CLAUDIO BRIGLIADORI, Libero 27/5/2009, 27 maggio 2009
In finale si va con mille milioni - Recita il saggio: dietro ogni successo sportivo, ci sono anni di duro lavoro
In finale si va con mille milioni - Recita il saggio: dietro ogni successo sportivo, ci sono anni di duro lavoro. La Champions, però, esige qualcosa in più. Per vincerla, magari più volte, bisogna anche togliersi di tasca mille milioni di euro, spicciolo più spicciolo meno. Tanto è costata la gloria a Barcellona e Manchester United. Le due finaliste dell’Olimpico sono le corazzate d’Europa, le più belle e più invidiate. Per diventarlo, negli ultimi cinque anni non hanno badato a spese. Dalla stagione 2003/04 ad oggi, hanno speso rispettivamente 247 e 245 milioni in campagne acquisti, con entrate da cessioni limitatissime (43,5 i blaugrana, 41 gli inglesi). Il monte stipendi dell’ultima stagione dice 130 milioni (Milan e Inter si fermano a 120), con Messi a 8,4 milioni e Cristiano Ronaldo a 6,7. Sommando queste due voci alle ordinarie ”spese di gestione” di cinque anni, ecco arrivare alla fatidica soglia del miliardo. In più, i debiti: 439 milioni per il Barça del presidente Laporta, 960 il Manchester dell’americano Glazer. A pareggiare i conti in rosso, ecco le voci positive. La ”ricchezza” del pacchetto (giocatori, immobili, diritti, merchandising) è da capogiro. Secondo la rivista americana Forbes, i Red Devils sono la squadra più preziosa al mondo, con un valore di 1.870 milioni di euro (il fatturato 2008 è di 324,8 milioni), mentre il Barcellona è settimo a quota 960. E poi le vittorie, a ciclo continuo. Il segreto? Mantenere uno zoccolo duro di non più di 4/5 giocatori, preferibilmente indigeni, investire ogni anno su almeno due grandi titolari e inserire talenti dal settore giovanile. Ricetta da campioni Nel 2003 Barcellona e Manchester United non sono al vertice in Europa. In Catalogna il neo presidente Laporta chiama in panchina Rijkaard per uscire dal caos del dopo Van Gaal. Nel giro di 4 anni, il Barça cambia volto: arriva Ronaldinho (30 milioni), ma è solo il primo tassello. Nel 2004 ecco Eto’o (35 al Mallorca), nel 2007 Henry (24 all’Arsenal), Gabriel Milito (20 al Saragozza), Abidal (15 al Lione), Touré (12 al Monaco). Il ciclo di Rijkaard, finito nel 2008, continua con Pep Guardiola: campagna acquisti da 80 milioni, con Dani Alves e Keita (43,5 milioni complessivi al Siviglia), Caceres (16,5 al Villarreal), Hleb (15 all’Arsenal). Della rosa del 2003, sono rimasti solo Valdes, Puyol, Marquez, Xavi e Iniesta, che all’epoca avevano tra i 19 e i 25 anni. L’ossatura su cui si sono innestati i gioielli della cantera: Leo Messi (nel 2004), innanzitutto, Bojan (nel 2007), Busquets (nel 2008). Argentini, serbi, catalani, tutti figli del Barcellona preferiti ai vari Ronaldinho, Zambrotta, Deco. Così al Camp Nou hanno visto tre scudetti, una Coppa di Spagna, due Supercoppe e la Champions 2006, oltre a una semifinale e due ottavi. Stesso ruolino europeo per il Manchester United campione in carica. In più, gli inglesi hanno vinto un Mondiale per club a Tokyo, tre Premier, una Fa Cup, due Coppe di Lega, due Community Shield. Nel 2003, Cristiano Ronaldo era appena arrivato dallo Sporting Lisbona (pagato 13,5 milioni) per sostituire Beckham finito al Real. Il portoghese, Rio Ferdinand (37 milioni al Leeds nel 2002), Gary Neville, O’Shea, Brown, Scholes e Giggs sono gli unici sopravvissuti. Negli anni, Sir Alex Ferguson ha preteso Rooney (37 milioni dall’Everton, nel 2004), Vidic (11 allo Spartak Mosca nel gennaio 2006), Carrick (21,5 al Tottenham). Dal 2007, ecco Hargreaves (25 al Bayern), Anderson (23 al Porto), Berbatov (38 al Tottenham), rinunciando ai soli Van Nistelrooy (31 milioni, al Real Madrid) e Giuseppe Rossi (11, al Villarreal). Sacrifici dolorosi, ma per il Manchester più forte della storia ne è valsa la pena. Roma impazzita Questa sera all’Olimpico (Raiuno e SkyCalcio 1 alle 20.45), i soldi non andranno in campo. La difesa del Barça ha gli uomini contati (Marquez ko, Alves e Abidal squalificati), Guardiola arretra Touré con Sylvinho a sinistra. Ferguson preferisce il coreano Park a Berbatov per un 4-4-2 più prudente. Intanto Roma è impazzita: l’albergo del Barcellona in via Veneto è stato preso d’assalto da un centinaio di tifosi. I fan inglesi hanno riempito i pub del centro, facendo il pieno di birra prima del divieto di vendita di alcolici scattato alle 17. Fuori dall’Olimpico, i bagarini propongono biglietti a 3.000 euro. Per oggi si attendono 70 charter a Fiumicino, mentre fino a venerdì saranno 400 i voli da Ciampino. In tutto, dall’estero questa sera invaderanno Roma 67mila persone più altre 5 mila senza biglietto o con tagliandi falsi.