Danilo Taino, Corriere della sera 27/5/2009, 27 maggio 2009
IL GIORNO DELL’ASTA DER OPEL, GLI USA IN CAMPO
Quarta offerta della cinese Baic. Marchionne, più di un’ora dalla Merkel: è una lotteria ma sono fiducioso
BERLINO – Il giorno delle grandi decisioni sul destino della Opel, oggi, rischia di prendere i toni dell’operetta. Nel pomeriggio, i rappresentanti di Fiat, Magna e Ripplewood – le tre entità interessate ad acquisire la casa automobilistica – entreranno nella cancelleria di Berlino, sede di Angela Merkel, e saranno confinati in tre stanze diverse. Sul modello del confessionale del Grande Fratello, dovranno rispondere alle domande che verranno loro poste, di volta in volta, dai diversi interessati alla soluzione del caso: i membri del governo tedesco che non hanno ancora trovato un accordo, i quattro primi ministri dei Länder che ospitano fabbriche Opel, i rappresentanti dell’americana General Motors (Gm), gli inviati di Barack Obama a Berlino.
Dovranno spiegare perché le loro proposte dovrebbero salvarsi dalla Nomination. Poi, alle nove di sera, una megariunione dei ministri interessati alla vicenda con gli uomini di Gm (proprietaria di Opel) e la task force di Washington che sta curando il salvataggio di Gm dovrebbe arrivare a una prima soluzione: individuare la lepre (o due), cioè chi – tra Fiat, Magna e Ripplewood – avrà il diritto di trattare in via privilegiata il salvataggio Opel. Un funzionario del governo, però, ha detto che anche chi non sarà scelto potrà essere interpellato nelle prossime settimane.
Niente di chiaro. Marchionne ha parlato di una sorta di «lotteria, nel senso che ci sono tantissime variabili che sono in gioco, quindi non posso stabilire quali sono le probabilità di successo». Potrebbe anche essere rinviato tutto. Ieri, tra l’altro, è arrivata una proposta della cinese Baic per acquisire Opel con la promessa di non tagliare nemmeno un posto di lavoro.
La cancelliera Merkel, dopo settimane che i suoi ministri dicono cose diverse sul destino Opel, ha affermato che la decisione finale spetterà comunque alla Gm. L’intervento del governo di Berlino, in effetti, è giustificato dal fatto che dovrà emettere garanzie per mantenere la Opel operativa nei prossimi mesi e anni. Ciò nonostante, la battaglia è diventata un caotico fatto politico tedesco giocato su chi taglia meno posti di lavoro. Ieri, in attesa di entrare nel confessionale, l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne ha incontrato Frau Merkel, il ministro dell’Economia Karl-Theodor zu Guttenberg e il ministro degli Esteri e candidato contro la cancelliera alle elezioni del 27 settembre Frank-Walter Steinmeier: ha detto di avere «dato maggiori dettagli» sul suo piano. Dopo gli incontri, Guttenberg ha sostenuto che la proposta Fiat è «seria» ma – a 24 ore dal gran finale – «non c’è un favorito». Il presidente dei parlamentari della Spd, Peter Struck, che non ha partecipato alle trattative, ha invece spiegato che il «piano migliore» è quello di Magna, in linea con la posizione che il suo partito ha preso addirittura prima di vedere i piani stessi. Momenti di commedia, se non fosse che in gioco ci sono migliaia di posti di lavoro. Mentre Marchionne incontrava Steinmeier, per dire, i potenti sindacati della Opel si scandalizzavano perché non stava partecipando a un incontro a cui l’avevano invitato, a Rüsselsheim: «Una provocazione», ha detto il capo del consiglio di fabbrica Klaus Franz. Stanotte forse si decide, se volete trattenere il fiato.