Vanni Cornero, La stampa 24/5/2009, 24 maggio 2009
LA RIPRESA ARRIVA CON LA FRUTTA
In un contesto generale di crisi economica le imprese ortofrutticole italiane sono in controtendenza: il settore continua a dare segni positivi con un lento, ma costante recupero. L’analisi è del Centro Servizi Ortofrutticoli, che ha messo a contronto gli andamenti finanziari di 127 aziende tra cooperative e private e 135 operanti all’estero in Spagna e Francia, poi i risultati sono stati confrontati con lo stesso studio realizzato nel 2002. Le cooperative, pur meno efficienti sul piano finanziario, evidenziano maggiore strutturazione e patrimonializzazione, quindi più solidità e minor rischio finanziario rispetto alle imprese private. «E’ evidente - dice Paolo Bruni, presidente di Fedagri Confcooperative - che l’agricoltura conferma nei momenti di congiuntura difficile il suo ruolo di compensazione e stabilità. Le imprese, dopo le grandi crisi della prima metà del 2000 hanno creato aggregazioni importanti e si sono strutturate per essere sempre più competitive nel mondo».
La competitività del sistema Italia è confermata anche dai dati positivi dell’export ortofrutticolo che fino a novembre 2008, registra, sempre secondo dati del Cso, un +13% in valore rispetto al 2007. Il dato di crescita in valore delle nostre esportazioni evidenzia come l’offerta italiana negli ultimi anni si sia qualificata in termini di posizionamento di prezzo rispetto ai competitori europei. Un segnale che conferma l’importanza dell’internazionalizzazione dei mercati per le aziende italiane soprattutto verso nuovi mercati oggi non ancora presidiati. L’Italia ha esportato fino a novembre 2008 ben 3.277.762 tonnellate di ortofrutta, pari ad oltre 3 miliardi di euro. Solo per gli agrumi ad esempio si registra un incremento in valore dell’export 2008 sul 2007 del 53%.
Sul fronte dei consumi, altro elemento chiave per la competitività del comparto ortofrutticolo, la situazione si è stabilizzata, pur se le famiglie italiane, rispetto all’anno 2000, hanno ridotto gli acquisti di oltre 1,3 milioni di tonnellate.
Ma cosa serve di più al comparto? «Puntare all’innovazione - chiarisce Bruni - per offrire un prodotto sempre più in linea con le richieste dei consumatori. Poi intensificare gli sforzi sull’internazionalizzazione, per individuare e creare nuovi mercati. Infine continuare ad aggregare, attraverso cooperative, consorzi e organizzazioni di produttori, perché le piccole imprese da sole non possono farcela». Paolo Bruni è in pole position per la riconferma alla presidenza di Apo Conerpo, la più grande organizzazione di produttori ortofrutticoli italiana ed europea con oltre 1 milione di tonnellate di prodotti conferiti e un giro d’affari passato, in tre anni da 595 a 701 milioni di euro. Mentre da parte sua Tiberio Rabboni, assessore all’Agricoltura dell’Emilia Romagna, che è una delle regioni strategiche per il comparto, evidenzia l’impegno per importanti finanziamenti in ricerca e sperimentazione.
L’incremento dei consumi è uno degli obiettivi da perseguire con impegno nei prossimi anni sia perché il consumo di frutta è fondamentale per la salute, sia perché pone il comparto al riparo dai rischi di deprezzamento dei raccolti in caso di sovrapproduzione. L’Europa ha stanziato 90 milioni di euro per un progetto di distribuzione di frutta e verdura nelle scuole. Il nostro paese, come gli altri Stati membri, sta proprio in queste settimane mettendo a punto un documento di Strategia nazionale per recepire il Regolamento Comunitario e dare attuazione al progetto di distribuzione di frutta nelle scuole. I dati sono preoccupanti: un bambino su quattro è in sovrappeso. E il costo delle malattie legate a questo problema è stimato tra il 4 e il 7% della spesa sanitaria complessiva degli Stati membri. Il problema è talmente sentito da spingere il Parlamento Europeo a chiedere che la lotta all’obesità venga considerata una «priorità politica» e incoraggiare gli Stati membri a riconoscere l’educazione in materia di alimentazione e salute fin dalla più giovane età come «fondamentale ai fini della prevenzione». Il prossimo anno scolastico saranno coinvolti nel programma oltre mezzo milione di bambini italiani.