Gino Castaldo, La Repubblica 23/05/2009, 23 maggio 2009
LEDA BERTÈ: «LOREDANA DICE IL VERO. NOSTRO PADRE È STATO UN VIOLENTO»
«Sono cornuto e bastonato! Ma come si fa a dire certe cose?», urla nel telefono l´ex professore di latino e greco, l´ottantottenne Giuseppe Berté: il padre-padrone evocato dall´agghiacciante racconto della figlia, la cantante Loredana, che lo accusa (in un´intervista a Musica leggera in edicola la settimana prossima) di inaudite sopraffazioni familiari. Raggiunto telefonicamente non ha voluto difendersi: ha urlato e bestemmiato prima di buttare giù la cornetta con rabbia.
Chi risponde è invece Leda, la maggiore delle quattro sorelle, la quale apre il rubinetto dei ricordi, solidarizzando con Loredana: «Sì, ho letto quello che ha raccontato, e devo dire che me l´aspettavo da tempo. La tempestività con cui mio padre ha fatto cremare Mimì, con una decisione unilaterale, come se fosse l´unico erede legittimo, ancora una volta da padre-padrone, mi ha lasciato una rabbia tremenda, anche perché c´erano indagini in corso. E mi ha addolorato sapere che abbia picchiato Loredana il giorno del funerale, come lei stessa ha raccontato. Non era possibile che tutto questo fosse messo a tacere». Leda Berté è impiegata al ministero di Grazia e giustizia e da anni si adopera per preservare la memoria della sorella scomparsa. Eppure Loredana, raccontando dei lividi sul corpo di Mimì, lancia un´accusa molto grave. Cosa dice Leda? «Io sono arrivata dopo, il corpo era ricomposto e truccato. Loredana è arrivata molto prima di me, e comunque sono sempre stata del parere che qualcosa di strano fosse successo. Era anche strano che improvvisamente Mimì avesse cercato il padre. Quarant´anni non si cancellano così all´improvviso». E dopo? «Lì per lì, ho pensato, mettiamoci una pietra sopra, forse ora diventerà più padre di quanto non sia stato, e invece niente: ha rubato tutto quello che ha potuto, si è impossessato delle matrici, degli inediti, e ogni tanto non si sa come, esce qualcosa su disco. Da dove pensate che arrivi? Si è impossessato della sua morte come avrebbe voluto impossessarsi della sua vita».
Loredana racconta di continue violenze, delle botte a sua madre quando era incinta. Può confermarlo? «Certo. Mia madre ha sempre preso un sacco di botte, ogni volta che rimaneva incinta per lui era una dannazione. Mimì e Loredana le hanno imposto di divorziare, e avevano ragione: non si poteva vivere nel terrore. Non dovrebbe farsi più vedere per tutto quello che ha fatto. Quando morì mia madre glielo promisi: difenderò in ogni modo la memoria delle donne Berté. Quando mio padre non ci sarà più, sulla sua tomba metterò come epitaffio il testo di Padre davvero, la canzone che cantava Mimì». Molti la ricorderanno. Diceva: «Non mi volevi, ero solo una bocca in più da sfamare, non sono cresciuta come speravi, padre, davvero, ma chi ti somiglia, sei sicuro che io sia tua figlia?».