Sky, la Rai perderebbe oltre 500 milioni di euro (che potrebbero diventare 700) nei prossimi tre anni. Come? spiegato in un documento riservato, discusso dal cda di viale Mazzini. Cominciamo a dire che alla Rai ha dato non poco fastidio il fatto che Sky abbia spinto un’offerta commerciale per convincere i cittadini della Sardegna a non scegliere il digitale al momento dello switch-off (lo spegnimento del sistema analogico), bensì la piattaforma satellitare e l’abbonamento a Sky. Soltanto in Sardegna gli abbonati all’emittente di Murdoch, nel periodo in questione, sono passati da 98 mila a 160 mila, un incremento del 60%. Stessa musica in Trentino (+40%). Sky offriva condizioni vantaggiose per gli utenti ma anche la possibilità di usufruire di tutti i canali compresi nel pacchetto digitale, in aggiunta a quelli già presenti sulla piattaforma satellitare di Murdoch.

Di questo passo, regione dopo regione, secondo il documento riservato, Sky raggiungerebbe dai 7 ai 9 milioni di abbonati entro soli 3 anni, raddoppiando così gli ascolti. Passando dall’8-9% attuale di share al 15-16% al termine dello switch-off. Considerando che ogni punto in più di share è stimato con un valore di 30 milioni, ecco che i 7 punti in più di share farebbero guadagnare a Sky 210 milioni l’anno, 630 in tre anni. Ovviamente il guadagno di Sky toglierebbe introiti pubblicitari agli altri concorrenti, Rai in testa. Da qui l’allarme rosso a viale Mazzini per i 500 milioni. Una cifra che, secondo i tecnici, potrebbe essere anche esagerata ma che in ogni caso cambierebbe il mercato, dando a Sky un potere economico maggiore e nello stesso tempo provocando un indebolimento sostanziale delle sue concorrenti.

L’emittente di Murdoch ha offerto 50 milioni l’anno alla Rai per il suo pacchetto di canali, ma a viale Mazzini hanno calcolato che questa cifra la si può recuperare con l’1.7% di share ottenuto con i nuovi canali presenti sul digitale. Un’impresa alla portata di mano, anzi di telecomando. Ecco perché per aprire una vera trattativa Sky sarà costretta ad alzare l’offerta. Tra l’altro la Rai non vuole sentir parlare di 7 anni ma di 3.

Nel documento in mano ai consiglieri del cda di viale Mazzini si fa riferimento anche a quel 3% circa di share che arriva alla Rai dalla piattaforma Sky. Cioè da coloro che vedono i programmi della tv di Stato con il telecomando di Sky. Un 3% che non rappresenta una soglia irrecuperabile con il digitale. Tutt’altro. Inoltre dal primo luglio la Rai avrà la sua piattaforma satellitare con Mediaset, Tivù sat, realizzata per portare i programmi nelle zone non raggiunte dal digitale.

Pertanto diventa sempre più difficile trovare un accordo.

La Rai ora ha le mani libere anche per quanto riguarda gli obblighi dettati dal contratto di servizio. La commissione paritetica del ministero delle Comunicazioni ha spiegato che nell’articolo 26 non c’è nessun vincolo di servizio universale per le piattaforme commercializzate. il caso di Sky. Mentre l’obbligo vale soltanto per le piattaforme disponibili gratuitamente.

Con queste premesse la trattativa tra il dg Rai, Mauro Masi, e l’ad di Sky Italia, Tom Mockridge, sta proseguendo. In questa fase si sta cercando di rivedere il perimetro dell’offerta, i tempi, i contenuti e il conquibus.