Vladimiro Polchi, Repubblica 27/5/2009, 27 maggio 2009
Cisterne killer, diciotto vittime in due anni - Morire asfissiati in una cisterna, in un silos o pulendo una vasca o una stiva
Cisterne killer, diciotto vittime in due anni - Morire asfissiati in una cisterna, in un silos o pulendo una vasca o una stiva. accaduto almeno diciotto volte negli ultimi due anni. Perdere la vita nel tentativo di salvarne un´altra. successo ieri nella raffineria Saras in Sardegna, come già nel marzo 2008 a Molfetta in un camion utilizzato per il trasporto dello zolfo. Storie di incidenti sul lavoro per un bilancio sempre più pesante già 450 persone nel 2009. Il bollettino rischia di non fare più notizia: ogni anno ci sono 900mila infortuni e circa 1.200 morti. In media oltre tre vittime al giorno. Le stime dell´Inail per il 2008 promettono un lieve calo rispetto al 2007: 874.866 infortuni (-4,1%), 1.140 morti, cioè 67 in meno rispetto al 2007. Si muore meno nell´industria e nei servizi (-7,9%), aumentano le vittime tra i lavoratori agricoli (+14%). Più esposti gli uomini delle donne (1055 vittime contro 85). Il bilancio del settore petrolifero - quello cioè della società Saras - è di 2.040 incidenti e 12 morti tra il 2003 e il 2007. L´anno peggiore è il 2006 con 386 incidenti e 4 morti, mentre nel 2007 (ultimo anno con dati ufficiali Inail) gli incidenti sono stati 379 e i morti 3. Cifre tragiche, lontane però da quelle di altri settori, che presentano un conto più doloroso, anche per il maggiore numero di addetti. Basta pensare alle costruzioni (101.898 incidenti nel 2007, con 275 morti), lavorazione dei metalli (58.825 incidenti nel 2007, con 79 morti), settore dei trasporti (70.403 incidenti e 153 morti). Aumentano gli infortuni degli immigrati: 141mila nel 2007 (+10% rispetto all´anno precedente). Gli incidenti incidono anche sulle casse dello Stato: il loro costo sociale, calcolato dall´Inail per il 2005, ammonta a 45 miliardi e mezzo di euro. Il rimedio? Dice Aniello Spina, direttore regionale dell´Inail in Toscana: «Sanzioni severe per le imprese, emersione del lavoro nero e un numero maggiore di ispettori».