Simone Filippetti, Il Sole 24 Ore 26/5/2009, 26 maggio 2009
Le banche blindano la «road map» del salvataggio di Tiscali. Renato Soru ha siglato un patto di sindacato con la stessa società, travolta dalla crisi e schiacciata da maxi-perdite (240 milioni nel 2008) e debiti a circa 630 milioni
Le banche blindano la «road map» del salvataggio di Tiscali. Renato Soru ha siglato un patto di sindacato con la stessa società, travolta dalla crisi e schiacciata da maxi-perdite (240 milioni nel 2008) e debiti a circa 630 milioni. Il patron e fondatore della internet company (azionista col 20%) ha conferito tutte le sue azioni al patto. La decisione è insolita: sono pochissimi i casi simili a Piazza Affari. Renato Soru Normalmente i patti parasociali sono firmati tra vari azionisti per garantire stabilità di gestione e di controllo su una partecipata. Nel caso di Soru, però,il patron è anche l’azionista di maggioranza relativa. La novità è soprattutto il vincolo di voto: Soru si impegna ad approvare, in assemblea, qualsiasi decisione futura presa dal management. In un recente comunicato l’azienda aveva fatto sapere che Soru avrebbe preso obblighi di voto, ma pochi si aspettavano una decisione così netta come quella di ricorrere a un patto parasociale (che comporta anche degli obblighi sul piano del diritto civile). Cosa ha portato l’imprenditore ed ex uomo politico sardo alla decisione? Secondo quanto riferito da alcune indiscrezioni, alla base ci sarebbe la volontà degli istituti di credito di assicurare il percorso di risanamento: dopo cinque anni spesi in politica, Soru ha ripreso in mano le redini dell’azienda (reimpossessandosi del pacchetto di azioni Tiscali e tornando nel board come amministratore delegato di Tiscali Italia). Renato Soru La decisione di vincolare le decisioni a un patto, siglato il 15 maggio ma i cui contenuti sono stati resi noti solo ieri in un comunicato a pagamento su alcuni quotidiani, suona come un "assegno in bianco" dato agli amministratori, ma - fanno sapere dalla Consob - si tratta di una procedura standard nei casi di ristrutturazione del debito. Del piano di salvataggio, partito dopo che a marzo l’azienda ha lanciato un sos sul debito alle banche, finora sono state annunciate linee guida generali: la vendita della divisione Tiscali Uk per 255 milioni di sterline a Carphone, una moratoria sugli interessi da pagare fino a fine anno e un aumento di capitale da 210 milioni. Al momento dell’annuncio della cessione, gli analisti hanno espresso un giudizio negativo perchè il prezzo pagato equivale a 150 sterline per ogni abbonato di Tiscali Uk ed è molto inferiore ad analoghe acquisizioni (Alice France è stata ceduta a 800 euro per abbonato). Il piano di ristrutturazione di Tiscali, spiegava ieri una fonte vicina al dossier, si compone di vari passaggi (non tutti ancora resi notei al mercato) che richiedono anche l’ok dell’assemblea. Sawiris Di qui la necessità di avere da Soru l’impegno a seguire ogni decisione del management. Intanto il 2009 è iniziato con luci e ombre per l’azienda: la perdita netta dei primi tre mesi si è dimezzata (da 37 a 17 milioni), ma i ricavi hanno accusato un -25% (a causa della contrazione della base clienti della divisione inglese in procinto di vendita), la marginalità è calata da 47 a 41 milioni mentre è salito l’indebitamento (a 629 milioni). Nelle casse di Tiscali rimanevano solo 9 milioni di euro a fine marzo. Tiscali non è la sola compagnia di tlc a doversela vedere con un eccessivo indebitamento: l’agenzia Radiocor ha riferito che Weather, la holding del magnate egiziano Naguib Sawiris proprietario di Wind e Orascom, sta cercando una soluzione per un bond convertibile da 825 milioni in scadenza nel 2013 (con possibilità di richiesta di conversione anticipata a febbraio 2010).