Jenner Meletti, la Repubblica 27/5/2009, 27 maggio 2009
LA FACCIA SPORCA DELLE CITTA’
I vecchi di Bologna raccontano che, da piccoli, dovevano pulirsi le scarpe «prima» di uscire di casa. «Stai attento, non devi sporcare il portico». Le signore, allora, la mattina presto spazzavano il pezzo di portico davanti al portone e mettevano pure il «rosso», la cera usata per il pavimento di casa. Adesso, sotto i portici bolognesi, passano strani uomini che sembrano Robocop. Hanno una mascherina sul volto (per motivi igienici e forse anche per non farsi riconoscere da tutti, perché il loro non è il mestiere più bello del mondo) e guidano una strana motocicletta che si chiama Scoobyblu. Sono «armati» di due tubi aspiranti, uno a destra e uno a sinistra. Con i tubi aspirano le cacche di cane poi lanciano a terra un po´ di liquido, un disinfettante profumato. Tengono sempre il motore acceso, fanno lo slalom fra i pedoni. Sembrano extraterrestri arrivati da chissà dove. Motocicletta, benzina, aspiratore, disinfettante. Tutto per raccogliere ciò che un tempo veniva eliminato semplicemente con un foglio del giornale appena letto.
Forse bisogna partire da qui, per capire come sia cambiato il concetto di «città pulita». «Quella era una Bologna - ricorda Renato Zangheri, sindaco negli anni ”70 - dove i cittadini erano orgogliosi di fare vedere ai forestieri una città bella e pulita, e si davano da fare».
Non c´è solo Roma, definita da Berlusconi, "città dal degrado africano". Milano, Bologna, Bari soffrono tutte degli stessi problemi: rifiuti abbandonati, muri imbrattati, scarsa igiene urbana. La colpa, dicono gli esperti, è della nostra inciviltà. E delle troppe auto
«Ma era una città che veniva sporcata molto meno di oggi. Non c´erano i cartoni delle pizze, le carte dei panini, tanti contenitori usa e getta…». Oggi ogni bolognese produce 547 chilogrammi di rifiuti all´anno. «Solo per pulire le strade - spiegano a Hera, la società che gestisce rifiuti, acqua e gas - impegniamo 221 addetti al giorno e facciamo 36 turni di spazzatura meccanizzata. Le spazzatrici puliscono 510 chilometri di strade ogni giorno». Ma non basta. Ci sono i servizi accessori. «Ogni anno tremila ore di lavoro per gli Scoopyblu, 400 chilometri di portici lavati e igienizzati. Ogni settimana 70.000 metri quadrati di piazze e angoli di città sanificati… In alcune strade del centro storico, dopo la spazzatura notturna, c´è il ripasso, anche tre o quattro volte al giorno…».
Ma non mancano le proteste, a Bologna e in tutta Italia. E anche le polemiche da campagna elettorale con la accuse del premier Berlusconi contro le «città con sporcizia africana». «Il guaio - spiega Guido Viale, autore di «Azzerare i rifiuti» e, in libreria da domani, di «Prove di un mondo diverso» - è che si parte sempre dalla fine. Prima di chiederci come si puliscono le città, bisognerebbe interrogarci su come si sporcano. Gli imballaggi, ad esempio, sono il 40% dei rifiuti solidi urbani e in gran parte si potrebbero eliminare. Si potrebbero comprare "alla spina" non solo detersivi, ma anche riso, caffè, pasta, vino… Per un neonato, nei primi due anni e mezzo, si spendono 2.000 euro per i pannolini da buttare. In commercio ci sono quelli che poi si mettono in lavatrice, in tutto costerebbero non più di 300 euro. Manca anche una programmazione della pulizia. Ci vorrebbe uno studio per capire quanto costi pulire, ad esempio, un chilometro di vicolo di Genova, di una strada nel centro di Torino, un viale alberato di Milano… Si otterrebbero parametri utili per una seria programmazione, ma questi studi non esistono».
Non esiste una ricetta valida per tutte le città. «I tessuti urbani sono diversi uno dall´altro. Un nemico comune c´è e si chiama automobile. Nei piccoli centri e nelle metropoli impediscono una vera pulizia delle strade».
Non solo le strade sono sporche. Graffiti e writer deturpano i muri e ogni superficie raggiungibile. «In un anno - dice Marco Pavanello, direttore marketing dell´Atm, l´azienda di trasporti milanese - spendiamo 6 milioni di euro per ripulire e riverniciare treni, tram e parte delle stazioni». «La maleducazione, l´assenza di spirito civico - dice Guido Viale - non trovano certo contrasto in una certa politica che invita a curare solo i propri interessi fregandosene degli altrui diritti. Basta una gita a Chiasso, per vedere come si deve trattare una città. E anche nell´Est, da Praga a Cracovia, capisci che tutte queste città sono infinitamente più pulite della più pulita città italiana».
Fortunato Gallico è un consulente ambientale, esperto di igiene urbana. Si definisce, ridendo, un «rifiutologo». «Tenere pulita una città - dice - è un mestiere infame. Se ci riesci, il merito è dello spirito civico dei cittadini. Se non ce la fai, la colpa è dell´azienda di nettezza urbana. Ma in tanti anni, prima all´Atm di Milano e ora come consulente a Napoli, ho capito che ogni città ha bisogno di un progetto speciale, di un abito su misura. Milano è monocentrica e concentrata, Roma è grande e distesa su 7 colli, Napoli ha dietro la montagna… Impossibile preparare un progetto valido per tutte. Anzi, servono piani speciali per ogni pezzo di città. Occorre studiare strada per strada: quanti cittadini abitano qui, quanto consumano, quanti passano, quanti sono i mercati… Così si possono organizzare i servizi: la pulizia della strada, lo svuotamento dei cassonetti… Se non arrivi in tempo, rischi di creare il caos. Se attorno ai cassonetti nascono mini discariche, tutti si sentiranno autorizzati ad abbandonare lì rifiuti di ogni tipo. Basta un pacchetto di sigarette su un marciapiede per attirare decine di pacchetti. Un graffito attira altri graffiti come una calamita. E devi riuscire a prevedere le emergenze. A Milano, ad esempio, abbiamo 96 mercati rionali alla settimana. Ogni giorno, 16 mercati che alla sera lasciano tonnellate di plastica, cassette, ritagli di verdura… Prima si interveniva lasciando via libera al traffico. Ora, dopo il mercato, si chiude tutto, come in un cantiere e in un´ora si risolve il problema. Ecco, questa è programmazione. Ma anche questa non basta senza risolvere una questione di fondo: la presenza delle auto. Ogni giorno, a Milano, nel centro romano e medioevale entrano 700 - 800 mila persone, molte in automobile. Si crea un effetto imbuto con congestione del traffico. Tutte le strade sono perennemente coperte di auto e pulire diventa davvero un´impresa. Negli anni ”90 abbiamo inventato "Milano pulita", con la pulizia notturna di strade svuotate. Ora in alcuni quartieri si usano questi "soffioni" che però buttano lo sporco non solo davanti alla spazzatrici ma anche sui marciapiedi. Di fronte all´assedio delle auto, semplicemente, ci siamo arresi».